Un ottimo regalo di Natale potrebbe essere nientemeno che l’ultimo romanzo di Clive Cussler, edito in Italia in questo novembre 2021; appuntamento atteso, dal momento che l’avventura in esame proviene dai N.U.M.A. files, ovverosia i casi di Kurt Austin e Joe Zavala, colleghi di Dirk Pitt e primi protagonisti di una saga autonoma, che ha preso l’avvio nel 1999.
Come l’alta marea (The rising sea in originale) è il quindicesimo capitolo della serie e ha a tutti gli effetti una trama caratterizzata da incursioni storiche, ottimo esotismo e mistero.
Si esamini la classica e apprezzata formula del prologo storico: con grande gusto si può leggere il leggendario conflitto intercorso tra due guerrieri giapponesi, durante l’antica era feudale della nazione. L’Autore colloca lo svolgimento dei fatti attorno al 1573. Il pretesto bellico è quello di svelare le origini antropologiche di due note armi, la Masamune e la Muramasa (o Spada Cremisi); nomi che senz’altro suonano familiari agli studiosi e agli appassionati di folklore, dal momento che queste armi hanno per gli aloni tematici orientali la stessa valenza di una (occidentale) Excalibur.
La spada è infatti un simbolo potente, sotto molteplici punti di vista (“E’ questo il bello dei simboli. Brillano così forte da rischiarare il cielo, e tutti restano incantati dal loro luccichio, senza accorgersi di ciò che accade proprio sotto il loro naso”, cfr. pag. 314).
Durante lo svolgimento dei fatti, a ciascuna delle due armi viene attribuita una precisa valenza metaforica: una “assetata di sangue e malvagia, poiché aveva distrutto tutto ciò che toccava”, mentre l’altra “risparmiava gli innocenti”.
Ancora: “la Spada Cremisi di Muramasa uscì dal fiume sporca di sangue, mentre dalla Masamune gocciolava soltanto acqua cristallina”.
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A questi fatti storici si lega la vicenda contemporanea: il livello del mare si alza e i ghiacciai si sciolgono per via del surriscaldamento globale.
Uno dei tecnici della NUMA, ipotizzando lo scenario peggiore, arriva a parlare di centinaia di metri d’acqua, che arriverebbero a torreggiare su qualunque traccia di civiltà umana; inoltre la velocità con cui tale fenomeno patologico si verifica è innaturale e pertanto si presume un malevolo intervento umano. Kurt Austin, Joe Zavala e i membri della NUMA identificano l’origine del problema proprio nel Mar Cinese Meridionale, problema che ha soprattutto carattere geopolitico, volto a destabilizzare il sereno mantenimento dei rapporti internazionali; l’intreccio vede poi interagire un membro deviato (!) della Yakuza e la squadra dei Nostri, impegnati peraltro a scoprire qualcosa in più sulla citata e rara lega metallica, di origini antiche. Per gli affezionati, si legge a metà volume e poi nelle conclusioni l’intervento di James Sandecker, che parlamenta con il Presidente degli Stati Uniti, e di Rudi Gunn, d’ausilio per la NUMA.
Interessante explicit sul ruolo dell’intelligenza artificiale e del comportamento robotico; buona lettura, in attesa del prossimo capitolo.
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