Vi siete mai chiesti cosa fa divenire un libro un “caso editoriale”? La trama originale? Le copie vendute nella prima edizione? Oppure la volontà di una casa editrice che punta su un autore per lanciare una corsa all’acquisto di un volume, che ornato dalla classica striscia gialla, annuncia a chiare lettere 100 mila copie vendute? Certo un buon biglietto da visita… forse per questo e altri motivi Mondadori ha deciso di acquisire i diritti editoriali de “L’estate dei giochi spezzati” di Antonio Hill. E su Thriller Café oggi vi diciamo se ha fatto bene o male…
Titolo: L’estate dei giochi spezzati
Autore: Antonio Hill
Traduzione: Elena Rolla
Editore: Mondadori
Recensione
Trama ben orchestrata, descrizioni che non appesantiscono la storia e una scorrevolezza di narrazione, rendono questo romanzo, un buon romanzo. Sicuramente la fortuna di certi autori l’ha fatta anche il periodo storico in cui essi hanno vissuto… la Spagna, ricordiamo, ha avuto molti periodi storici, il franchismo, la destra di Felipe Gonzales e la sinistra di Zapatero. Durante il regime franchista molti autori erano banditi dalla censura e non potevano neanche pubblicare. E se lo scrittore Vargas Llosa dichiara che la principale ragione di tutte le difficoltà e le tribolazioni del mondo di lingua spagnola è la preferenza per l’irrealtà (vedi il Don Chisciotte), questo spiega perché abbiano avuto tanti scrittori e poeti ‘incapaci’.
In questo volume d’esordio l’autore Antonio Hill è riuscito a slegarsi dal genere prettamente “spagnolo” per creare un romanzo dai “connotati” internazionali. Protagonista è l’ispettore Hector Salgado, che ritorna dopo una pausa imposta dal dipartimento per aver contravvenuto certe regole procedurali, e si ritroverà alle prese con un apparente caso di suicidio. Al fianco del detective un po’ outsider, dall’aria affascinante e dalle relazioni difficili, ci sarà Leire Castro, donna caparbia che tenta di gestire il carattere irruento del collega e rispetto al quale però non si sente del tutto indifferente. Pur ritrovando alcuni stereotipi del caso, il bello e dannato, una famiglia ricca che nasconde degli scheletri nell’armadio e un caso collegato a un passato lontano, il romanzo riesce a incuriosire il lettore con vincoli familiari, amicizie dubbie, confessioni nascoste. Sicuramente un buon esordio per chi ha deciso di puntare su una storia dai contorni realistici, dialoghi pertinenti e personaggi dal forte carattere che riescono a reggere bene la trama.
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