Quando risponde a una telefonata alle 4:30 del mattino, Victor Coste, capo della squadra anticrimine della banlieue 93, “ancor prima di rispondere , sapeva già che qualcuno, da qualche parte , si era fatto ammazzare: nella sua vita non esistevano altri motivi per essere svegliato a notte fonda”.

Ed in effetti un uomo con tre fori di proiettile nel petto che si risveglia sul tavolo autoptico e, a distanza di nemmeno ventiquattr’ore, un morto per il quale la stampa arriva a scomodare il termine“autocombustione” non sono all’ordine del giorno nemmeno a Seine-Saint-Denis. Come se non bastasse, il caso si complica quando al Capitano Coste viene recapitata una lettera anonima che indirizza le indagini verso un vecchio fascicolo scomparso e una serie di morti di persone “invisibili”, archiviate dai suoi stessi colleghi: altre lettere anonime porteranno Coste e la sua squadra a inseguire una indagine pericolosa che dalle strade della banlieu arriverà alle stanze del potere economico, amministrativo e politico.

Secondo Wikipedia, il genere polar: “è un genere cinematografico e letterario, neologismo francese nato dalla fusione dei termini poliziesco (policier) e noir. Identifica un genere di romanzi e film dalle note cupe ed introspettive caratteristiche del noir, i cui protagonisti però sono tipicamente appartenenti alle forze dell’ordine, spesso coinvolti in un percorso catartico o di mutamento della propria esistenza”

E’ una definizione che si adatta perfettamente a questo ottimo romanzo di Oliver Norek, appartenente alla Trilogia delle banlieu e il primo con protagonista il Capitano Coste, personaggio iconico dello scrittore: Norek si inserisce nella tradizione di questa corrente letteraria francese che vanta nomi come Manchette, Magnan, Lemaitre, Pagan e il mai abbastanza ricordato Jean-Claude Izzo, autori di opere che – prendendo a pretesto un crimine – in realtà hanno sempre saputo raccontare molto più e molto più efficacemente la società francese di altri generi.

Ma torniamo alla definizione di polar e a Codice 93: Norek si affida al poliziesco, mettendo al centro del romanzo una squadra di poliziotti che opera a Seine-Saint-Denis, uno dei quartieri più difficili di Parigi:

Vedere man mano i villini diventare palazzine e le palazzine casermoni. Distogliere lo sguardo davanti ai campi nomadi… Bucato messo ad asciugare sulle reti metalliche che arginano quella parte della popolazione né amata né odiata. Chiudere il finestrino passando davanti alla discarica intercomunale con le sue esalazioni, a poche centinaia di metri dalle prime case. Così vengono rispettati il dipartimento 93 e i suoi abitanti: sbattendogli sotto il naso montagne d’immondizia.

La cifra stilistica di Norek ricorda molto quella di un fotoreporter: raccontare la realtà attraverso immagini dure nelle quali non manca, nonostante tutto, una qualche specie di poesia. La scrittura di Norek è adrenalinica, sempre tesa, e la sua conoscenza della realtà investigativa – dovuta ai suoi 18 anni da poliziotto – costruisce un romanzo tesissimo ed estremamente credibile anche nei suoi aspetti più brutali: ma Norek è anche un autore raffinato e sensibile, con un gusto estremo per il dettaglio che, come in una fotografia, fissa nel lettore una immagine o una sensazione.

Questa raffinatezza si estende ai ritratti dei personaggi, a partire dal Capitano Coste, che in Codice 93 compare per la prima volta: è l’occasione per conoscere un personaggio complesso, profondo, ma che – come i colleghi che lo circondano – non è rappresentazione di cliché banali e artificiali, e proprio per questo è un protagonista che si fa amare da subito.

Codice 93 è stato scritto nel 2013, ma non ha perso niente della sua attualità, al contrario: le crescenti tensioni sociali di questi tempi difficili si uniscono alle storie di tossicodipendenza, politica e tossicità di certe relazioni che da sempre percorrono la storia, e in questo il romanzo non ha perso un briciolo della sua credibilità.

E’ un romanzo che ha tutto quello  che serve, è adrenalinico e introspettivo, poliziesco vero e racconto umano e sociale, sempre in equilibrio nonostante non risparmi dettagli cruenti: ma soprattutto ha in sé una autenticità che fa venire voglia di approfondire la conoscenza di questo autore e dei suoi personaggi, con la certezza di trovare storie che non lasciano indifferenti.

Olivier Norek

Olivier Norek ha partecipato ai soccorsi umanitari durante la guerra nella ex Jugoslavia prima di entrare nella polizia giudiziaria, dove è rimasto per diciotto anni. È autore di quattro romanzi polizieschi con il commissario Coste, tutti tra i primi posti delle classifiche francesi.  Tradotti in 14 lingue, i libri di Norek hanno venduto due milioni di copie nel mondo, ottenendo numerosi premi letterari. Nella collana Nero Rizzoli oltre a Codice 93 (traduzione di Maurizio Ferrara) sono stati pubblicati Il pesatore di anime, Tra due mondi, Superficie.

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Codice 93. La trilogia della banlieue
  • Editore: Rizzoli
  • Autore: Olivier Norek , Maurizio Ferrara

Articolo protocollato da Marina Belli

Lettrice accanita, appassionata di rugby e musica, preferisco – salvo rare eccezioni – la compagnia degli animali a quella degli umani. Consumatrice di serie TV crime e Sci Fy, scrittrice fallita di romanzi rosa per eccesso di cinismo e omicidi. Cittadina per necessità, aspiro a una vita semplice in montagna o nelle Highland scozzesi (a condizione che ci sia una buona connessione).

Marina Belli ha scritto 146 articoli: