Il quinto assassino è l’ultimo romanzo di Brad Meltzer, uscito in Italia nei primi giorni del mese di luglio per i tipi di Garzanti. Nato nel 1970, Meltzer è una delle voci più interessanti della letteratura statunitense. Artista poliedrico (è anche fumettista oltre che scrittore) è apparso nel ruolo di sé stesso nel 1998 nel film Celebrity, che vedeva dietro la macchina da preso niente meno che Woody Allen.
Con questo romanzo porta i lettori all’interno del luogo simbolo del potere occidentale: la Casa Bianca, che nella sua storia è stata ben quattro volte privata del suo inquilino principale per mano di un misterioso assassino: da Lincoln a Kennedy sono stati diversi i casi che hanno visto Presidenti degli Stati Uniti perdere la vita in circostanze violente.
Un segreto inquietante si cela dietro a queste morti, un segreto che potrebbe sconvolgere dalle fondamenta il delicato equilibrio tra Stato e Chiesa. Le circostanze precipitano quando viene ucciso il presbitero della cappella privata della Casa Bianca.
Questo quinto assassinio apre le porte a una serie di altri delitti compiuti con precisione scientifica, da un individuo che indossa una maschera di Lincoln e che lascia sul luogo del crimine carte da gioco del XIX secolo.
A indagare attorno a questo caso inquietante ci sono i servizi segreti, che non riescono però a dipanare il significato degli indizi, che risultano invece più che chiari agli occhi di Beecher White, giovane bibliotecario del palazzo presidenziale statunitense già apparso ne L’Archivio proibito.
I delitti si susseguono e l’assassino si firma come “il cavaliere”. La sua intenzione è chiara: riproporre le dinamiche dei quattro omicidi dei Presidenti degli Stati Uniti.
Beecher si trova così a essere l’unico polo consapevole in uno schema criminale letale, dove regna un enigma di cui solo lui conosce le chiavi, grazie alle informazioni acquisite tra gli scaffali degli archivi segreti di Washington.
Gran parte di chi ha letto Il quinto assassino ha giudicato Meltzer in una fase di involuzione e probabilmente questo non è il suo miglior romanzo, ma dovevamo la notizia ai fan dello scrittore di Brooklyn e in generale degli intrighi con sfondo politico. Non lo consigliamo molto, quindi, ma a voi la decisione.
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