Codice di ferro, il nuovo romanzo di Romano De Marco pubblicato da Camena Edizioni, ha inizio con un prologo di grande impatto di quelli che, per intenderci, ti lasciano senza fiato. Troviamo, infatti, il protagonista Rinaldo Ferro, coadiuvato da un collaboratore fidato, alle prese con un intervento sotto copertura che ha lo scopo di smascherare una banda di trafficanti di organi dandoci subito un assaggio della sua scaltrezza, intuizione, astuzia, prontezza e tecniche di combattimento. Ma il riposo del guerriero non potrà durare a lungo perché verrà tirato nuovamente in ballo, insieme alla sua squadra, quando un commando terroristico di matrice islamica tenta di rapire la figlia di un ricco industriale lombardo: Martina Alinari. La giovane, intenzionata a seguire le orme politiche del padre, ha bisogno di “bodyguard” d’eccezione perché a causa della sua esposizione mediatica e pubblicitaria potrebbe diventare un bersaglio molto facile.
Ferro è, inoltre, seriamente preoccupato per la vita di sua figlia, Shin Yu. La giovane, che è già scampata a un rapimento, si troverà in mezzo a contorte logiche di supremazia tra gli affiliati del gran consiglio della mafia giapponese.
Anche la sua donna, il commissario Laura Damiani, è in pericolo di vita perché la mafia locale l’ha presa di mira e intende farla fuori nel peggiore dei modi. Così, il nostro capitano, dovrà districarsi tra queste tre pericolose situazioni e ci riuscirà solo sfoderando quanto imparato dal suo Gran Maestro…
«L’arte della spada non è solo tecnica. Il segreto per battere qualunque avversario risiede nella mente di ciascun uomo. Nella capacità di sapersi estraniare dall’obiettivo del combattimento per rendere la propria azione imprevedibile e quindi invincibile. La freccia raggiunge il bersaglio quando l’arciere non ha alcun interesse nel centrarlo…»
Rinaldo Ferro torna, dopo il caso dei “quattro dell’apocalisse”, a incantarci con le sue azioni fuori dal comune, tra astuzie mentali e combattimenti da vero kendoca.
Romano De Marco confeziona un action thriller senza respiro dalla trama complessa, ma la sua bravura sta proprio nel saperla gestire con grande abilità.
Codice di Ferro affronta il tema universale dell’eterno conflitto tra il bene e il male attraverso la figura dell’eroe solitario che insieme a un manipolo di guerrieri combatte contro le ingiustizie per salvare i deboli e gli indifesi, senza mai arrendersi né lasciarsi intimorire, perfino a costo della propria vita: un vero supereroe.
Particolarissimo è in questo romanzo lo stile utilizzato da De Marco perché la sua sembra una narrazione cinematografica che, senza troppe descrizioni che rallenterebbero la dinamicità della struttura, pare già pronta per essere trasposta sul grande schermo.
Grande competenza per i tipi di armi utilizzate e per la descrizione dell’arte di combattimento giapponese che denota uno studio meticoloso e approfondito.
Tra le righe di questo romanzo, oltre alle veloci scene di azione che sono per noi lettori puro godimento, si può “leggere” una severa critica che l’autore sferra alla politica spesso connivente con la criminalità organizzata e ai servizi segreti il più delle volte inadeguati e impreparati.
Ottima lettura.
Romano De Marco, classe 1965, è dirigente in uno dei maggiori gruppi bancari italiani. Ha esordito nel 2009 con il Giallo Mondadori. Ha pubblicato quattordici romanzi (di cui uno con lo pseudonimo Vanni Sbragia) e una raccolta di racconti, con Feltrinelli, Piemme, Salani.
Alcuni suoi romanzi sono stati tradotti all’estero e due sono stati riadattati in Graphic Novel.
Ha vinto vari riconoscimenti nazionali come il Premio Scerbanenco dei lettori (nel 2017 e nel 2019) il Premio Fedeli, Il Premio NebbiaGialla e il Premio Giallo Ceresio.
Codice di Ferro è un suo romanzo inedito scritto nel 2008 e pubblicato esclusivamente in audiolibro da Storytel nel 2020.
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