Acclamato come uno dei migliori romanzi del 2010 in Gran Bretagna fin dalla sua pubblicazione, e insignito poi del prestigioso Gold Dagger 2010, è appena stato edito anche in Italia Blacklands, esordio letterario col botto di Belinda Bauer.
Tra i libri usciti di recente, questo pubblicato da Marsilio è a mio parere uno dei più interessanti, non solo per gli amanti dello pyscho-thriller dai ritmi serrati e degli antagonisti psicopatici, ma per chi vuole farsi coinvolgere in una storia vista dalla prospettiva di un ragazzino di dodici anni, protagonista di spessore che ne fa un romanzo che si eleva dalla media del sottogenere per collocarsi a un livello superiore.
La trama, se siete curiosi, è questa:
Steven Lamb ha dodici anni e scavare buche nell’Exmoor ha dato uno scopo alla sua vita. Spera di trovare un corpo. Sono passati quasi vent’anni da quando lo zio Billy, allora undicenne, è scomparso, e anche se tutti sono convinti sia tra le vittime di Arnold Avery, serial killer ora in carcere, la nonna di Steven lo sta ancora aspettando. Intanto, la famiglia intorno a lei va in pezzi, incapace di superare una perdita così crudele. Per chiudere finalmente i conti con il passato, Steven decide di scrivere ad Avery una lettera anonima, e di chiedergli di rivelare il luogo in cui ha sepolto il fratello di sua madre. Ma appena Avety capisce di avere di fronte un bambino, in lui ritorna prepotente l’istinto omicida. Tra le brughiere avvolte dalla nebbia del sud dell’Inghilterra, comincia un gioco molto pericoloso tra un ragazzino disperato e un serial killer annoiato…
Se lo leggerete, poi fatemi sapere…
Intanto, qui sotto vi lascio Belinda Bauer che parla proprio di Blacklands.
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