Già uscito in Italia diversi anni fa (nel 2003) per Einaudi, Bad Chili di Joe R. Lansdale viene ristampato in questi giorni da Fanucci. Quarto romanzo della serie di Hap & Leonard (quindi, attenzione, non successivo al recente Devil Red), questo libro vede i due eccentrici protagonisti alle prese con una serie di eventi come al solito a cavallo tra il noir e l’assurdo, a cominciare da Hap che viene aggredito da uno scoiattolo rabbioso. Leonard, depresso per la fine della sua relazione con Raul, sparisce di colpo, e sulle sue tracce non c’è solo il suo amico Hap ma anche la poliziia che lo accusa dell’omicidio di un motociclista locale chiamato Cavallo, l’uomo per cui Raul lo ha lasciato prima di morire pure lui di morte poco naturale.
Cercare Leonard è la priorità di Hap, ma ci sono altre cose a cui badare contemporaneamente: i loschi affari del re del chili e soprattutto la conturbante infermiera Brett dalle gambe mozzafiato e il passato oscuro… Nemmeno il clima gli darà tregua, ma il Texas, lo sappiamo, è così: una sfida continua che solo due duri come Hap e Leonard possono vincere.
Per tutti gli amanti di Lansdale, e non solo, riporto qui a seguire l’incipit di Bad Chili:
Era metà aprile quando tornai dal mio lavoro in mare e scoprii che il mio buon amico Leonard Pine aveva perso il posto di buttafuori all’Hot Cat Club, perché in un momento di rabbia, dopo aver cacciato un attaccabrighe fuori dal locale, mentre quello era ancora a terra, Leonard aveva tirato fuori l’uccello e gli aveva pisciato sulla testa.
Poiché un buon numero di clienti del club era fuori a guardare quella testa di cazzo rimbalzare come una pallina da ping-pong tra le mani di Leonard, e poiché Leonard non era stato neppure abbastanza discreto da voltarsi di spalle, quando aveva deciso di innaffiare la testa del babbeo, la direzione del locale era stata incline a credere che avesse esagerato.
Leonard non capiva perché. Anzi, secondo lui era stata un’ottima idea. Disse ai gestori che se si fosse sparsa la voce della sua impresa, i potenziali attaccabrighe si sarebbero detti: “Se crei dei problemi all’Hot Cat Club, ti arriva addosso quel bastardo di un negro frocio, e ti piscia sulla testa.”
Tenendo conto della generale omofobia e del razzismo della popolazione locale, Leonard considerava che una cosa del genere avesse una capacità deterrente maggiore della pena di morte. La direzione non fu d’accordo. Erano desolati, dissero, ma dovevano proprio licenziarlo.
Un inizio in pure stile Lansdale, non c’è che dire, no?
Per chi non l’avesse letto all’epoca della prima edizione, una buona occasione per riscoprire uno dei primi romanzi della serie più amata dai fan dello scrittore texano (intervistato su Thriller Café qualche tempo fa).
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