Non sono un fan sfegatato di Giorgio Faletti, ma l’uscita del suo nuovo libro, Appunti di un venditore di donne, di certo non può passare sotto silenzio, non fosse altro che per il fatto che a molti di voi lettori interesserà. Ecco quindi la trama di questo noir ambientato in Italia sul finire degli anni 70, quando il terrorismo scuoteva il paese e la mafia imperava in Sicilia come non mai.
1978: a Roma le Brigate Rosse hanno sequestrato Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi come Gaetano Badalamenti spengono ogni tentativo di resistenza civile, a Milano le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la “Milano da bere” degli anni Ottanta, non conosce soste. Si moltiplicano i locali in cui la società opulenta, che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, trova il modo di sperperare la propria ricchezza. È proprio tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine che fa i suoi affari un uomo enigmatico, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno “sgarbo”. Si fa chiamare Bravo. Il suo settore sono le donne. Lui le vende. La sua vita è una notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l’amico Daytona. L’unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è un vicino di casa, Lucio, chitarrista cieco con cui condivide la passione per i crittogrammi. Fino alla comparsa di Carla che risveglierà in Bravo sensazioni che l’handicap aveva messo a tacere. Ma per lui non è l’inizio di una nuova vita bensì di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita e da un’organizzazione terroristica.
Questa in sintesi, la storia. Che dite: lo leggerete?
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