L'età fragile di Donatella - Pietrantonio

Recensione di quelle che non ne leggerete più. Esperimento probabilmente irripetibile.

Chi un minimo si interessi di libri, chi magari approfittando dell’aria condizionata sempre a palla abbia gironzolato in libreria, chi trovandosi in vacanza si sia lasciato ammaliare dal fascino del titolo che occhieggia dalla copertina in cui tuffata la vicina di ombrellone, sa che L’età fragile ha vinto sia lo Strega giovani che il Premio Strega assoluto. Non è il primo a conquistare la doppietta: era già successo lo scorso anno per Ada d’Adamo (“In memoria“) e nel 2017 a Paolo Cognetti con le sue “Otto montagne“.

Ma è il primo ad approdare in questa rubrica, dedicata a gialli, noir e thriller, perché è il primo che in qualche maniera si adatta ad esservi ospitato. Il primo in 78 anni di vita del Premio probabilmente più prestigioso nel panorama letterario italiano. Che occasione gustosa per spendervi due parole! Creato nel 1947 dalla scrittrice Maria Bellonci e dall’industriale beneventano inventore del Liquore Strega, che gli dà il nome, per contribuire alla rinascita culturale del dopoguerra, viene assegnato non solo dalla giuria di esperti, ma anche grazie alla manifestazione di voto da parte degli Amici della Domenica, gruppo di lettura ideatore, oggi formato da oltre 400 persone. Tra segreti e veleni, di cui Marco Trevisan ha addirittura scritto un libro, lo Strega è indubbiamente un premio termometro.  Deve essere scritto in lingua italiana (ora esiste anche lo Strega Europeo, quest’anno vinto da Neige Sinno con Triste Tigre, pubblicato da Neri Pozza) e tendenzialmente ambientato nel nostro Paese, il premio ha visto partecipare penne del calibro di Pasolini, Bevilacqua, la Ginzburg, Cassola, Buzzati, Elsa Morante, Bassani, Moravia, Pavese e Flaiano. Più recentemente è stato vinto da altre grandi penne, dalla Mazzantini alla Mazzucco, Veronesi ne ha vinti due e Paolo Giordano aveva solo 26 anni quando La sua Solitudine dei Numeri primi ha sbancato anche al Campiello.

A casa di mia mamma gli Strega ci sono tutti, perché lei è una lettrice importante e perché dice che scorrere le loro copertine è come passare velocemente un bigino di storia italiana. Io ne ho letti, da ragazzina, una quantità industriale e ultimamente costituiscono una delle rare eccezioni alla mia monomania per i gialli.

Quest’anno, altra novità che rafforza l’unicum di questa recensione, mi sono appassionata agli audiolibri, che ho sempre schifato, e che ora mi conquistano per il loro consentirmi di “leggere” anche quando cammino.

L’età fragile” qui sta bene perché, nella parte in cui ricorda il fatto realmente accaduto noto come il Delitto del Morrone, si trasforma in legal thriller, o meglio, in un resoconto quasi giudiziario del processo al pastore (che presenta sotto pseudonimo) che, per violentare una turista, spara alle due amiche che sono con lei, uccidendone una e ferendo gravemente l’altra, che si fingerà morta per salvarla.

Mi fermo qui. La scrittura della Di Pietrantonio mi è, e sicuramente vi è già nota grazie alla Arminuta, con cui vinse il Campiello qualche anno fa. È una bella prosa rotonda, densa di dialoghi reali, di accenni dialettali, persino di silenzi costruttivi. La trama alterna la crisi di una donna la cui figlia, Amanda, viene restituita alla vita di paese quasi abbacinata da una brutta esperienza vissuta a Milano, e il cui padre decide di donarle, senza neppure aspettare la successione per mortem, una proprietà in abbandono su cui gli speculatori hanno messo gli occhi. Lì, anni prima, è successo “il fatto”.

Sta cambiando l’aria nei premi di pregio? Entrano finalmente anche storia con accenni di mistero, di investigazione, di processo penale?

Forse. Anche un altro volume candidato, Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira, affrontava anche giudiziariamente la vicenda di Acca Larentia; anche Chi dice e chi Tace di Chiara Valerio inizia con la telefonata ricevuta da una mia collega, al momento impegnata a studiare le carte di una rissa tra minori, e incaricata di far luce su un omicidio. Magari uno dei prossimi anni troveremo candidato, finalista e vincitore un romanzo giallo classico, finalmente assurto alla categoria di letteratura e non surclassato da chi ancora lo relega a lettura da edicola alla stazione.

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L'età fragile
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L'età fragile
  • Di Pietrantonio, Donatella (Autore)

Articolo protocollato da Alessia Sorgato

Alessia Sorgato, classe 1968, giornalista pubblicista e avvocato cassazionista. Si occupa di soggetti deboli, ossia di difesa di vittime, soprattutto di reati endo-famigliari e in tema ha scritto 12 libri tra cui Giù le mani dalle donne per Mondadori. Legge e recensisce gialli (e di alcuni effettua revisione giuridica così da risparmiarsi qualche licenza dello scrittore) perché almeno li, a volte, si fa giustizia.

Alessia Sorgato ha scritto 116 articoli: