Brilliance. La formula del poterePubblicato da Editrice Nord con la traduzione di I. Katerinov, recensiamo oggi un romanzo di Markus Sakey uscito qualche anno fa ma che ci sentiamo ancora di consigliare: Brilliance. La formula del potere, un folle thriller in cui la fantascienza si mescola all’azione e che unisce la suspense  ad una sagace critica della società.

Non fatevi ingannare dall’aspetto e dall’età relativamente giovane di Sakey, e nemmeno dal fatto che il suo nome non è conosciutissimo qui in Italia (ma Thriller Café si è occupato molte volte in precedenza di questo autore): dal suo esordio, risalente al 2008, questo autore ha già piazzato ben quattordici opere delle quali almeno una, The Blade Itself, meriterebbe piena attenzione da qualsiasi tipo di pubblico ed è apparsa in varie liste e segnalazioni di testate quali Esquire e New York Times.

Con Brilliance, La formula del potere Sakey costruisce un romanzo originale dal taglio cinematografico. Il racconto si svolge in un mondo futuribile non molto diverso dal nostro dove alcune persone nascono con un “dono”, un’abilità particolare che può trasformarsi in una terribile maledizione.

Per cause sconosciute a partire dal 1980, l’1% dei nuovi nati è un genio. Una percentuale così alta, che aveva fatto pensare che tutte quelle “persone speciali” avrebbero aiutato l’umanità a progredire in campi come la medicina e la fisica, la tecnologia e l’informatica. Ma col tempo la situazione è cambiata. Infatti, dopo circa trent’anni, si è arrivati a capire che esistono diversi livelli di abilità tra i geni e ad una loro classificazione. I brillanti di “primo livello” sono capaci di performance incredibili

come un certo Erik Epstein, capace di interpretare con estrema chiarezza i movimenti del mercato azionario così da permettergli di accumulare una fortuna e costringere il governo Usa  – seguito da altri paesi – a chiudere tutte le Borse.

Una volta scoperto che quelle persone sono troppo intelligenti per essere controllate, i governi hanno cominciato a vederli come una minaccia da neutralizzare fin dalla nascita. La politica repressiva verso la popolazione dei geni, definiti anche brillanti o “storti”,  ha fatto sì che sorgesse un’organizzazione terroristica guidata da un leader di nome John Smith, il ricercato numero 1 dell’FBI.

Il compito di catturare il terrorista viene affidato all’agente speciale del DAR – Dipartimento di analisi e risposta – Nick Cooper, anche lui un brillante dotato di straordinarie capacità logiche: la sua abilità principale consiste nell’interpretare il linguaggio del corpo di una persona e capire in anticipo cosa farà la persona che osserva.

Nonostante gli sforzi Nick va incontro a molteplici fallimenti e dovrà fare i conti con le numerose vittime degli attentati terroristici di Smith. Esasperato dalla situazione Cooper decide per una mossa azzardata: infiltrarsi ad insaputa di tutti (ad eccezione del suo capo) nell’organizzazione terroristica e organizzare un finto attentato con l’aiuto di John Smith. Rinnegato dalla società e inseguito dai suoi ex colleghi, Nick dovrà quindi sostenere un viaggio pericoloso e difficile, senza sapere mai di chi potersi fidare.

Seguirà una caccia all’uomo con svariati colpi di scena, una partita a scacchi con John Smith, in cui Nick si renderà conto che niente è come sembra e il confine tra i buoni e i cattivi è molto labile.

La forza del romanzo sta soprattutto nell’idea semplice quando originale dell’autore:

la storia ci mostra che nascono solo un genio o due ogni secolo, ma cosa accadrebbe se invece ne nascesse uno ogni cento?

La trama è quella di un libro d’azione in cui la fantascienza si mescola col thriller, strizzando e la fantapolitica. I personaggi presentono sfaccettature multiple in un ambientazione fatta da un mondo futuro assolutamente credibile. Il protagonista Nick Cooper è un agente DAR, un “brillante” anche lui, un uomo dai nobili ideali, uno che dà la caccia ai suoi simili “cattivi” per proteggere la sua famiglia, la nazione e il mondo.

L’interrogativo fondamentale che pervade l’intero racconto è: Chi sono davvero i buoni e chi i cattivi?

Non sorprende che Sakey abbia già ceduto i diritti per la trasposizione cinematografica di Brilliance.  Infatti trama e ritmo narrativo sembrano architettati appositamente per il cinema, capace di catturare sopratutto le fantasie Sakey di un pubblico adulto, disposto a credere in eroi che fanno del loro dai superintelletto la propria maggiore abilità.

 

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Articolo protocollato da Salvatore Chianese

Salvatore Chianese è sociologo e vive e lavora a Napoli. Adora la lettura, la musica e il cinema. Sin da bambino è attratto dal mondo del mistero e dell’horror. È cresciuto ascoltando la musica dei Queen, Led Zeppelin, Black Sabbath, Metallica, Iron Maiden, Y.J. Malmsteen… e tutto il rock hard and heavy. Nutre una venerazione per la letteratura horror di Stephen King, e dei maestri E.A. Poe e H.P. Lovecraft. Le letture che hanno segnato la sua esistenza sono Dracula di Bram Stoker, Il fuggiasco di Carlotto e Il conte di Montecristo di Dumas.

Salvatore Chianese ha scritto 41 articoli: