La trepidante attesa della nuova avventura del Commissario Michele Balistreri è finalmente finita e pochi giorni fa è approdato sugli scaffali di tutte le librerie d’Italia il nuovo romanzo di Roberto Costantini dal titolo “Da molto lontano”, recensito oggi per voi amici del Thriller Café.
Nella calura estiva delle notti magiche del Campionato del Mondo giocato in Italia, il figlio di un potente imprenditore romano scompare nel nulla. A indagare viene chiamato uno svogliato commissario Balistreri, per niente contento di dover mettere il guinzaglio al figlio ribelle di un palazzinaro. Ma la sparizione del giovane assieme ad una ragazza sottomessa a un boss della Camorra, cambia le cose. Tra pubblici ministeri coraggiosi e uomini crudeli, tra donne assetate di potere e donne vittime di un male indicibile, Balistreri cercherà di ritrovare il bandolo della matassa di una storia che si trasforma in un intrigo inestricabile e destinato a non essere risolto.
Dopo quasi quarant’anni di onorata carriera nella polizia, Michele Balistreri è andato in pensione. Il suo corpo e la sua mente portano addosso le cicatrici di una vita densa e dolorosa. E anche la sua memoria inizia a perdere colpi. Ma neanche adesso c’è pace per lui, perché quando due manichini che riproducono la scena di un crimine irrisolto quasi trent’anni prima vengono ritrovati sepolti nel complesso residenziale in cui viveva il padre del ragazzo ucciso, l’ex commissario dovrà aiutare il suo storico vice Graziano Corvu – che ormai ha preso il suo posto – a partecipare a quella che forse sarà la sua ultima indagine.
Un’emozione straordinaria coinvolge il lettore in tutte le 608 pagine del romanzo, in quello che potrebbe essere forse l’ultimo incontro con Mike “Africa” Balisteri, senza dubbio uno dei personaggi più scorbutici, anticonvenzionali e antipatici del noir italiano. Leggere questo romanzo è un po’ come riprendere un discorso con un vecchio amico: lo stile di Costantini, fluido e piacevole, permette da subito di rientrare nella vita di Balistreri. Un Balistreri appesantito dal tempo e dalle sue stesse avventure che continuano a riportarlo al punto di partenza, costringendolo ad affrontare ancora una volta gli oscuri fantasmi del suo passato.
Sin dalle prime battute, “Da molto lontano” ha il pregio di rapire il lettore e di condurlo senza sosta in quella che è la nuova avventura di questo protagonista eccezionale, eclettico e odioso. Perché, per chi non lo conoscesse, Balistreri non lotta solo contro gli assassini e i crimini vari, ma lotta primariamente contro il suo lato oscuro e contro quel passato che è un fardello che pende e preme sulle sue spalle. Un passato remoto da dimenticare, un passato prossimo da cercare di ricordare.
Ci troviamo di fronte ad un uomo che è soltanto l’ombra di quell’adulto ancora energico, sessuomane, sprezzante ma terribilmente onesto conosciuto nei precedenti romanzi, essendo, al contrario, un anonimo anziano, malinconico, pessimista, disilluso, silenzioso e scontento.
Costantini è un maestro del noir, capace in pochi anni di raggiungere un pubblico vastissimo per una serie di qualità stilistiche e contenutistiche invidiabili. Innanzitutto ritroviamo anche qui una trama fortissima, a cui si aggiunge una profonda riflessione che in questo caso si sostanzia sugli errori compiuti a cui è impossibile porre rimedio, nonché l’alternarsi del presente, ma soprattutto di un passato radicato nella fine degli anni ottanta. Da ciò ha luogo una profonda e intima analisi in cui lavoro e sfera privata sono una cosa sola, elementi che, se non ben calibrati e affrontati, possono portare ad un irresistibile desiderio di autodistruzione.
Anche in questo caso, quindi, oltre che ad un giallo ben costruito e articolato, emerge una indagine primariamente su quello che era ed è il nostro Paese. Che è questa, poi, una delle caratteristiche più intriganti dello scrittore: raccontare vita, costumi, politica e intrighi usando il personaggio come una sorta di Cicerone. Il tutto è avvalorato da un linguaggio diretto, fluente, magnetico, dai giusti tempi e dai ritmi cadenzati, da numerosi colpi di scena che rendono la trama affatto scontata e dai protagonisti ben costruiti e da amare proprio per quelle imperfezioni e per quella ruvidezza che li caratterizzano e che li rendono veri, com’è vero Costantini, com’è vera la sua scrittura e com’è vero “Lui”, il “Dottore”, quella burbera canaglia del Commissario Michele Balistreri.
Recensione di Nicola Agrelli
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- Costantini, Roberto (Autore)