Tutti coloro che aspirano a diventare scrittori, possono trovare nella storia (artistica) di Andrea Camilleri motivo di speranza e allo stesso tempo di sconforto. Il papà dell’ormai forse più celebre poliziotto italiano, il commissario Salvo Montalbano, diede alle stampe il suo primo libro Il corso delle cose nel lontano 1978, tra l’altro con un editore a pagamento (pare che esistessero anche allora, o forse sono sempre esistiti…). Il libro passò attraverso l’indifferenza più totale, così come una prova successiva del 1980, edita da Garzanti. Passano una decina d’anni, abbastanza per fiaccare le aspirazioni e la tenacia di aspiranti scrittori ben più coriacei, ma finalmente arriva la Sellerio, e con essa il successo. Non è un’esplosione, ma assomiglia piuttosto a un fiume che rompe gli argini, tracimando attraverso il passa parola dei lettori, che lo trovano irresistibile. Un successo più che meritato, ma che non può non farci interrogare sulla volubilità del mercato letterario, che oggi impazzisce per opere che ieri non si degnava nemmeno di annusare.
Ozioso chiedersi perchè, dato che non una virgola è stata cambiata nell’arco di quei dieci anni di sottobosco immobile. Eppure Camilleri non era certo un principiante, né tantomeno un improvvisato. La sua formazione letteraria ha origini lontane, solide e raffinate. E’ prima di tutto regista teatrale e sceneggiatore, e questo suo bagaglio si riconosce, dal punto di vista tecnico, nella struttura dei romanzi che scrive, definiti dai critici come dei marchingegni a orologeria, per la perfezione con cui costruisce i suoi intrecci. Qualità importante in tutti i generi letterari, ma fondamentale nel giallo, dove la differenza tra mediocrità ed eccellenza passa per l’abilità con cui si acconcia il mistero e poi lo si risolve.
Camilleri crea il suo personaggio più famoso, Salvo Montalbano, e nel romanzo d’esordio La forma dell’acqua lo fa introdurre in questo modo da due netturbini che decidono di rivolgersi alle forze dell’ordine dopo aver capito di essersi appena imbattuti in guaio: “di andare dai carabinieri manco gli era passato per l’anticamera del cervello, li comandava un tenente milanese. Il commissario invece era di Catania, di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa, la capiva.”
A parte quest’annotazione su Catania, che non mi risulta essere stata in seguito ripresa, la breve definizione è tra le intuizioni più felici di Camilleri. Quale modo migliore per descrivere una persona intelligente, saggia, che conosce il territorio, la sua cultura, i suoi abitanti, e sa quindi come comportarsi e come agire? C’è tutto Montalbano in quella breve frase, e c’è tutta la Sicilia di Camilleri. Il commissario Montalbano è un personaggio talmente realistico che meriterebbe una biografia a parte: prende il suo nome – l’aneddoto è arcinoto – da un omaggio a Manuel Vasquez Montalban, lo scrittore spagnolo padre del detective Pepe Carvalho; è amante della buona cucina, che usa gustare in silenzio (chiedendolo – o imponendolo – anche ai suoi commensali); è eternamente fidanzato con Livia, genovese di origini e cultura, con cui ha anche rischiato di sposarsi per poi adottare il piccolo protagonista de Il ladro di merendine, ma questo legame, specie negli ultimi romanzi, appare sempre più fragile ed esposto alle insidie di altre donne che occasionalmente incrociano la sua strada. La sua vita, per fortuna di chi legge le sue avventure, si esaurisce per gran parte nel lavoro, in cui senza tanti giri di parole si può dire che eccelle. E’ dotato di fiuto investigativo, a volte arriva alle cose prima con l’istinto che con la ragione. Conosce la natura umana, e soprattutto le sue debolezze. E’ rispettoso della legalità, ma non di rado ritiene che il fine giustifichi i mezzi, specie se si tratta di aggirare qualche nodosa procedura burocratica per ottenere subito i risultati voluti. Ha una moralità che non nasconde né ostenta, e si capisce che da molta importanza a valori come l’amicizia, la fedeltà (non quella coniugale, ma ai propri principi) l’onestà intellettuale: il complesso di qualità che si potrebbe riassumere, con un’espressione un po’ retrò, con la frase “un uomo dalla schiena dritta”.
L’altro grande protagonista dei romanzi di Camilleri è poi la Sicilia. O meglio una visione della Sicilia che, sia detto subito, molti hanno accusato di essere romanzata e irrealistica, ma che ha l’indiscusso merito di saper cogliere qualità e difetti che, seppure descritti attraverso il filtro della fiction (e dunque esagerati o attenutati, a seconda dei casi) trovano origine nella realtà delle cose.
Ci sono romanzi che potrebbero essere ambientati in qualsiasi contesto, e conserverebbero pressochè intatta la loro identità. Quelli di Camilleri non possono che essere ambientati in Sicilia, o altrimenti non esisterebbero, intrisi come sono di cultura locale. Un nesso che risulta evidente se si considera quel lessico particolare che viene utilizzato nei suoi libri: un siculo-italiano che ha attraversato negli anni significative mutazioni. Mentre nei primi libri Camilleri usa una sorta di italiano contaminato dal siciliano, oggi è esattamente il contrario. Con un intento quasi pedagogico, Camilleri ha educato i suoi lettori al dialetto della sua terra; prima attraverso pochi e insistiti vocaboli ben intellegibili attraverso il contesto, per poi rovesciare il rapporto e arrivare a usare un siciliano qua e là pennellato di italiano. Con il risultato che chi oggi si avvicinasse a Camilleri per il tramite dei suoi ultimi romanzi avrebbe forse qualche difficoltà a decifrare certe espressioni; ma è indubbio che allo stesso tempo il Maestro sia riuscito a creare, attraverso questa dolce assuefazione (per i non siculi, s’intende) a termini come trasire, taliare, macari, una certa complicità con i suoi innumerevoli lettori di vecchia data.
Un’ultima annotazione su Montalbano e sul suo rapporto con la realtà. A differenza di molti personaggi seriali, il commissario non è rimasto uguale a se stesso attraverso le varie avventure raccontate dal suo papà letterario. Non solo è invecchiato anagraficamente, ma si è evoluto coerentemente con gli avvenimenti della sua vita. Sono mutati i suoi rapporti umani (con Livia, con Fazio, con Mimì Augello) e il carattere delle persone che gli stanno attorno. Persino Catarella, il personaggio all’inizio evidentemente pensato solo per strappare qualche sorriso al lettore attraverso le sue gag con Montalbano, ha mostrato in certi momenti la sua tridimensionalità, compatibilmente con lo spazio riservato a un attore di contorno.
Montalbano ha pure mostrato pure di essere piacevolmente meta-letterario, con le sue riflessioni-incursioni nella cronaca italiana (spesso politica), che lo collocano nel presente e riflettono le convinzioni di Camilleri uomo sociale.
Insomma, il tempo non attraversa senza conseguenze la sua vita, e se nasce non dovrà a un certo punto anche morire? La risposta è forse contenuta in quell’ultima storia gelosamente conservata nella cassaforte della Sellerio, che per volontà di Camilleri non verrà data alle stampe prima che quest’ultimo, speriamo tra un centinaio d’anni, avrà preso domicilio al paradiso degli Scrittori.
Andrea Camilleri è scomparso il 17 luglio 2019.
Cristiano Idini
Bibliografia
Serie di Montalbano:
La forma dell’acqua
Il cane di terracotta
Il ladro di merendine
La voce del violino
Un mese con Montalbano (racconti)
Gli arancini di Montalbano (racconti)
La gita a Tindari
L’odore della notte
La paura di Montalbano (racconti)
Storie di Montalbano (raccolta)
Il giro di boa
La pazienza del ragno
La prima indagine di Montalbano (racconti)
La luna di carta
La vampa d’agosto
Le ali della sfinge
La pista di sabbia
Il campo del vasaio
L’età del dubbio
Racconti di Montalbano (racconti)
Il Commissario Montalbano – Le prime indagini (raccolta)
La danza del gabbiano
Ancora tre indagini per il commissario Montalbano (raccolta)
La caccia al tesoro
Acqua in bocca (in collaborazione con Carlo Lucarelli)
Il sorriso di Angelica
Il gioco degli specchi
Altri casi per il commissario Montalbano (raccolta)
Una lama di luce
Una voce di notte
Un covo di vipere
Di seguito alcuni link su Andrea Camilleri:
Vigata.org
Andreacamilleri.net
Su Wikipedia
La serie televisiva rai su Montalbano, per la regia di Alberto Sironi
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