Alexandra Benedict è un’autrice poliedrica di romanzi, racconti e sceneggiature. Laureata all’Università di Toronto ha esordito nel mondo letterario con il romanzo «Unforbidden love» («Un amore proibito») nel 2006 e da quel momento ha esplorato diversi generi letterari.

Con «The Christmas Murder Game» (tradotto in Italia con il titolo «A cena con l’assassino») l’autrice entra di prepotenza tra le grandi autrici del giallo all’inglese.

«A cena con l’assassino» è un romanzo molto particolare che porta il lettore all’interno del classico giallo all’inglese. Gli ingredienti ci sono tutti: un luogo chiuso e inaccessibile dall’esterno, diversi sospettati tutti potenzialmente colpevoli, una serie di indizi da scoprire per arrivare alla verità. La particolarità di questo romanzo sta nel fatto che l’autrice prima che il racconto inizi mette già sull’avviso il lettore su dove poter trovare tali indizi. Tutto fin troppo facile? No, perchè la trama del romanzo è sviluppata in maniera tale da trarre in inganno anche il lettore più attento. Non resta dunque che seguire, passo dopo passo, lo svolgersi della trama per arrivare alla verità.

Il fatto che tutto avvenga durante le feste di Natale, quando in teoria dovrebbero regnare l’amore e l’affetto, rende tutto molto più intrigante.

Altra particolarità di questo romanzo è quello di avere di fatto due protagoniste, una «occulta» e una più «evidente».
A tirare le fila di tutta la storia è infatti, Liliana Armitage-Feathers, che, pur essendo morta, con il suo gioco, riesce a guidare gli ospiti di Endgame House come tante marionette, prevedendo anche i loro comportamenti. Anche Lily, la protagonista «evidente» risente dell’influenza della zia e, per buona parte del libro ci appare come una marionetta in balia degli eventi. Mano a mano che il romanzo prosegue, però, esce fuori la personalità di questa ragazza, tenace e decisa a venire a capo della verità.

Infine, non va dimenticato il luogo dove tutto si svolge. Il fatto che la casa dove si svolge la trama si chiami Endgame (Gioco Finale) non è certamente una scelta casuale. Tutto rimanda al gioco, nel romanzo, ma sai tratta di un gioco pericoloso, dove lo scopo finale, più che l’atto di proprietà della casa, è quello di portare alla luce tutti i segreti che la famiglia Armitage ha covato nel corso degli anni.

«A cena con l’assassino» per alcuni tratti sembra essere debitore del leggendario «10 piccoli indiani» di Agatha Cristie, ma ciò non significa che il romanzo non mantenga una propria originalità. Alexandra Benedict, infatti, prende il meglio da diversi autori di romanzi, ma lo fa con grande maestria, miscelando il tutto con elementi originali che rendono la trama unica nel proprio genere. Il grande merito dell’autrice è quello di esplorare e sperimentare diverse tematiche con grande capacità narrativa, riuscendo sempre a spiazzare il lettore.

Chi ama i classici gialli, con indovinelli e indizi sparsi non può lasciarsi sfuggire «A cena con l’assassino». Scoprire i diversi indizi che mano a mano vengono posti e, al contempo, svelare chi si cela dietro gli omicidi che sterminano i vari membri della famiglia, può essere un motivo sufficiente per iniziare a leggere questo romanzo intriso di mistero ad ogni pagina.

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A cena con l'assassino
  • Benedict, Alexandra (Autore)

Articolo protocollato da Davide Luciani

Appassionato di gialli fin da giovanissimo, mi ci avvicino per «vocazione materna» leggendo tutti i romanzi di Agatha Christie per poi spaziare su tutta la letteratura di questo genere, da quella anglo-americana alla avedese, fino al giallo italiano. Amo le lunghe passeggiate, il mare, le uscite con gli amici e, soprattutto, viaggiare alla ricerca di luoghi e culture diversi per ampliare le mie conoscenze.

Davide Luciani ha scritto 15 articoli: