“Non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male. Qualche assassinio senza pretese lo abbiamo anche noi qui in paese”. Le note di questa vecchia canzone dell’immortale Fabrizio De André (se volete ascoltarla tutta, la trovate a questo link) sono il modo che abbiamo scelto per introdurre il libro di oggi: Cadaveri a sonagli, di Christian Frascella, edito da Mondadori.
Benvenuti, quindi, a Santa Margherita, comune delle Langhe, terra piemontese di colline, vino e tartufi. Ma non temete, per una volta non vi parleremo di investigatori gourmet o di cucina piemontese. No, questa volta al centro della scena c’è una villetta fuorimano e due “poveri diavoli”, Lea e Nicola, pronti a svaligiarla. La casa sembra deserta, il piede di porco è pronto e la macchina, ovviamente rubata, è parcheggiata in posizione tattica, pronta ad accoglierli appena finito il colpo… Insomma, facile come bere un bicchier d’acqua, no? Cosa mai potrebbe andare storto?
L’intero romanzo ruota intorno a quel qualcosa che “va storto”. Come spiega lo stesso autore nell’esergo di apertura: “A volte la morte è una contingenza, succede e basta, come scottarsi la lingua con il caffè bollente. Non puoi prendertela davvero col caffè. O con la moka. O col fuoco. È colpa tua, anche se non è proprio colpa tua”. L’errore, anzi, gli errori, che si sommano creando un effetto valanga, diventano la musica su cui balla una galleria di personaggi davvero male in arnese, opportunisti, egoisti, mediocri eppure, al contempo, incredibilmente divertenti. Insomma, Christian Frascella usa il delitto per dare vita a una storia in bilico tra il giallo e la commedia, in cui subentrano sbirri imbranati, mogli tradite, amanti illuse, moribondi pronti a tutto e persino un cagnolino pinscher. Ogni personaggio è un ingranaggio difettoso che però si inserisce in un meccanismo narrativo ben oliato e perfetto, che vi renderà difficile smettere di leggere.
Il “colpevole”, in realtà, si scopre fin dalle prime pagine, un po’ come accade con gli episodi dell’Ispettore Colombo, tanto per intenderci, ma proprio qui entra in gioco l’abilità dell’autore nell’incastrare azioni e reazioni come tasselli di un puzzle pieno di sorprese. I punti di vista si alternano, creando un disegno corale articolato, ma allo stesso tempo avvincente e facile da seguire, raccontato con una prosa diretta, non troppo raffinata ma sicuramente efficace. Una menzione speciale la meritano i dialoghi, che sono forse il vero punto di forza della narrazione nel loro comico realismo.
Christian Frascella è noto per la saga di Contrera, una serie di tre romanzi edita da Einaudi (Fa troppo freddo per morire, Il delitto ha le gambe corte, L’assassino ci vede benissimo) che hanno per protagonista un investigatore particolarmente scombinato, che ha il suo studio in una lavanderia a gettoni. Con Cadaveri a sonagli Frascella abbandona (solo temporaneamente, ci auguriamo!) il personaggio di Contrera per regalarci questo cinico affresco di un’umanità non proprio ben messa, disposta a tutto per realizzare i propri sogni pelosi. Uno scenario desolante in cui è difficile trattenere una risata.
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