Piemme pubblica Il respiro della laguna di Alberto Ongaro, un nuovo capitolo nella lunga e celebrata carriera letteraria dell’autore veneziano, iniziata nell’ormai lontano 1965 con Il complice.
Alberto Ongaro, conosciuto anche come Alfredo Nogara, nasce a Venezia nel 1925 ed è ed esordisce inizialmente come sceneggiatore di fumetti, carriera che continua a coltivare per una ventina d’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, collaborando spesso con autori del calibro di Hugo Pratt e Dino Battaglia, dai quali si potrebbe dire che assimila il gusto per l’intreccio e l’avventura dal primo e quello per l’atmosfera dal secondo.
Proprio insieme a Pratt si trasferisce in Argentina nel 1948, mentre in seguito viaggerà e vivrà a lungo fra Sudamerica e Inghilterra, collaborando nel frattempo con Il Corriere dei Piccoli sempre in qualità di sceneggiatore e con L’Europeo come inviato speciale.
A partire dagli Anni Sessanta il suo interesse si sposta sui romanzi, con una lunga serie di titoli fra i quali spiccano La taverna del Doge Loredan (1980), finalista del premio Pen Club e da molti considerata la sua opera migliore, e La partita (1986), vincitore del Premio Campiello e in seguito trasposto su grande schermo per la regia di Carlo Vanzina.
Venezia, come accade anche ne Il respiro della laguna, è spesso protagonista della narrativa di Ongaro, che nel 1979 torna a viverci stabilmente.
Con Piemme ha pubblicato inoltre Il ponte della solita ora, La versione spagnola, La maschera di Antenore, Interno argentino, Un uomo alto vestito di bianco e Athos, romanzi nei quali all’attenzione nei confronti dell’avventura si aggiunge spesso uno sguardo sospeso fra presente e passato, elemento che, come vedremo, torna anche ne Il respiro della laguna.
Damiano Zaguri, capo della squadra Anticrimine di Venezia, viene strappato al sonno da una chiamata improvvisa nel mezzo della notte: un uomo è stato ucciso in fondamenta San Travaso. Giunto sul posto Zaguri comprende che l’uomo è stato ammazzato per coincidenza, in quanto aveva sorpreso il rapitore di suo figlio, neonato.
Difficile comprendere i motivi del rapimento in quanto la famiglia del neonato, pur essendo abbiente, non è certo in grado di pagare un eventuale riscatto. Zaguri comincia quindi a investigare negli ambienti malavitosi della Baia del Re e, grazie ad alcune soffiate di informatori, riesce a mettersi sulle tracce del rapitore-assassino e dei suoi mandanti.
Per il capo della squadra Anticrimine l’indagine, oltre a trasformarsi in una corsa contro il tempo per salvare il neonato, assume anche una dimensione molto personale, quella di una sfida con un lontano parente che, nella Venezia del Seicento, non riuscì a catturare i colpevoli del rapimento del bambino di una contessa.
Intrappolato fra presente e passato e immerso nella magica atmosfera di nebbie e acque tipica di Venezia, Zaguri sarà inaspettatamente aiutato da un talismano che lo metterà sulla giusta strada.
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- Ongaro, Alberto (Autore)