Articolo sponsorizzato; qui la nostra policy.
Daria D. pubblica Dente d’oro, un romanzo a metà strada fra mystery e dramma psicologico e che è uno sguardo attento e ravvicinato ai meccanismi più deleteri che si nascondono dietro il patinato mondo dello spettacolo.
Dente d’oro ci mette di fronte alla lato oscuro di quel che normalmente vediamo al cinema, in televisione, sulle riviste patinate e sulle passerelle della moda, e lo fa da un punto di osservazione privilegiato, che dona al romanzo una profondità non sempre presente nelle opere di finzione.
Ciò accade perché, grazie alla biografia di Daria D., non tutto è “finzione” in Dente d’oro e quindi alcuni elementi spiccano per realismo e trascinano il resto dell’opera.
Daria D. conosce infatti il mondo dello spettacolo di prima persona, per esperienza diretta, in quanto scrittrice, regista, modella e attrice. Nata in Veneto, ha vissuto per una dozzina d’anni a Los Angeles, una esperienza che è una vera e propria miniera d’oro dalla quale ora attinge per scrivere raccolte di racconti, memorie e romanzi.
Nella Città degli Angeli Daria D. ha volato ma si è anche sporcata le ali, ha conosciuto stelle e tappeti rossi ma ha anche visto a quali bassezze e falsità possono arrivare gli esseri umani per un po’ di fama, successo e soldi.
Daria D. ha lavorato in qualità di assistant manager preso la libreria Rizzoli di Beverly Hills, ha posato come modella per alcuni noti fotografi ed è stata anche chaffeur di limousine, esperienza atipica che pochi scrittori possono vantare e che le assicura un punto di vista diverso e particolare.
Questo accumulo di esperienze, opportunamente distorto attraverso la lente del noir, crea un romanzo denso di suggestioni: andiamo a scoprire la trama di Dente d’oro.
Protagonista del romanzo è un regista e sceneggiatore che ha da tempo passato il punto più alto della sua carriera, i successi e trofei quali il premio Oscar, e ora è in preda a una grave crisi creativa. Per arrivare alla fama non ha mai avuto esitazioni e si è spesso comportato in modo meschino, provocando sofferenza in molte persone pur di conquistare lo stardom.
Al regista si presenta un’ottima occasione, sotto forma di un facoltoso produttore che è pronto a commissionargli una nuova pellicola, ma nemmeno questo stimolo sembra in grado di smuoverlo dall’apatia e dalla deriva. La sindrome da pagina bianca lo trascina ben presto in una acuta crisi depressiva, che lo porta a pensare al passato e a determinate scelte e atti compiuti.
Con la mente occupata da questi pensieri l’uomo si ritrova a passeggiare, assorto, per le vie di una città di mare, fino a quando non si ritrova in luoghi che non vedeva da molto tempo, bassifondi e vicoli ormai molto distanti dal suo mondo patinato, dorato e superficiale.
Finisce quindi, quasi per caso, anche se scopriremo che nulla accade per caso, in una trattoria, una bettola equivoca che ospita una variopinta fetta d’umanità: prostitute, ladri, immigranti, marinai e tanto altro ancora. E lì, seduto a un tavolaccio, mentre cerca di annegare la depressione nella vodka, si imbatterà nella bella e seducente Dashenka, dal dente d’oro.
E, ammaliato da questa bionda, accetterà un passaggio in limousine e un altro passaggio, più spirituale, verso l’inferno. L’inferno di un patto faustiano, che è in grado di portarlo nuovamente in cima, fra le stelle a al desiderato premio Oscar, ma che potrebbe costargli molto, troppo.
Chi volesse conoscere qualcosa di più su Dente d’oro, la sua autrice e le sue altre opere, può recarsi sul sito ufficiale di Daria D.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.
Compra su Amazon
Nessun prodotto trovato