Il buio e la luce. Lo yin e lo yang. La verità e la menzogna. Sylvie e Charlotte per molto tempo sono state le celebri sorelle Mothe. Medium e occultiste tra le più ricercate e pagate. Due sorelle che, sfruttando la moda per lo Spiritismo del momento storico e sociale della loro epoca, hanno cercato con tutte le loro forze di tirarsi fuori dai bassifondi e guadagnare davvero molto denaro. Ma anche l’inganno e il mestiere più redditizio possono arrivare a una fine e allora anche le strade di due sorelle unite nella vita e nella frode si dividono, si separano, si evolvono ognuna a proprio modo. Sylvie addirittura riesce a scalare le vette della società e a sposare il barone Devereux che le regala titolo, magione e servitù. Charlotte, invece, non ce la fa e rimane nei sobborghi con il padre che si ammala e rischia di morire se non viene curato adeguatamente. Ma Charlotte non ha né soldi, né mezzi per farlo. E allora, mettendo da parte l’orgoglio e mettendo anche in conto che riceverà più di un rifiuto, si rivolge alla sorella. La va a trovare nella sua bella e ricca dimora e la implora di lavorare con lei ancora una volta, l’ultima volta. L’incarico arriva dalla nobile e benestante famiglia de Jacquinot, disposta a pagare alle sorelle più famose dell’occultissimo francese, una somma considerevole per liberare la loro casa dallo spirito di una loro prozia morta durante la Rivoluzione. A Sylvie non occorrono soldi e non ci pensa neppure lontanamente di ritornare a truffare le persone, tantomeno quelle nobili e potenti che potrebbero rovinarle la vita e il matrimonio. Sua sorella, però, fa leva sui suoi doveri di figlia e sulla malattia del loro padre. Ma Sylvie sa che questa decisione potrebbe nascondere pericoli enormi, ben più grandi della fine del proprio matrimonio.
Carmella Lowkis imbastisce un gotico puro dove le minuziose descrizioni, il percorso emotivo delle protagoniste, l’ancestrale battaglia tra bene e male, luce e buio arricchiscono la narrazione di pagine di intensa trepidazione. I lettori restano incantati da quanto sia stata brava l’autrice a rendere il passato, il più azzeccato fil rouge su cui costruire tutto il racconto. È il passato il vero antagonista da combattere, perché è questo e solo questo che può determinare la vittoria o la sconfitta delle protagoniste. Sylvie per motivazioni economiche e sociali non avrebbe mai potuto temere alcunché se il proprio passato non fosse ritornato a chiudere i conti e Charlotte, a sua volta, se non avesse avuto un passato importante e pericoloso non sarebbe stata in grado di far fronte a tutte le problematiche del suo presente. E il passato delle sorelle Mothe non è un tempo qualsiasi, ma un armadio pieno di scheletri, di segreti pericolosi e misteri che qualora scoperti potrebbe far sprofondare più persone. E allora bisogna affrontare comunque il passato anche se questo significa riaprire vecchie dimore dove dormono enigmi e arcani, spiriti e anime tormentate, paura e rabbia e un tesoro nascosto per cui in molti sarebbero pronti a uccidere. É difficile trovare gotici ben fatti che sappiamo coinvolgere chi legge dall’inizio alla fine ma Le trafficanti di anime è un lavoro davvero ben fatto dove l’ispirazione autoriale si respira con prepotenza in ogni pagina.
Recensione di Antonia Del Sambro.
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