Longanesi pubblica Codice Kingfisher, romanzo il cui autore preferisce rimanere anonimo ma che, a leggere le presentazioni, dovrebbe essere uno scrittore e giornalista piuttosto conosciuto che vuole rimanere senza nome per proteggere la fonte che ha ispirato questo romanzo.
Codice Kingfisher è apparso in lingua originale negli USA come The Kingfisher Secret nel 2018, con edizioni anche nel Regno Unito e in Germania e, ancor prima di giungere sugli scaffali delle librerie, era già al centro di ipotesi e scandali visti gli ovvi e fin troppo identificabili riferimenti alla presente situazione politica statunitense.
Il titolo è stato uno dei più discussi alla Fiera del Libro di Francoforte e arriva a noi il 31 gennaio con la traduzione di L. Bernardi e Longanesi lo pubblica nella collana La Gaja Scienza.
Non si può certo dire che l’autore di Codice Kingfisher si sia preoccupato in qualche modo di camuffare più di tanto i riferimenti: quasi ogni elemento del suo romanzo è un chiaro richiamo a Donald Trump e le sue relazioni con la Russia, al punto che i lettori che conoscono almeno un po’ la scena politica americana si divertiranno a identificare vari personaggi secondari del libro con quelli realmente esistenti.
In Codice Kingfisher però l’autore si spinge ben più indietro nel corso degli anni e immagina che la nascita di questo tipo di operazioni da parte della Russia risalga alla fine degli anni Sessanta, su idea del KGB. A
Durante quel periodo l’agenzia di sicurezza e servizi segreti russa aveva avviato un programma volto a destabilizzare l’Occidente e in particolare gli USA, aumentando disordine e caos e in pratica cercando di utilizzare la democrazia come arma contro se stessa.
Questo avviene anche tramite l’utilizzo di donne affascinanti, in questo caso l’atleta cecoslovacca Elena, che proprio in quegli anni viene in sostanza prelevata dal suo ambiente sportivo e trasformata in una spia in grado di sedurre e controllare importanti uomini d’affari e politici.
Il percorso di Elena in USA incrocia ben presto quello di Anthony Craig, a capo di una società automobilistica che, nonostante i continui aiuti finanziari da parte del padre, è sempre sull’orlo della bancarotta.
Quasi impossibile non rilevare l’analogia diretta con Donald Trump, che si è sempre immaginato e rappresentato come un grande uomo d’affari ma che in realtà ha affrontato diversi fallimenti.
Elena aiuta Craig con un importante investimento all’estero e parecchi anni dopo Anthony comincerà a occuparsi di politica, rivolgendosi, come specificato in Codice Kingfisher, a elettori bianchi delusi, arrabbiati e impoveriti. Se l’equazione fra Craig e Trump è fin troppo facile, altrettanto ovvia è quella fra Elena e Ivana Trump, la prima moglie dell’attuale Presidente degli Stati Uniti.
Il romanzo è strutturato secondo due diverse linee temporali che si alternano in vari capitoli e se fino a questo punto ci siamo occupati del passato, passiamo ora al presente, esplorando alcuni elementi della trama di Codice Kingfisher.
Le elezioni del 2016 sono ormai vicine e Grace Elliott ha pronto uno scoop che può significare molto per la sua carriera e ancor di più per quella del candidato presidenziale Anthony Craig. La giornalista ha infatti intervistato una pornostar, Violet Rain, che asserisce di aver avuto una relazione con Craig, ma il tabloid per il quale Grace lavora acquista il pezzo salvo poi evitare di pubblicarlo.
A questa delusione si aggiungono dissapori fra Grace ed Elena Klimentová, con la quale scriveva una rubrica, e la Elliott si dirige quindi in Europa, dove scoprirà che Elena è in realtà una spia cecoslovacca, dal nome in codice Kingfisher. Man mano che la giornalista girerà l’Europa per scoprire la verità, i cadaveri cominceranno ad accumularsi, in una mortale corsa contro il tempo.
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