Marsilio torna a pubblicare David Lagercrantz, che abbandona per il momento le atmosfere, personaggi e tematiche della serie Millennium per regalarci, con Il cielo sopra l’Everest, quello che possiamo tranquillamente definire un giallo ad alta quota. Pubblicato in lingua originale nel 2005 come Himmel över Everest, il titolo arriva in Italia con la traduzione di C. Giorgetti Cima.
Come si può indovinare già a partire dal titolo e come si può verificare leggendo la sinossi, per scrivere Il cielo sopra l’Everest David Lagercrantz è partito da una tragedia accaduta realmente, per poi spostare il tutto di pochi anni e innestarci sopra mistero e giallo, con una scelta di paesaggio e sfondo certamente originale e poco impiegata nel genere thriller.
Lo spunto di partenza è quello della ormai fin troppo nota tragedia del 1996, quando varie spedizioni, ma principalmente quella della Adventure Consultants di Rob Hall e della Mountain Madness guidata da Scott Fischer, si trovarono a raggiungere in ritardo la cima, per poi trovarsi di fronte a una intensa tempesta durante la discesa, con 8 alpinisti, alcuni dei quali di grande esperienza, morti durante l’ascesa e discesa, record negativo che è stato raccontato in diversi libri, documentari e film.
Il cielo sopra l’Everest ribadisce un dato già ben noto a chi segue questo scrittore svedese: David Lagercrantz sembra trovarsi al meglio della sua forma quando parte da forti e stratificati riferimenti alla realtà o a opere di altri autori che vanno comunque a formare un universo ben strutturato.
Gli è accaduto in precedenza con la biografia Io, Ibra sulla vita di Zlatan Ibrahimovic, ma ha firmato anche le biografie di Göran Kropp (riguardante quindi anche la sua scalata all’Everest) ) e Håkan Lans, così come un volume sul triplo omicidio commesso da Nikita Bergenström.
E in sostanza gli è accaduto anche con i due volumi della serie Millennium, che ha curato in seguito alla scomparsa di Stieg Larsson: Quello che non uccide e L’uomo che inseguiva la sua ombra. Cerchiamo ora di scoprire qualcosa di più sulla trama de Il cielo sopra l’Everest.
Nel 2000 il summit dell’Everest si sta ormai trasformando in una evento da turismo di massa, con lunghe code e facilitazioni di ogni tipo che consentono a chiunque, anche alle persone prive di grandi esperienze d’alpinismo, di raggiungere la cima più alta del mondo.
Basta avere i soldi e quelli non sono certo un problema per Paulo Villari, notissimo stilista che nel mese di maggio vuol partire con la sua spedizione, guidata da Giuseppe Cagliari. Vecchio amico d’infanzia di Villari e ora considerato da molti la guida più esperta dell’Everest, Cagliari è però sotto pressione e in difficoltà dovendo condurre un gruppo di inetti.
E l’altezza, con la conseguente aria rarefatta, minano il suo giudizio, con il risultato che la spedizione arriva troppo tardi in cima e deve confrontarsi con una situazione meteo molto ostica durante la discesa. Fra follia, allucinazioni, privazione d’ossigeno e vecchi rancori mai dimenticati, il gruppo è una bomba a orologeria e l’esplosione inevitabile.
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