Uno dei massimi autori della narrativa postmoderna americana, presentiamo per la prima volta al Thriller Café Thomas Pynchon, il cui più recente romanzo La cresta dell’onda esce per i tipi di Einaudi in questi giorni con traduzione di Massimo Bocchiola.
Il titolo originale del romanzo è in realtà ‘Bleeding edge‘, evidentemente legato alle espressioni cutting edge e leading edge usate per dire “all’avanguardia” e assimilabili all’espressione italiana sulla cresta dell’onda, ma la traduzione italiana si perde purtroppo la connotazione di pericolo introdotta dal termine bleeding (sanguinante).
La storia è ambientata a New York, 2001, nel breve arco di tempo che intercorre tra tra il crollo delle società dot-com e l’11 settembre.
Protagonista è Maxine Tarnow, separata con due figli piccoli da crescere e titolare della Tail ‘em and nail ‘em, un’agenzia di investigazioni private a Manhattan specializzata in frodi. Le hanno tolto la licenza, in realtà, ma questo significa che può permettersi di agire com le pare, girando con una Beretta, bazzicando un mondo che sconfina spesso nell’illegalità e dedicandosi a piccole operazioni di hackeraggio.
Mentre indaga su una società specializzata in servizi di sicurezza informatici chiamata hashslingrz e sul suo direttore, un miliardario che ha saputo approfittare della bolla speculativa di fine millennio, Maxine scopre somme che paiono spese senza logica. Tra queste, fatture pagate a una ditta denominata hwaahwgh.com anche dopo che è fallita.
Proseguendo nell’investigazione finisce quindi per imbattersi in una serie di delitti, e soprattutto in una realtà sotterranea che pullula di spacciatori che viaggiano su barche a motore in stile art déco, nostalgici hitleriani, liberisti sfegatati, mafiosi russi, blogger, imprenditori.
Romanzo che segna una svolta noir per Pynchon, La cresta dell’onda è un libro che suggeriamo di considerare tra le vostre future letture; come sottolineato su The Guardian, si tratta di un’opera che non vede l’autore impegnato a costruire tanto un complotto terroristico dietro i fatti dell’11 settembre, quanto piuttosto un controllo paranoico che viola i diritti dell’individuo; l’emergere di un ordine tecnopolitico che dall’attentato al WTC si muove per trasformare il “tardo capitalismo” in un “racket piramidale su scala globale” (espressione marxista molto cara all’autore).
Se siete amanti delle teorie cospirazioniste, o vi affascinano tecnologia, entropia, distruzione di massa, teoria dell’informazione, o ancora volete entrare per qualche ora nella testa di un autore che vive (per quanto si sa) da recluso in casa e di cui non si conosce la fisionomia, se non da poche foto risalenti tutte al periodo scolastico, non perdetevi questo libro.
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