Uno studio del dott. Semir Zeki dell’University College di Londra ha stabilito che, dal punto di vista emozionale, l’odio e l’amore sono “due sentimenti irrazionali che possono portare entrambi a compiere azioni eroiche o atti violenti, ma che l’odio è più razionale e persistente”. Nele Neuhaus con questo bel giallo dimostra invece come essi possano generare le medesime Ferite profonde, quando si confondono l’uno nell’altro.
Titolo: Ferite profonde
Autore: Nele Neuhaus
Editore: Giano, collana I libri della civetta
Traduttore: Emanuela Cervini
Anno: 2012
Il commissario capo della Polizia di Francoforte Oliver von Bodenstein e la sua collega Pia Kirchhoff sono alle prese con un omicidio che sembra una vera e propria esecuzione. Il novantaduenne David Joshua Goldberg, esponente di spicco della comunità ebraica americana, è stato freddato in casa propria con un colpo alla testa. Il tanto agognato ritorno in patria dopo sessant’anni gli è quindi risultato fatale. Completa la scena del delitto una macabra serie di cifre scritte sul muro con il sangue, 1-6-1-4-5. L’autopsia inoltre svelerà un piccolo tatuaggio sul braccio di Goldberg, testimone della sua appartenenza alle SS. Un’assurdità in termini, che si rivelerà per gli investigatori un vero rompicapo.
Un filo sottilissimo lega l’indagine al nome di Vera Kaltensee, un’ottuagenaria filantropa di stirpe prussiana. Ma può esistere davvero un legame tra l’irreprensibile baronessa e le SS, quando la sua famiglia d’origine era stata sterminata proprio dai Nazisti? E’ ciò che si chiedono Oliver e Pia, mentre si trovano continuamente alle prese con omicidi di natura similare a quello di Goldberg. Arriveranno alla soluzione dell’enigma solo quando riusciranno a capire di che natura è l’odio sconfinato che l’assassino cova in sé da più di mezzo secolo.
Ferite profonde è un romanzo dalle tinte fosche, popolato di personaggi molto vividi, la cui trama è sicuramente mortificata dall’abstract appena proposto.
Il raggio investigativo dei due protagonisti poi è talmente ampio che la sintesi è praticamente impossibile; ma pur nella vastità di cadaveri, indizi, nomi di personaggi, sigle e località, la Neuhaus riesce a mantenere il lettore avvinto per mezzo di una trama tutt’altro che banale, infarcita di numerosi colpi di scena.
La cupidigia, la gelosia, l’amore, l’odio, il potere e la vendetta sono rappresentati in tutte le loro sfumature più tragiche, con l’ideologia nazista relegata a cupo sottofondo narrativo.
La meticolosa ricostruzione storica, il dettaglio della psicologia dei due investigatori e il tragico epilogo sono i tasselli più pregevoli di questa analisi dei danni provocati dall’odio dei singoli, in un periodo di grande odio collettivo o, per meglio dire, sugli effetti della fusione delle ragioni dell’amore e dell’odio che risultano essere forieri di morte, quando sono alimentati da rancore mai sopito.
Una conferma della bravura dell’autrice tedesca, che bisserà quasi certamente il grande successo di Biancaneve deve morire.
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