Dopo aver recensito qualche giorno fa il più recente romanzo di Jesper Stein, recuperiamo oggi la recensione anche di Bye Bye Blackbird, il secondo episodio dedicato ad Axel Steen, che segue Il tempo dell’inquietudine e anticipa di alcuni mesi le vicende del recentissimo Akrash.
In un’estate particolarmente calda, una denuncia per stupro riapre un vecchio caso di omicidio mai risolto: una ragazza di diciotto anni, strangolata e ripescata in un laghetto di Ørstedspark, l’area verde più cool di Copenaghen.
Axel Steel è in bilico, sospeso tra il desiderio di amore (quello tenero per la figlia Emma, quello forse non ancora sepolto per l’ex moglie Cecilé o quello per una donna che non è ancora arrivata) e l’autodistruttività alimentata dall’eccesso di hashish: riaprire quel vecchio caso, che gli era costato così tanto in termini personali, e trovare il colpevole diventa per Axel un modo per riportare l’equilibrio, in sè stesso e per le strade di Copenaghen.
Anche questo secondo romanzo di Jesper Stein è estremamente convincente, e si basa su tre solide basi: una trama articolata e credibile, un’ambientazione affascinante, un protagonista complesso e affascinante.
All’inizio del romanzo Axel Steen sembra essere il solo a credere nella connessione tra la denuncia di uno stupro attuale e il suo vecchio caso: del resto Axel non è certo popolare tra i colleghi – individualista, propenso a forzare le regole, brusco e con quell’aura quasi mistica per il numero di casi importanti risolti – sopratutto se questi hanno ragioni proprie per non volerlo assecondare.
Axel scava in profondità, trova connessioni, e attraverso le quattrocento pagine del romanzo si costruisce un caso di stupratore seriale, che Stein gestisce con abilità disseminando la trama di false piste, indizi, dubbi, con un indubbio stile “nordico” che sfugge a clamorosi colpi di scena ma mette in rilievo il lavoro di indagine poliziesca più realistico.
In Bye Bye Blackbird la scena si sposta tra il quartiere di Nørrebro – che resta comunque sempre sullo sfondo – e i quartieri più benestanti della città: ma, più che la città, in questo caso l’ambiente su cui si focalizza l’attenzione è quello interno alle forze di polizia: in particolare emerge la figura di Jens Jensen, superiore gerarchico di alto grado di Axel e compagno dell’ex moglie. Jensen è un personaggio ambiguo, sfuggente, tratteggiato da Stein senza banalità: è un animale politico, nutre una sincera ammirazione – che rasenta il desiderio di emulazione – nei confronti di Axel, ma è profondamente geloso di ciò che crede esistere ancora con l’ex moglie Cecilé. Per tutto il romanzo il lettore avrà la sensazione di aspettarsi qualcosa da Jensen, e nel successivo Akrash saranno interessanti gli sviluppi di questo rapporto ambivalente.
Axel Steen merita sicuramente un posto d’onore tra i protagonisti del giallo nordico e non solo: Stein riesce a utilizzare la figura ormai classica del poliziotto tormentato senza banalità, creando il ritratto molto umano e complesso di un uomo segnato da cicatrici sia esteriori che interiori che nonostante tutto – nonostante i modi, nonostante l’hashish, nonostante la rabbia che fin troppo facilmente emerge – ha un carisma naturale. A modo suo Axel Steen è l’eroe forse non puro ma sicuramente animato dai sentimenti migliori, primo fra i quali un senso profondo della giustizia, come lo erano gli eroi delle saghe vichinghe tanto care all’autore (e dio sa quanto lontani siano dai pallidi eroi romantici da copertina di Vogue, e quanto più interessanti).
E questo probabilmente l’obiettivo di Jesper Stein: attraverso un personaggio poco propenso a scendere a compromessi sui fondamentali, denunciare le storture della società nella quale si muove: i fantasmi che agitano la vita di Axel non sono fantasmi privati, sono fantasmi – in senso lato – politici. In questo caso il romanzo affronta con durezza il tema della violenza sulle donne, che non è solamente quella perpetrata dall’aggressore: è anche la difficoltà di essere credute, del sistema giudiziario che umilia, della violenza consumata in famiglia.
Un grandissimo giallo nordico, da recuperare per apprezzare al meglio l’ottimo Akrash.
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