Il libro che presentiamo oggi al Thriller Café è “Bad boy”, la biografia del maestro del noir Jim Thompson, ripubblicata recentemente in Italia da HarperCollins. Il volume, che risale al 1953, è il primo capitolo di una trilogia che racconta la vita di questo prolifico autore americano, che ci ha regalato oltre trenta romanzi di grande successo, alcuni dei quali sono diventati film iconici, basti pensare a The Getaway di Sam Peckinpah, con il mitico Steve McQueen, o a due capolavori di Stanley Kubric come Rapina a mano armata e Orizzonti di gloria. Purtroppo, come spesso accade, la fama e la celebrità lo raggiunsero in gran parte post-mortem: oggi la critica lo celebra come “il Dostoevskij dei supermercati” per via dell’intensità delle sue storie.
Bad boy racconta le avventure del giovane Thompson e di una famiglia decisamente “sui generis”. Suo padre si candida come sceriffo in una contea dell’Oklahoma e intraprende una carriera politica destinata a naufragare: sarà sua madre a tenere dritto il timone della nave che affonda. La famiglia si trasferisce così in Texas, a Fort Worth. Al fianco del bambino, però, c’è la presenza di “Pa”Myers, un nonno che riesce sempre a consolarlo introducendolo dapprima al “toddy” (whisky allungato) e poi alle gioie delle “burlesque house”.
“I miei primi ricordi sono i pizzicotti che ho ricevuto”: questo l’incipit della storia, che lascia già presagire un decorso rocambolesco. Ben presto, Thompson capisce che “mi sarei preso la colpa di qualsiasi cosa avessi fatto. Tanto valeva cercare anche di divertirsi”. È così che, spinto dalla necessità, affronta un caleidoscopio di professioni: dal fattorino d’albergo allo smantellatore di pozzi di petrolio, diventando anche contrabbandiere d’alcol durante il Proibizionismo e studente di veterinaria suo malgrado.

Anche se non si tratta di un thriller vero e proprio, siamo certi che la biografia di Thompson non vi annoierà. I cultori di questo scrittore potranno trovarvi dei temi che ricorreranno successivamente nei suoi romanzi, ma anche coloro che, come me, si accostano per la prima volta a questo gigante del noir, rimarranno ammaliati dal ritmo della sua scrittura. Bad boy è un libro in cui succedono tante cose e, soprattutto, è un libro divertente, che vi farà ridere e vi terrà incollati alle sue pagine. Le avventure del giovane Thompson ricordano quelle di Tom Sawyer, e anche lo stile di scrittura ha la verve ironica tipica di Mark Twain. Ma non c’è solo da ridere: Thompson, con il suo stile scanzonato, guarda in faccia la miseria, l’alcolismo e la disperazione. In questo, più che Tom Sawyer, il protagonista ricorda Arturo Bandini, personaggio letterario e fortemente autobiografico creato dal leggendario John Fante. Entrambi, infatti, vivono un sogno americano che spesso ha i toni dell’incubo, e la loro scrittura non viene dall’alto di una candida torre d’avorio, ma dalla polvere della strada, a colpi di buste affrancate inviate a case editrici indifferenti.

Insomma, Bad boy è una lettura apparentemente leggera e decisamente piacevole, che però ha il sapore e la statura dei grandi classici. Buona lettura!

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Bad boy
  • Thompson, Jim (Autore)

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: