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Oggi facciamo un salto indietro negli anni ’80, periodo in cui comincia 5 Passi nel Parco, il romanzo di Thya B. Wood che presentiamo in questo articolo.
Protagonista è Marla Greenwood, una ragazzina con una passione per i libri gialli che sogna di diventare un giorno detective privata o poliziotta. L’oscura curiosità di Marla si intreccia quindi con il suo destino, portandola a diventare davvero tenente della squadra omicidi nel dipartimento di polizia di Chicago. Qui la sua vita serena prende una svolta inquietante quando un serial killer, soprannominato il “Mostro dei parchi”, inizia a seminare il terrore in città. Il racconto si sviluppa così in un susseguirsi di indagini serrate, false piste, interrogatori intensi, mentre Marla Greenwood si trova di fronte a un nemico che agisce senza apparente logica, lasciando dietro di sé solo caos e paura.
Parallelamente al caso, Marla affronterà inoltre vicissitudini personali assai complicate e una trasformazione che sorprenderà tutti. Nota per essere una donna integerrima nonché una poliziotta rispettosissima delle regole, la protagonista scoprirà di essere una persona fallace, piena di dubbi e di debolezze quando dovrà mettere in gioco tutto, compresi gli affetti più cari e la sua stessa vita, in una spietata partita con l’assassino.
In un genere che ha visto maestri come Thomas Harris con “Il Silenzio degli Innocenti” o James Patterson con la serie di “Alex Cross“, “5 Passi nel Parco” si inserisce con successo, offrendo una storia originale e personaggi ben definiti. Al suo romanzo di esordio Thya B. Wood dimostra quindi di avere il polso del thriller psicologico e lascia ben sperare per i prossimi volumi della serie. Ne arriveranno due nel 2024, ma intanto se siete curiosi su Marla e le sue vicende potete leggere qui un estratto della sua prima avventura.
Winnebago 1986.
La stretta scala di legno che conduceva alla soffitta era vecchia e traballante, ma la giovane Marla la percorse come d’abitudine con l’agilità di un gatto. Lassù si trovava il suo rifugio, il suo mondo privato, la polvere e le ragnatele non costituivano un problema. Con la luce della lampadina, che papà Harry aveva messo più potente solo per lei, fra scatoloni, vecchie scartoffie e oggetti obsoleti, la ragazza componeva puzzles, decifrava cruciverba e soprattutto leggeva gli adorati libri gialli. In pratica spendeva tutta la paghetta settimanale in volumi, quelli che non riusciva ad acquistare li prendeva in prestito nella minuscola biblioteca locale.
Marla Greenwood aveva tredici anni, un fisico longilineo che si stava trasformando rapidamente, il corto caschetto nero che incorniciava un viso dolcissimo, nel quale spiccavano meravigliosi occhi di colore verde smeraldo. Era una ragazza intelligente e curiosa, con la passione per gli enigmi oscuri da risolvere, che preferiva trascorrere le ore in mezzo al ciarpame piuttosto che passeggiare senza meta con le sue coetanee. Non era di certo un’asociale, a scuola le piaceva chiacchierare e scherzare ma, per buona parte del pomeriggio, la solitudine era la sua migliore amica. Lanciò un’occhiata distratta al vecchio baule con il lucchetto che l’aveva cacciata nei guai un anno prima quando, con la curiosità tipica dei bambini, si era armata di un grosso cacciavite e aveva tentato di forzare l’oggetto del mistero. Rammentava nitidamente la forte stretta al braccio e la mano grande di suo padre che la sollevava da terra. Harry in genere era un uomo burbero ma affettuoso, quella volta invece nei suoi occhi c’era un lampo di rabbia che Marla non aveva mai visto.
“Non ti azzardare a rifarlo mai più, sono cose da grandi!” aveva scandito, alzando insolitamente la voce e scuotendola. Subito dopo le aveva ordinato di scendere e per due settimane la botola era rimasta sigillata, impedendole l’accesso al suo magico universo. Ora il baule non suscitava più il suo interesse, aveva accettato che pure gli adulti avessero i loro intimi segreti. In fondo lei non aveva il proprio diario chiuso a chiave? Come avrebbe reagito se il suo vecchio avesse provato ad aprirlo? Per un attimo l’immagine di papà che legge i quotidiani aneliti amorosi rivolti ad Annie, la biondina seduta nel banco dietro al suo, le causò un brivido. Harry era una persona molto semplice, non aveva terminato gli studi per aiutare i genitori ed era l’unico idraulico del piccolo centro di nemmeno duemila anime. Si trattava di un buon padre di famiglia che lavorava sodo, ma di sicuro non era in grado di capire i sentimenti della figlia.
“Marlaaaaa! La cena è quasi pronta, scendi a lavarti le mani!”
Il richiamo di mamma Louise risuonò come una specie di eco fra le assi costellate di fessure, la ragazza chiuse il libro a malincuore e scese in fretta.
Louise Cheeper faceva l’infermiera all’ospedale di Rockford: era una donna attraente, sempre decisa e sicura di sé, dalla quale Marla aveva ereditato il colore degli occhi; contraddirla non era affatto facile, neanche per il marito.
Marla trovò il bagno già occupato da suo fratello Nicholas, che in casa chiamavano Nicky: aveva tre anni di meno ed era alquanto diverso dalla sorella, grassoccio, introverso e restio alla comunicazione. A causa del suo carattere non aveva amici, veniva deriso di continuo e spesso malmenato dai compagni di scuola, soprattutto dagli odiosi gemelli Cox. Un giorno in cui lei era passata a prenderlo lo aveva trovato a ridosso di un muro, mentre cercava invano di sottrarsi agli scrolloni dei due. Nonostante l’età, Marla aveva già uno spiccatissimo senso della giustizia e avrebbe ritenuto necessario intervenire anche se non si fosse trattato di suo fratello. Afferrò i bulletti e sbatté con forza le loro teste l’una contro l’altra, dopo di che assestò un paio di vigorosi calci nel didietro di entrambi. I gemelli scapparono via in lacrime e Nicky abbracciò la sorella colmo di gratitudine, non era abituato a essere protetto da qualcuno.
Il ragazzino non amava studiare e questo gli procurava parecchi grattacapi con Harry: ogni volta che l’uomo tornava dai colloqui con gli insegnanti erano grida. Papà voleva che il figlio si istruisse per ricoprire in futuro un ruolo di responsabilità, non come lui che correva da un capo all’altro della cittadina ad aggiustare i bagni altrui. Nel tentativo di imporgli un po’ di disciplina lo metteva sovente in punizione, chiuso nella propria camera senza giochi né fumetti, oppure con l’inseparabile bicicletta rossa sotto sequestro. Malgrado ciò il suo profitto scolastico lasciava piuttosto a desiderare.
“Nicky! Esci di lì maledizione! Non ho intenzione di mangiare la cena fredda per colpa tua.”
Il fratello non rispose, ma uscì dopo un paio di minuti. Fu allora che lei si accorse del livido sulla parte inferiore dell’occhio.
“Che cosa hai combinato?”
“Niente… un problema a scuola.”
I due si affrettarono ad andare a tavola. Come era prevedibile, l’occhio tumefatto fu il principale argomento di conversazione.
“Nicky, tesoro, ti fa male? Perché non me lo hai detto, ti avrei messo del ghiaccio!” Louise era apprensiva nei loro confronti, era costretta ad assistere a tante brutte situazioni durante la sua attività e sapeva bene come una banalità si poteva trasformare in tragedia.
“No mamma, non è nulla.”
“Lascialo stare, nostro figlio deve difendersi se lo importunano” si intromise il marito con una sfumatura di orgoglio nella voce. “Bravo figliolo, non devi abbassare la testa di fronte ai prepotenti.”
Lo sguardo del ragazzino era rinfrancato, aveva il costante timore di contrariare Harry ed era certo che avrebbe subito un durissimo rimprovero per la scazzottata. Anche Marla provò un senso di sollievo, le echeggiavano ancora nelle orecchie le urla della sera precedente, inevitabile conseguenza dell’ennesimo brutto voto. L’uomo si era infuriato e aveva ripetuto il consueto ritornello: se Nicky non si fosse fatto una cultura, non avrebbe mai avuto una professione appagante e, in breve tempo, sarebbe diventato l’apprendista del padre.
La ragazza pensava che papà esagerasse: esercitava un mestiere dignitoso, in paese era stimato e tutti apprezzavano la sua competenza. Non c’era niente di male a non laurearsi e a non passare le giornate seduti a una scrivania in mezzo alle carte. Chissà se Harry avesse saputo che la figlia sognava una carriera da investigatrice privata o da detective in polizia. Non c’era alcun motivo di dirglielo. Almeno non per parecchi anni ancora.
Sull’autrice
Thya B. Wood nasce il 17 settembre in un piccolo centro della Liguria, dove vive tuttora con la moglie.
Da sempre dotata di fervida immaginazione, amante di libri gialli e serie televisive di genere crime, decide di impiegare il tempo libero che il lavoro le lascia per scrivere il suo primo romanzo thriller “5 Passi nel parco”.
Il libro, uscito a inizio settembre 2023, sta riscuotendo un buon successo sia di vendite che di critica ed è stato selezionato per la sezione autori indipendenti del Salone del libro di Torino 2024.
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- B. Wood, Thya (Autore)