Paula Hawkins è nata e cresciuta in Zimbabwe dove il padre lavorava come economista. Si trasferisce a Londra all’età di diciassette anni, laureandosi successivamente a Oxford. Lavora per quindici anni nel campo del giornalismo che abbandona per dedicarsi alla scrittura. Nel 2015 pubblica, negli Stati Uniti, La ragazza del treno: il suo romanzo d’esordio, che in tre settimane vende 500.000 copie. È autrice anche di Dentro l’acqua (Piemme, 2017) e di Un fuoco che brucia lento (Piemme, 2021). Ora, recensisco per voi: A occhi chiusi (Piemme, febbraio 2023).
Edie, Jake e Ryan sono amici fin dalla scuola. «Era un rapporto speciale, il loro. Le altre persone contavano poco, erano lontane anni luce.»
Era il terzetto più enigmatico della scuola, sempre pronti a farsi da scudo uno con l’altro. Poi, la vita è andata avanti ed Edie ha sposato Jake, ma l’amicizia dei tre rimane inalterata. Il matrimonio tra i due ex compagni di liceo attraversa un periodo di crisi nel momento in cui Jake, romanziere e sceneggiatore mancato, decide di trasferirsi in una casa sulla scogliera. Edie non è felice di questa scelta sia perché il luogo è piuttosto isolato, sia perché dalle immense vetrate si vede solo il mare: mare grigio che si fonde col cielo, con onde altissime che s’infrangono sulle rocce.
Una mattina, Edie viene raggiunta dalla notizia più impensabile: Jake è stato trovato morto, in una pozza di sangue. A ritrovare il cadavere è stato proprio Ryan che verrà ritenuto colpevole e quindi incarcerato. Cosa è, in realtà, successo nella casa sulla scogliera?
Edie è sconvolta e, nonostante una patologia retinica che la rende sofferente, dovrà cercare di “far luce” sull’intera vicenda sia perché teme di essere la prossima vittima, sia perché il passato sembra tornare per saldare i conti…
A occhi chiusi, ultima fatica letteraria di Paula Hawkins, può essere considerato un Quick Reads cioè una lettura veloce, ma non per questo priva di contenuti o senza un suo perché.
La vicenda è narrata dal punto di vista di Edie e la Hawkins è stata brava a farci percepire le mille sfaccettature delle sue emozioni: l’angoscia, la disperazione, i sospetti, la paura…
Davvero particolare il personaggio della protagonista che vive la sua vita comodamente adagiata su ciò che le fa più comodo credere perché è più facile “non vedere” o far finta di non vedere piuttosto che assumersi le proprie responsabilità.
Punto di forza di questo romanzo breve, o racconto lungo, è lo spessore psicologico dei personaggi e i loro segreti che celano dietro atteggiamenti di convenienza.
La trama è intrigante e cattura fin dalle prime righe accompagnandoci verso un finale ricco di colpi di scena e non prevedibile. La scrittura asciutta e brillante è in grado di creare tensione e suspence.
Unico neo, forse, il titolo. Quello originale è Blind spot che tradotto letteralmente significa ‘Punto cieco’. Ecco, forse ‘Punto cieco’ sarebbe stato più calzante sia perché la lesione retinica di Edie le ha reso “ciechi” alcuni punti, sia perché la nostra protagonista sembra selezionare i ricordi del passato, lasciando nell’oblio quelli scomodi.
Consigliato.
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