Prima di cimentarsi intorno agli anni 2000 nella scrittura di gialli e noir, Letizia Triches, che ha una formazione artistica, ha svolto la sua attività professionale in ambito sia storico che artistico. Questa sua formazione non solo, però, non verrà abbandonata del tutto ma entrerà a pieno diritto nelle sue opere successive permeando le sue narrazioni con un’impronta originalissima.
Triches esordisce così nella narrativa nel 2008 con il romanzo “Verde napoletano”, nel 2010 pubblica il secondo romanzo “Giallo in Trastevere” e in entrambi i romanzi compaiono alcuni personaggi come il commissario di polizia Chantal Chiusano che tornerà nei libri successivi. La nuova serie, ambientata a Roma, prende il via con “Delitto a Villa Fedora” pubblicato il 14 novembre 2019.
Roma. Anni ‘90. A Villa Fedora viene allestito un set cinematografico per un film sulla vita di Alberto Fusco, famoso scenografo e proprietario della villa, morto da diciotto anni. Tutti i componenti della famiglia sono coinvolti nella produzione: chi come regista, chi come attore, chi come tecnico luci, chi come costumista… Nel pomeriggio di una giornata autunnale, Liliana Fusco, che è stata la giovanissima assistente del noto scenografo e ne ha sposato uno dei figli, è sola nella villa. Il suo corpo verrà ritrovato massacrato con una ferocia inaudita. Alcune stanze della villa sono state messe a soqquadro, ma non ci sono segni di effrazione. Cosa cercava l’assassino? La casa contiene soltanto oggetti appartenuti ad Alberto Fusco. Cosa può avere spinto il killer ad agire adesso, a quasi vent’anni dalla sua morte? Il commissario Chantal Chiusano, ischitana che si è trasferita a Roma per risolvere ed elaborare un tragico lutto che l’ha distrutta negli anni precedenti, dovrà così far luce, con l’aiuto dell’ispettore Ferri e del medico legale Giovanni Pozzi, su una vicenda oscura in cui gli intrighi famigliari si intrecciano al destino della splendida villa nel cuore di Roma.
Un giallo ricco di fascino, questo di Letizia Triches, dove le indagini seguono gli indizi, le evidenze, ma soprattutto sono basate sugli interrogatori e le testimonianze delle figure che hanno gravitato intorno alla vittima a tal punto che il lato umano, i sentimenti ed i rapporti tra i personaggi, sono la forza e la spinta di questa storia. Balza subito agli occhi la cura con la quale l’autrice ha dato vita alle persone che sotto la sua penna diventano vere e tridimensionali. Prima fra tutti il commissario Chantal Chiusano, ricca di umanità e di ideali profondi, che con le sue intuizioni “artistiche” sembra quasi concepire il delitto come un’opera d’arte, svelandoci, a poco a poco, il congegno misterioso che sta alla base della trama. Tutti i personaggi, comunque, dai figli, alle nuore, ai nipoti, alla tenerissima signora Maria, vicina di casa di Chantal ci regalano qualcosa e ci fanno diventare quasi non solo lettori ma anche spettatori di una rappresentazione teatrale.
“Delitto a Villa Fedora” è un giallo che procede su due piani narrativi separati da un lungo lasso di tempo. Da una parte ci sono le indagini per l’omicidio di Liliana, dall’altra si retrocede nel passato con un lungo inquietante flashback che crea suspense e ci permette di conoscere meglio la figura di Alberto Fusco, scenografo di professione e regista del proprio nucleo famigliare ma che ormai è un uomo anziano, stanco, provato nel fisico, nella mente e con un grande dolore che pesa sul cuore. Così i capitoli del presente si alternano con frammenti del passato creando in noi lettori una crescente curiosità che ci permetterà, raccogliendo gli indizi disseminati dalla scrittrice, di provare ad individuare il movente e a risolvere il caso.
Pur essendo ambientato a Roma le indagini di questo giallo si svolgono esclusivamente in interno: o a Villa Fedora o nelle case dei vari personaggi sospettati dove si svolgono i numerosi e ripetuti interrogatori che, pian piano, faranno luce sull’accaduto e dove i componenti della famiglia Fusco reciteranno al meglio la loro parte come se fossero su un palcoscenico. Ben presto, però, il trio vincente Chiusano, Ferri e Pozzi riuscirà a “togliere la maschera” ai vari personaggi facendo emergere, così, invidie, risentimenti, drammi e inquietudini fino ad allora ben celati dietro un finto perbenismo e tutto grazie alla fantasia, intuito e soprattutto doti artistiche perché come afferma la stessa Triches “uno degli aspetti più sorprendenti della storia dell’arte è dato dall’essere essa stessa una specie di giallo e che in ogni storico dell’arte si nasconde un detective in cerca di indizi”.
In conclusione, che dire di questo libro di Letizia Triches? Straordinariamente raffinato, intrigante, fluido e coinvolgente a tal punto da essere riuscito a “legarmi” alle sue pagine fino alla fine.
Recensione di Luisa Ferrero.
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- Triches, Letizia (Autore)