Con una mossa editoriale che può lasciare un po’ interdetti ma deve essere interpretata in modo molto positivo, Feltrinelli pubblica Babylon-Berlin di Volker Kutscher all’interno della collana I Narratori.
La perplessità deriva dal fatto che il romanzo era già stato pubblicato da Mondadori in Strade blu narrativa nel 2010, con altro e migliore titolo, Il pesce bagnato. Prevale però l’ottimismo, in quanto il volume era da tempo fuori catalogo e questa ristampa potrebbe rappresentare la volontà, da parte della casa editrice milanese, di offrire ai lettori l’intera serie che Volker Kutscher ha dedicato al suo personaggio più noto, il detective Gereon Rath, ripartendo dal primo romanzo.
Babylon-Berlin è infatti apparso in lingua originale nel 2008 per Kiepenheuer & Witsch con il titolo Der nasse Fisch e ha segnato il debutto sulla scena di questo azzeccato giovane commissario che si muove su uno sfondo cronogeografico molto particolare, ovvero la Germania a cavallo fra gli anni Venti e Trenta. L’attuale edizione Feltrinelli mantiene la traduzione mondadoriana di Palma Severi e Rosanna Vitale.
Diamo ora un’occhiata alla trama di Babylon-Berlin.
Sulla Sprea Atene è morta,
Sulla Sprea fiorisce Chicago.Il romanzo si apre con questa citazione di Walther Rathenau, anomala figura di ebreo tedesco, magnate dell’industria che fonde politica, filosofia, persino mistica e che da alcuni (che a parere di chi scrive cercavano soltanto di tirare acqua al proprio squallido mulino) è stato rivendicato come precursore del fascismo. Rathenau fu anche, per pochi mesi del 1922, Ministro degli Esteri della Repubblica di Weimar, fino a quando venne ucciso da esponenti dell’estrema destra.
Quel che Rathenau ci dice è che Berlino, travolta dall’industrializzazione e dalla conseguente urbanizzazione sfrenata, abbandona ogni possibile ideale di un tempo per trasformarsi in una terra di gangster, di lusso e divertimenti accanto a miseria, povertà e violenza, un fiume di violenza, unico sistema di dialogo fra le parti sociali.
È ottima citazione, perché evoca in pochissime parole il palcoscenico sul quale dovrà agire il commissario Gereon Rath che arriva nel 1929, giovane di belle speranze, a Berlino da Colonia. Si troverà di fronte alla città futuro simbolo della tragedia nazista, fra lotte operaie e piani reazionari che lasciano intravedere il cupo abisso che attende Berlino, la Germania e il mondo.
Inizialmente Gereon Rath è frustrato in quanto viene assegnato alla Buoncostume e si riduce a dover indagare fra set pornografici, prostituzione e night clandestini nei quali la cocaina è l’abbondante sabbia che fa da sponda a fiumi di alcol. Ma a interrompere la sua insofferenza arriva il Primo Maggio, il Maggio di Sangue: i comunisti ignorano il divieto di manifestazione e i poliziotti interverranno duramente, lasciando al suolo decine di morti.
Il prefetto, con mossa azzeccata e comune ancora adesso in larga parte della politica e stampa italiana, cerca di deviare l’attenzione dei cittadini e non c’è nulla di meglio che un crimine violento, misterioso e affascinante per mesmerizzare le masse e non farle pensare.
L’occasione è ideale: in un canale viene ripescata un’automobile lussuosa, al suo interno c’è il cadavere di un uomo, vestito in modo impeccabile, le mani massacrate dalla tortura. Identità sconosciuta e nessun testimone: per Gereon Rath l’indagine parte subito in salita.
Il sottoscritto quando scrive notizie per Thriller Café cerca di mantenere un tono neutro, ma in questo caso mi sbilancio e vi consiglio caldamente Babylon-Berlin. Volker Kutscher è uno scrittore meticoloso, con grandi capacità di ricerca storica che aggiungono enorme valore e verosimiglianza ai suoi romanzi e ha scelto un’epoca molto interessante nella quale far muovere, altra buona intuizione, un protagonista abbastanza indifferente agli scenari politici.
La pubblicazione di Babylon-Berlin non poteva arrivare con tempismo migliore in quanto è ambientata in un momento e luogo nel quale la democrazia cede il posto al fascismo: a fine di questo cupo e preoccupante 2017 un ripasso di questa lezione può farci solo del bene.
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