A distanza di parecchio tempo dall’ultima pubblicazione, un gradito ritorno al bancone del Thriller Café: Giuliano Pasini torna in libreria per Piemme con un altro capitolo della serie dedicata al commissario Roberto Serra, dal titolo “È così che si muore“.
Case Rosse, appennino emiliano, provincia di Modena, primavera 2005. Sono passati più di dieci anni da quel capodanno 1995, quando per l’ultima volta, in quel paesino di poche anime per lo più anziane, si parlò di omicidio. Adesso, a distanza di tanto tempo, il sangue torna a scorrere ancora: è andata a fuoco la casa di Eros Bagnaroli, “il burdigon” (lo scarafaggio). È tutto distrutto, i suoi animali sono quasi tutti morti ed è morto anche lui. Ad ucciderlo, però, non è stato il fuoco, bensì un taglio netto alla gola, come fanno i contadini di quelle zone coi maiali: Eros è stato scannato. Da chi? E adesso, proprio come nel ’95, ad occuparsi delle indagini c’è lui, il commissario Roberto Serra, lui che a Case Rosse ci stava per scelta, che ci era tornato per isolarsi dal mondo, proprio perché lì non succedeva mai niente… ma il mondo, si sa, più vuoi tenerlo lontano, più ti viene a cercare. A coadiuvarlo – si fa per dire – c’è un’agente giovane, inquieta, attaccabrighe, fragile: è Rubina Tonelli, una figlia di papà che lì ci sta per punizione, infatti fa la conta dei giorni sbarrando le date sul calendario come i carcerati. I due partono da distanze siderali e posizioni apparentemente diversissime, non sanno ancora quanto il loro passato si somigli e quante cose in realtà li accomunino. Non lo sanno, ma sono entrambi in fuga da se stessi. Avranno il tempo di scoprirlo, e noi con loro.
Generalmente non amo leggere i capitoli intermedi di serie che non ho mai letto prima, perché ho paura di perdermi pezzi della storia, di non comprendere appieno tutte le interconnessioni, di non conoscere a sufficienza personaggi, contesti e trascorsi. Perciò, quando il barman mi ha proposto di recensire per voi questo libro, sebbene la trama sembrasse interessante, confesso che non ero esattamente entusiasta… Ho comunque deciso di provare e… ho fatto più che bene! Pasini ha fatto una cosa difficilissima: ha imbastito la narrazione in modo da non far rimpiangere i romanzi precedenti ed al contempo far venire voglia di leggerli! Il lettore che si ritrovi per caso tra le mani questo libro, che non conosca Serra, il suo passato, il vissuto a Case Rosse, non si sente mai spaesato, privo di informazioni, si gode gli eventi, ma pur sapendo tutto ciò che gli serve a seguire la storia presente, ha voglia di terminarla anche per recuperare ciò che non sa del prima. Ma, al di là dei thriller precedenti, quest’indagine è interessantissima di per sé: sebbene il sospetto sull’identità del colpevole possa balenare già nei primi momenti, Pasini sa distogliere l’attenzione, depistare, ci porta a concentrarci su altro (ad esempio sul rapporto tra Serra e la Tonelli, sulle rispettive ferite e dipendenze, sulle false piste…). Il tutto con uno stile peculiare, come peculiari sono le tantissime espressioni dialettali, folcloristiche che, oltre a fare atmosfera, stanno a testimoniare quanto possano essere diverse popolazioni che si spartiscono lo stesso pezzo di terra. Quanto ai personaggi, beh, non è difficile riconoscerli in alcuni stereotipi, e tuttavia non vi restano intrappolati, chi con piercing e trucco pesante, chi con strane danze in cerchio che lasciano quantomai spossati e fiaccati, i nostri riescono a sfuggire alla banalità restando impressi nella memoria.
“E’ così che si muore” è il quarto thriller della serie con Roberto Serra, inaugurata nel lontano 2012 con Venti corpi nella neve (Timecrime 2012, ora Piemme), Io sono lo straniero (Mondadori 2013) e Il fiume ti porta via (Mondadori 2015). Giuliano Pasini è nato a Zocca, nel cuore dell’Appennino emiliano, e vive in pianura, a Treviso. Socio di Community, una delle più importanti società italiane che si occupano di reputazione, è presidente del Premio Letterario Massarosa e in giuria di altri concorsi italiani e internazionali. A quanto leggiamo nei ringraziamenti, il suo commissario Serra tornerà con cadenza più regolare… e noi saremo ben lieti di leggerlo!
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Articolo protocollato da Rossella Lazzari
Libri della serie "Commissario Serra"
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