Con Anonimo, pubblicato da Giunti, Ursula Poznanski e Arno Strobel confermano entrambi gli aspetti della loro scrittura che ci avevano già convinto ne L’estraneo.
Da un lato abbiamo infatti l’originalità del soggetto scelto, che affronta un aspetto della Rete tutto sommato ancora poco esplorato; dall’altro lato ritroviamo il tipico stile di questi due autori.
Anche in Anonimo, sebbene in modo meno netto e deciso rispetto al precedente volume, c’è la sensazione che i due si siano divisi la scrittura di alcuni capitoli e la caratterizzazione dei personaggi principali, protagonisti di quella che potrebbe facilmente diventare una serie di successo.
In Anonimo, tradotto da Lucia Ferrantini, troviamo una coppia di poliziotti impostata sul classico modello degli opposti che si attraggono e funzionano bene insieme e non sono da escludere eventuali sviluppi romantici futuri, anche se spiace un po’ per il fatto che, come troppo spesso accade, ci si affidi allo stereotipo della donna irrazionale e intuitiva e dell’uomo razionale e control freak.
Ursula Poznanski e Arno Strobel azzeccano l’intuizione di miscelare la sfrenata libertà morale che viene conferita dall’anonimato con alcuni aspetti e sviluppi criminali presenti nel Dark Web. I due ipotizzano una situazione molto fantasiosa che funziona bene a livello di intreccio ma agisce anche come monito nei confronti di un qualcosa che, pur con esiti assai meno pericolosi, accade quotidianamente nel web, con un sempre più alto livello di offesa, odio e rabbia consentiti anche dal fatto di essere nascosti dietro uno schermo.
Scopriamo la trama di Anonimo.
Nel Dark Web appare all’improvviso un forum che diventa rapidamente popolare e comincia ad avere effetti micidiali nella realtà, con una serie di esecuzioni che sconvolgono la città di Amburgo. Trajan, così ha scelto di chiamarsi l’admin del forum Morituri, consente in sostanza a tutti i frequentatori anonimi di quel luogo virtuale la capacità di poter decidere la vita o la morte di alcune persone in base a delle votazioni online.
Tale assurda scelta è facilitata, nei votanti, da come vengono presentati i target dell’assassino: persone di dubbia morale, con alcuni difetti, che può quindi sembrare più “giusto” uccidere. Si passa dalla moglie che tradisce il marito con il fratello dello stesso al medico di scarse capacità e altrettanto scarsa deontologia che scarica le colpe dei suoi fallimenti sui colleghi, fino a un classico di queste narrative dotate di killer moraleggiante, ovvero l’avvocato che è riuscito a far scagionare uno stupratore.
Ogni tentativo di “risolvere” il caso attraverso attacchi informatici fallisce: sembra impossibile riuscire a chiudere Morituri, mentre gli indizi riguardanti le identità precise delle prossime vittime sono troppo vaghi e non permettono quindi di agire in modo preventivo. Per il commissario Daniel Buchholz, maniaco del controllo e dell’ordine, si tratta di una situazione particolarmente frustrante, e non gli rimarrà che affidarsi alla sua nuova collega Nina Salomon, che è invece facilmente preda delle emozioni ma è anche dotata di istinto e intuito infallibili…
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