Sam Spade“La mascella di Samuel Spade era ossuta e pronunciata, il suo mento era una V appuntita sotto la mobile V della bocca. Le narici disegnavano un’altra V, più piccola. Aveva occhi giallo-grigi, orizzontali. Il motivo della V era ripreso dalle spesse sopracciglia che si diramavano da due rughe gemelle al di sopra del naso aquilino…Somigliava, in modo abbastanza attraente, a un diavolo biondo.”
Così Dashiell Hammet ci presenta l’investigatore privato Sam (Samuel) Spade, dell’Agenzia Spade & Archer.
Sam Spade è il personaggio principale del terzo romanzo intitolato “Il falcone maltese” che Dashiell Hammet, ex investigatore dell’Agenzia Pinkerton, pubblica nel 1930.
Pur non rappresentando il furore violento che traspare ne “Il bacio della violenza” (“The dain curse” pubblicato nel 1929) o l’elegante ironia de “L’uomo ombra” (“The thin man” del 1934), “Il falcone maltese” rappresenta ancora oggi uno dei capolavori del noir della corrente “hard boiled, termine che nasce da un espressione gergale che sta a significare sodo o duro, riferito ad un uovo.
Questo genere troverà finalmente una sua giusta consacrazione di genere letterario anche grazie alle opere Raymond Chandler, che si definisce lui stesso un allievo oltre che ammiratore di Hammet.
Ricordiamo brevemente che la storia racconta della ricerca di una preziosa statuetta che rappresenta un falcone, tributo che i Cavalieri di Rodi (più tardi denominati Cavalieri di Malta) si erano impegnati a pagare annualmente all’Imperatore Carlo V in cambio della sovranità su Malta, Gozo e Tripoli nel sedicesimo secolo.
Il romanzo rappresenta un alchimia quasi perfetta fra plot, ambientazione e personaggi. Dopo un inizio classico, quasi lento come fosse un blues, il racconto acquista un ritmo deciso ben scandito, come una musica rock. I personaggi hanno una loro fisionomia ben precisa. Dalla dark lady Brigid O’Shaughnessy, al doppio e untuoso Joel Cairo, al diffidente grassone Casper Gutman, ognuno interpreta alla perfezione il proprio ruolo in un crescendo di situazioni, fino alla fine che giunge inaspettata anche al più incallito giallista.
Torniamo al nostro personaggio principale. Dopo la descrizione che ne fa all’inizio, con il continuo richiamo dei tratti alla lettera V che ce lo lascia immaginare un pò come la maschera del film “V come Vendetta”, di Sam Spade scopriamo qualche altro connotatato fisico, come il metro e ottantacinque di altezza e l’essere largo quanto grosso. Ben poco sappiamo del suo passato. Se era stato sposato, quale mestiere facesse prima dell’investigatore privato e via discorrendo. Sappiamo solo che vive e lavora come private eye a San Francisco. Sam Spade è un personaggio essenziale, che mira diritto al centro della storia e non si cura di quello che ha alle sue spalle.

Non ha molte, per non dire nessuna, delle doti che lo farebbero definire una brava persona. È cinico fino ad essere brutale. Dopo la morte del suo socio Miles Archer, misteriosamente assassinato nei primi capitoli del romanzo, si affretta a chiedere alla segretaria di cambiare l’insegna dell’Agenzia. È senza scrupoli nel rapporto con Iva Archer, moglie del defunto socio e suo amante, della quale non esita a liberarsi dell’ingombrante presenza, malgrado lei lo implori.
Anche nei rapporti con la polizia non è meglio. Il suo è un atteggiamento ambiguo ed arrogante, poco disposto a collaborare, fino al limite della reticenza.

Anche con l’altro sesso le cose non cambiano granchè. Dopo essersi disfatto di Iva Archer, ha una relazione sentimentale con Brigid della quale pare essersi invaghito. Non esita però a scaricarla nelle ultime pagine del romanzo quando ne smaschera i veri scopi. Memorabile la dichiarazione che le fa con tono gentile: “Sto per spedirti dentro. Ci sono tutte le probabilità che salverai la pelle. Il che significa che sarai di nuovo fuori entro vent’anni. Sei un tesoro. Ti aspetterò… Se ti impiccano, ti ricorderò per sempre.”
L’unica figura femminile che si salva nel racconto è quella di Effie Perrine, sua segretaria, con la quale mantiene un rapporto amichevole.

Bisogna però ammettere che nel fondo del suo animo, Sam Spade ha una sua dirittura morale che lo porta alla ricerca della verità, qualunque essa sia e quale sia il prezzo che si debba pagare.
Insomma Sam Spade con i suoi modi duri e brutali rompe definitivamente lo schema degli investigatori del passato dai modi gentili e un pò affettati, come Sherlock Holmes, Hercule Poirot o Charlie Chan.

Nella famosa trasposizione cinematografica che ne fece John Houston nel 1941, curandone anche la sceneggiatura, e intitolata “Il mistero del falco” è Humphrey Bogart a dare corpo e voce a Sam Spade. Malgrado la differenza fisica, Bogart ne interpreta la parte con una sorprendente naturalezza quasi si fosse materializzato dalle pagine del libro. Quasi lo stesso si può dire degli altri personaggi: da Peter Lorre che disegna alla perfezione l’ambiguo Joel Cairo, a Mary Astor la “dark lady” Brigid, fino a Sidney Greenstreet nei panni di Casper Gutman.

Anche se Sam Spade non rappresenta molti valori positivi, lo amiamo comunque, forse perchè racchiude in sé il carattere freddo ed ambiguo che, a volte, vorremmo avere.

A chi volesse approfondire la conoscenza di Sam Spade consiglio di leggere il romanzo “Spade & Archer” di Joe Gores, pubblicato nel 2010 e sottotitolato “Il prequel de IL FALCONE MALTESE di Dashiel Hammet”.

Credits immagine: http://www.bexgrafix.com/

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Articolo protocollato da Alex Stefani

Alex Stefani è nato e vive a Genova. Ha studiato all’Istituto Nautico e, dopo un periodo in Marina, ha lavorato nel settore navale, per conto di società multinazionali, ricoprendo diverse posizioni e con frequenti soggiorni all’estero. L’esordio come scrittore è con un romanzo noir ambientato a Genova ed intitolato “Il destino di Valeria”, pubblicato dalla Nuova Editrice Genovese. Il secondo romanzo, sempre stile noir con ambientazione genovese, si intitola “Camera 311 Hotel Fontane Marose” e viene pubblicato dai Fratelli Frilli di Genova, seguito da una ristampa. Seguono, sempre in stile noir, “Il mio mestiere sono i guai” stampato da Europa Edizioni, e “L’ultima notte”, edito da Pegasus Edition. Quest’ultimo ha vinto i primi premi nella categoria, ai Concorsi Golden Selection di Pegasus Edition e Città di Pontremoli. Oltre alla narrativa, Alex Stefani collabora con riviste tecniche nel settore navale ed ha pubblicato un testo in inglese sull’automazione delle navi, di cui ha curato l’edizione aggiornata che sarà pubblicata a fine 2020. Attualmente lavora come consulente marketing ed è docente presso l’Accademia della Marina Mercantile di Genova.

Alex Stefani ha scritto 12 articoli: