Torna Patrick Robinson nelle librerie italiane: dal 1 Luglio sarà in libreria il suo L’attentatore (ed. Longanesi, traduzione di Paolo Valpolini). Investito di etichette tanto lusinghiere quanto scomode (“La risposta inglese a Tom Clancy”, Bookseller; “Il nuovo Frederick Forsyth”, The Guardian), Robinson è di certo uno degli esponenti più in auge al momento nel genere del thriller militare e Diamondhead (questo il titolo originale) in patria ha avuto un buon successo. Sarà apprezzato lo stesso anche qui da noi? Chissà; intanto, io ve ne riporto la trama.
Mack Bedford è una macchina da guerra implacabile. Ma dopo aver vendicato un sanguinoso attacco ai suoi compagni, subisce un processo il cui verdetto lo costringe ad abbandonare l’esercito. Tutto, a quel punto, gli crolla addosso: la carriera, la speranza, il suo innato senso di giustizia, nulla sembra più avere senso. Il ritorno nella sua casa nel Maine ha il sapore della sconfitta, ma lui non può permettersi di cedere: la vita di suo figlio Tommy è appesa a un filo, e l’unico modo per curare la rara malattia di cui è affetto è un costosissimo intervento chirurgico in una clinica svizzera. E se la vita del bambino ha il prezzo di un milione di dollari, l’unica opportunità che Mack ha di salvarlo è quella di accettare una proposta tanto inaspettata quanto rischiosa. Una missione che lo porterà ad affrontare un magnate dell’industria bellica, uno degli uomini più potenti d’Europa. E che lo costringerà a ignorare tutti i valori in cui ha sempre creduto, a indossare i panni di chi ha sempre disprezzato. A diventare un attentatore.
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