Eravamo il sale del mare - Roxanne Bouchard

Roxanne Bouchard, scrittrice canadese francofona, ha al suo attivo già numerosi romanzi, ma finora non era mai stata tradotta in italiano. Esce ora un suo romanzo del 2014, “Eravamo il sale del mare”, tradotto da e/o, in particolare da Alberto Bracci Testasecca. È il primo romanzo che la Bouchard dedica all’investigatore Joaquin Moralès, messicano trapiantato a Montreal in giovane età, al seguito della fidanzata, poi moglie, Sarah. Negli anni successivi la Bouchard pubblicherà poi altri due romanzi con protagonista lo stesso investigatore.

La vicenda che la Bouchard ci racconta è ambientata in Gaspésie, regione marittima del Quebec, nella quale Moralès è stato trasferito da Montreal e nella quale cerca disperatamente di farsi accettare, lui cittadino fino al midollo, in una provincia marinara diffidente e scontrosa. Bisogna stabilire se la morte in mare di Marie Garant, ripescata da uno dei pescatori del luogo, è accidentale, frutto di un suicidio o di un omicidio. Senza alcuna collaborazione della popolazione locale, anzi con numerosi ostacoli che vengono frapposti al lavoro di Moralès. Diciamolo subito, il vero protagonista del romanzo della Bouchard non è l’investigatore e nemmeno l’annegata Marie, di cui la Bouchard ci fornisce una ricca ricostruzione della vita. Il protagonista, come il titolo ci aiuta a capire, è il mare. Amato dalla stessa Bouchard che si dedica da tempo alla vela, tiene in pugno la vita di tutti i protagonisti con i suoi ritmi, la sua ferocia e la sua legge spietata che non ammette compromessi.

Va detto anche che il ritratto che la Bouchard ci consegna di Moralés è molto accattivante. Investigatore atipico, flemmatico e quasi passivo, più che determinare la soluzione del caso e dominare gli eventi se ne fa avvolgere. Arriva alla soluzione quasi per eliminazione delle alternative possibili più che per la forza delle sue deduzioni, ma questa lentezza non è sinonimo di scarsa intelligenza, ma piuttosto di uno stile di vita che rifiuta i luoghi comuni abituali e che ci cattura immediatamente.

La struttura narrativa di questo romanzo è molto originale. Una visione multilaterale, nella quale si alternano la defunta Marie Garant che vede le cose dal passato, sua figlia Catherine che ripercorre le sue tracce cercando di svelare i misteri della vita della madre e l’investigatore Moralès, che vuole risolvere il caso. Ma non come spesso succede con sequenza che si giustappongono ordinatamente, ma con una sorta di intarsio continuo in cui le “fibre” narrative di ciascun punto di vista si intrecciano costantemente. Il linguaggio (e la traduzione) sono molto raffinati e delineano personaggi molto particolari, originali anch’essi.

Romanzo onirico, fatto di rappresentazione ed elaborazione di sogni e progetti di vita per il futuro, “Eravamo il sale del mare” è dedicato a chi non calca i palcoscenici del successo. A chi è alla continua ricerca di sé stesso e per questo è disposto a fare percorsi tortuosi, mai chiari e lineari, ma sempre fortemente contornati dal dubbio. A chi non dispone di ingenti ricchezze, ma si accontenta di vivere il quotidiano badando ai bisogni primari. Solo di fronte alla potenza immensa del mare e della natura.

Non ci sono molte risposte in questo romanzo, non le ha come già detto nemmeno chi sarebbe deputato a ricercarle, l’investigatore Moralès. Ma non per questo si deve concludere che “Eravamo il sale del mare” sia una storia cupa e pessimista, anzi. Romanzo dalla prosa delicata e raffinata, dai personaggi originali e facili da amare, “Eravamo il sale del mare” è dedicato a chi sa ancora cercando, a chi non si accontenta mai, a chi in ogni momento della sua vita è pronto a ridefinirsi e a mettersi in discussione. Perché se anche crediamo che il mondo intorno a noi stia terribilmente declinando, nulla ci impedisce di cercare in noi stessi le strade giuste da percorrere. E magari, con ostinazione fortuna, anche di trovarle.

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Eravamo il sale del mare
  • Eravamo il sale del mare
  • Tipologia di prodotto: ABIS BOOK

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 145 articoli: