Il nostro viaggio fra i film dei generi preferiti in questo Café procede a tappe ravvicinate e, dopo aver affrontato il cinema thriller psicologico e il cinema thriller arriviamo ora ai film incentrati sulla figura del serial killer.
Gli assassini seriali hanno incontrato decennio dopo decennio una sempre maggiore curiosità da parte del pubblico e con il passare del tempo è cresciuto a dismisura il numero di romanzi, saggi, fumetti e film che hanno come protagonisti i serial killer.
Diventa quindi difficile operare una cernita fra tutti i film usciti nel corso della storia del cinema ma, a monte, ci sono anche altre difficoltà, che cominciano con la definizione di serial killer.
Cosa è un serial killer?
Il termine serial killer comincia ad affermarsi a patire dagli anni Settanta, sebbene ovviamente la loro esistenza si perda molto indietro nella storia dell’uomo e abbiamo esempi anche “illustri” di assassini seriali già a partire dall’Impero Romano.
Lo stesso termine è andato incontro ad alcune variazioni nella definizione e tutt’ora non trova accordo comune. È sufficiente una breve ricerca in rete per perdersi immediatamente fra vari termini e tentativi di inquadrare questo fenomeno.
Ci sono molte distinzioni e sottocategorie, vi elenchiamo brevemente le più diffuse.
Quella più ampia mira a distinguere gli assassini seriali da altri tipi di pluriomicidi e troviamo quindi: serial killer, spree killer e mass murderer.
Concentrandoci quindi solo sui primi del gruppo, abbiamo i serial killer organizzati e quelli disorganizzati (anche se sono frequenti dei casi che comprendono entrambe le modalità), mentre per quanto riguarda le motivazioni e tipologie troviamo: il Visionario, il Missionario, l’Edonista, l’amante del controllo del potere e il Lussurioso.
Alcuni di queste tipologie sono facilmente identificabili nei film, un esempio classico può essere John Doe interpretato da Kevin Spacey in Se7en, che ricade nella categoria del Missionario.
Ma, come vi ho già scritto e intendo ancora ribadire, non esiste un consenso generale. Dovendo scegliere una singola definizione tenderei a impiegare quella elaborata da Ruben De Luca, che a mio modo di vedere migliora sia la definizione classica fornita dall’FBI a fine anni Settanta (che prevedeva un minimo di tre omicidi), sia quella di Egger del 1984, e che, riassumendo, recita:
“Il serial killer è un soggetto che commette due o più omicidi separati fra loro da un lasso di tempo (cooling off) o che spinge altri a commetterli (by proxy).”
Questa definizione, che è sicuramente troppo sintetica, ci serve come base di partenza per questa analisi cinematografica che non pretende in alcun modo di esaurire il tema generale, non essendo questo lo scopo di questa guida.
Dovendo nominarvi due sole fonti dalle quali partire nel caso vogliate approfondire il soggetto, vi invito a leggere l’esaustivo e tutt’ora valido “I serial killer” di Vincenzo M. Mastronardi e Ruben De Luca (Newton Compton) mentre se siete in cerca di una lettura online, più breve ma ben strutturata, potete consultare l’ottimo lavoro svolto tempo fa da David Papini su La Tela Nera, Serial Killer: definizioni, dinamiche, patologie, modelli.
I migliori 100 film sui serial killer
Come potete intuire dal numero contenuto nel titolo qui sopra, questa volta ho deciso di scavare ancora più a fondo rispetto alle altre guide di cinema scritte per Thriller Café.
Sono infatti più di cento i film sui serial killer che troverete elencati in ordine cronologico: fra questi alcuni hanno ricevuto un trattamento un po’ più approfondito, mentre per i restanti mi sono limitato al titolo, nome del regista e una riga di commento o riassunto della trama.
Riesco così a bilanciare l’esigenza di cercare una maggiore esaustività, avvertita in occasione della stesura delle precedenti guide, con quella di non imporvi una lettura eccessivamente lunga, fornendovi però una panoramica quanto più varia ed estesa possibile.
Pochi i criteri di scelta, se non appunto una sostanziale fedeltà alla definizione di partenza data da Ruben De Luca. Nell’elenco degli oltre 100 migliori film sui serial killer troverete quindi personaggi di fantasia alternati a quelli che si ispirano a serial killer realmente esistiti.
Ho cercato di evitare del tutto o ridurre al minimo eventuali sconfinamenti di genere (fantasy, fantascienza e horror): alcuni fra i più prolifici e terrificanti serial killer appartengono ovviamente al genere horror ma non considero in questo elenco tutti quelli che hanno origini o caratteristiche soprannaturali, così come ho evitato di menzionare i franchise più noti che comprendono alcuni slasher killer particolarmente prolifici.
Vi sono infine presenti alcuni titoli che ho già trattato nelle precedenti guide ma che ho comunque preferito inserire per completezza. Trattandosi di un numero abbastanza grande di film, la qualità può variare anche molto da titolo a titolo.
1920: Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene
Il capolavoro del cinema muto espressionista mette su schermo, con una delle scenografie più memorabili dell’intera storia di quest’arte, la vicenda di un serial killer molto particolare, visto che il “vero” assassino è un ipnotista, il dottore titolare, che condiziona un sonnambulo, Cesare, a commettere atroci delitti.
1926: The Bat di Roland West
Un assassino travestito da enorme pipistrello terrorizza gli ospiti di una vecchia casa affittata da uno scrittore.
1931: M di Fritz Lang
Per il suo primo film sonoro Fritz Lang sceglie la vicenda dell’assassino di bambini Hans Beckert, interpretato da un Peter Lorre all’apice della forma.
L’autore utilizza il film anche come veicolo del suo disprezzo per la Germania nazista, ma M è su tutto un film di assenze, di vuoti che funzionano molto bene.
Le due assenze più importanti sono quelle dell’assassino stesso, del quale si vede spesso l’ombra o si sente il fischiettare, a proposito del quale l’altra assenza è il suono, usato con attentissima parsimonia da Lang, già consapevole di tutto il suo potenziale anche se è la prima volta che può impiegarlo.
Memorabile anche il monologo finale che, lungi dal voler “scusare” i gesti del “mostro”, ne spiega l’insopprimibile urgenza.
1943: L’ombra del dubbio di Alfred Hitchcok
Una giovane donna comincia a sospettare che suo zio sia il responsabile di alcuni omicidi.
1944: Arsenico e vecchi merletti di Frank Capra
Essere Frank Capra nel 1944 vuol dire in pratica poter girare quel che vi pare e quindi il magistrale regista siculo-americano affida ai gemelli Epstein la sceneggiatura cinematografica di una commedia teatrale firmata da Joseph Kesselring e sceglie un non proprio entusiasta Cary Grant per vestire i panni del futuro sposo che scopre che le sue amabili ziette sono anche delle assassine.
Le vecchiette uccidono con l’arsenico altri anziani, convinte di fare del bene in quanto le vittime sono degli anziani solitari.
Ne esce fuori una delle commedie più divertenti (e senza dubbio la più assurda) di Capra ma, ridendo e scherzando siamo di fronte a due serial killer ben prolifici, anzi tre se contiamo anche Johnny.
1945: Nelle tenebre della metropoli di John Brahm
A Londra il compositore George Harvey Bone soffre di un particolare disturbo che si scatena quando sente rumori dissonanti: diventa una persona violenta, che non esista a uccidere.
1947: Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin
Charlie Chaplin firma uno dei primi capolavori all’interno del sotto-genere, con la storia di questo killer seriale suo malgrado, un impiegato di banca costretto al crimine dalla crisi economica del primo dopoguerra.
I toni sono da commedia nera, feroce e ben sospesa fra momenti di grande cinismo e altri passaggi nei quali la risata è più distesa e meno amara.
1949: Follow me quietly di Richard Fleischer
Incontreremo più volte il nome di Richard Fleischer in questa particolare classifica.
In Follow me quietly il regista anticipa certe tendenze future e traspone su schermo il tema del serial killer e del poliziotto ossessionato dalla sua cattura.
1951: M di Joseph Losey
Versione per il pubblico statunitense del capolavoro di Fritz Lang.
1957: Ordine segreto del III Reich di Robert Siodmak
Un serial killer è all’opera nell’Amburgo del 1944 e uccide una serie di donne.
1960: Psyco di Alfred Hitchcock
Tratto dall’omonimo romanzo del 1959 di Robert Bloch, che si è ispirato a Ed Gein, Psyco è uno dei film più importanti della storia del cinema. Ripeto qui quanto scritto nella guida al cinema thriller psicologico: “Una delle pietre miliari della storia del cinema, Psyco è stato un titolo rivoluzionario sotto moltissimi aspetti. Ha cambiato il volto del thriller e di certo horror, ha fornito una memorabile e irripetibile lezione sul potere del montaggio e ha scardinato alcune regole narrative, a partire da quel che accade alla figura che lo spettatore percepisce come “protagonista” della vicenda.
Il film ha anche confermato tutta la bravura di un attore come Anthony Perkins e, in qualche senso, gli ha in seguito limitato e condizionato la carriera. L’importanza di Psyco trascende il genere e la sua influenza nei decenni seguenti sarà immensa, così come lo è tutt’ora nel panorama della cultura pop.
Ancora adesso molti giovani, che magari non l’hanno ancora visto, accoppiano al gesto dell’accoltellamento il brano di colonna sonora impiegato nei film, a testimonianza di quanto a fondo ha saputo penetrare nel nostro immaginario.
1960: L’occhio che uccide di Michael Powell
Il 1960 è un anno decisivo per la storia di questo sotto-genere cinematografico, visto che escono a breve distanza l’uno dall’altro due capolavori come Psyco e L’occhio che uccide.
Oltre agli innumerevoli meriti artistici e stilistici (l’utilizzo del POV dell’assassino su tutti) e alle riflessioni e sottotesti su voyeurismo e cinema, il film di Michael Powell è importante anche per il lavoro di scavo sulla figura del serial killer protagonista, del quale viene illustrata l’infanzia traumatica quale principale sorgente dei problemi da adulto.
Accolto malissimo in madrepatria nell’anno della sua uscita, segnerà l’inizio di notevoli problemi per il regista, mentre ora è acclamato come film di culto.
1968: Lo strangolatore di Boston di Richard Fleischer
Come promesso, incontriamo nuovamente Richard Fleischer in questo film che si ispira al serial killer Alber DeSalvo, qui interpretato da Tony Curtis.
1970: Il tagliagole di Claude Chabrol
Hélène, una maestra, e il macellaio Popaul,si incontrano in occasione di un matrimonio e diventano amici. Una serie di omicidi di donne sconvolge la zona, e la donna comincerà a sospettare proprio di Popaul.
1970: L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento
Uno scrittore americano e la sua ragazza sono perseguitati da un serial killer dopo che l’uomo è stato testimone di un tentato omicidio.
1971: Il gatto a nove code di Dario Argento
Un giornalista e un anziano enigmista cieco indagano sulla morte di un genetista, il dottor Calabresi, morte che è solo la prima in una feroce serie di omicidi.
1971: Quattro mosche di velluto grigio di Dario Argento
Ultimo film della cosiddetta Trilogia degli Animali, vede Dario Argento innalzare sia il tasso della ferocia che quello della visionarietà, in attesa di esplodere con il film che dirigerà quattro anni dopo.
1970: Il rosso segno della follia di Mario Bava
John Harrington, proprietario di un atelier da sposa, è ossessionato dall’omicidio di sua madre e nel tempo è diventato un serial killer che uccide le donne vestite per le nozze.
1971: Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! Di Don Siegel
Questo titolo è già stato trattato nella guida ai migliori film thriller, alla cui lettura vi rimando.
1971: L’assassino di Rillington Place n. 10 di Richard Fleischer
Questa è la terza volta che incontriamo Richard Fleischer che questa volta si occupa di un altro serial killer realmente esistito, John Christie, e che si ritrova nel cast due attori del calibro di John Hurt e Richard Attenborough.
1972: Frenzy di Alfred Hitchcock
Penultimo film del Re del Brivido e suo ritorno a Londra dopo circa vent’anni, Frenzy narra degli omicidi di un serial killer che strangola le donne con la sua cravatta.
1972: Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci
Anche se il sottoscritto preferisce i film fulciani appartenenti alla Trilogia della Morte, Non si sevizia un paperino è considerato il capolavoro del regista romano, che traspone su grande schermo una vicenda ispirata a una serie di omicidi di bambini avvenuta a Bitonto un anno prima.
Fulci coglie molto bene l’ambiente oppressivo e soffocante del Sud Italia, si contorna di un buon gruppo di attori e attrici (Tomas Milian, Barbara Bouchet, Florinda Bolkan, Irene Papas…) e firma il suo lavoro più equilibrato, morboso e maturo, mostrando un completo possesso dei mezzi.
1975: Profondo Rosso di Dario Argento
Capolavoro di sadismo e tensione, Profondo Rosso è frutto della fortunata sinergia e alchimia di vari elementi, dalla regia stessa di Argento a una colonna sonora memorabile, da varie scelte azzeccate di interni ed esterni all’apporto di Carlo Rambaldi in sede di effetti speciali.
È articolato lungo varie scene dalla grande tensione, molte delle quali sono ormai entrate nell’immaginario non solo italiano e riserva, a chi non l’abbia ancora visto, una buona sfida nell’identificare il serial killer responsabile di alcuni fra i più feroci omicidi di quegli anni cinematografici.
1978: Occhi di Laura Mars di Irving Keshner
Laura Mars è una fotografa di moda che ha terribili visioni e percezioni sugli omicidi di modelle e collaboratori. Scritto da John Carpenter, ha un cast di buon livello con Faye Dunaway, Tommy Lee Jones e Brad Dourif.
1979: L’uomo venuto dall’impossibile di Nicholas Meyer
Una delle poche escursioni nel cinema fantascientifico all’interno di questa guida, l’ho inserito perché vede Jack lo Squartatore sfruttare la macchina del tempo inventata da H. G. Wells per scappare da Scotland Yard, rifugiandosi nel 1979. Wells si getterà al suo inseguimento, preoccupato dalle possibili conseguenze di questa alterazione nel flusso cronologico.
1979: La vendetta è mia di Shôhei Imamura
Tratto da un libro di Ryūzō Saki e ispirato alle gesta del serial killer giapponese Akira Nishiguchi, La vendetta è mia, attraverso l’espediente narrativo dell’interrogatorio, ripercorre le tappe formative nella vita di questo truffatore e assassino seriale, mantenendo come sottotesto una critica all’uomo contemporaneo e al suo stile di vita.
1979: The Driller Killer di Abel Ferrara
Al suo esordio fuori dal porno Abel Ferrara firma una pellicola dura e violenta, nella quale assistiamo alla discesa nella follia da parte di un pittore fallito, che impiega un trapano elettrico per uccidere vagabondi e disadattati.
1980: Maniac di William Lustig
Il 1980 è, insieme ad altre tre o quattro date, annus mirabilis per questo sottogenere e schiera tre film di grande importanza come Maniac, Vestito per uccidere e Cruising, rappresentando quindi, per toni, modalità e soggetti, una particolare estensione degli anni Settanta nella decade seguente.
Lustig arriva a Maniac dopo due pellicole porno e trova in Joe Spinell l’uomo della provvidenza, in grado di scrivere il copione, co-propdurlo e interpretarlo. Spinell crea quindi uno dei serial killer più memorabili di quegli anni, con il suo Frank che si aggira per New York a uccidere e scalpare giovani donne, salvo incontrarne una che potrebbe mettere la parola fine alla sua macabra serie.
1980: Vestito per uccidere di Brian De Palma
Brian De Palma ci offre una delle sue opere più morbose, accusata da alcuni critici di essere eccessivamente e inutilmente pornografica.
Vestito per uccidere ha un buon cast, con Michael Caine, Angie Dickinson, Keith Gordon e Nancy Allen, ed è arricchito dalle musiche di Pino Donaggio.
L’autore frulla dentro Vestito per uccidere alcuni temi scabrosi e controversi all’epoca, quali il travestitismo, la transessualità e la doppia personalità, aggiungendo al tutto ovviamente una figura di serial killer e inserendo due o tre scene che ancora adesso colpiscono con efficacia.
1980: Cruising di William Friedkin
Ancora adesso al centro di critiche quando lo si rispolvera, Cruising vede Al Pacino nei panni di un agente di polizia che deve indagare in incognito sugli omicidi serial di un killer che abborda omosessuali e quindi li stupra, per poi ucciderli e mutilare i cadaveri.
L’incarico porterà l’agente a porsi dubbi sia circa la sua sessualità che nei confronti dell’operato dei suoi colleghi, arrivando quindi a un finale di diverso significato a seconda di quale delle tre versioni di montaggio stiate guardando.
1980: Morte al telefono di Robert Hammer
Un veterano del Vietnam preda su giovani donne a Los Angeles, sfidando al contempo uno psicologo che conduce una trasmissione radio, elargendogli dettagli scabrosi dei suoi omicidi.
1981: L’angelo della vendetta di Abel Ferrara
Il titolo inglese è più esplicativo: Ms 45, e segue il percorso di vendetta di una sarta, timida e muta, che dopo due aggressioni sessuali nello stesso giorno comincia ad aggirarsi per le strade di New York quando fa buoi sparando a maschi a caso, proprio con una calibro 45.
1983: 10 minuti a mezzanotte di J. Lee Thompson
Un J. Lee Thompson che ha ormai passato da tempo il suo apice di carriera cerca di spremere tutto il possibile da un Charles Bronson in quel momento in piena fase da “Giustiziere della notte”, facendogli interpretare un poliziotto alle prese con un serial killer tanto bello e fascinoso quanto letale, che ha già sedotto e ucciso parecchie donne.
1983: Angst di Gerald Kargl
Angst è l’unico lungometraggio dell’austriaco Gerald Kargl ma, come una manciata di altre pellicole di quel Paese, riesce a provocare a fondo mentre seguiamo un uomo, vagamente modellato sulla figura del serial killer Werner Kniesek, realmente esistito, assediare una famiglia composta da madre anziana, figlia giovane e fratello ritardato.
Cupo, rabbioso e privo di compromessi, Angst è arricchito dalla colonna sonora dell’ex Tangerine Dream e Ash Ra Tempel, Klaus Schulze.
1984: Corda tesa di Richard Tuggle
Richard Tuggle cerca di salire sul carrozzone che connotava la figura di Clint Eastwood al momento, e mette in piedi questa vicenda con un padre single e poliziotto che è in caccia di un serial killer e stupratore, salvo rischiare di trasformarsi da cacciatore a preda.
1984: Angel Killer di Robert Vincent O’Neil
La quindicenne Molly si divide fra due carriere, entrambe di successo: di giorno è ottima studentessa mentre di sera è una prostituta altamente ricercata sul Sunset Blvd.
L’equilibrio si spezzerà quando si renderà conto di aver assistito alle imprese di un serial killer necrofilo, diventando quindi target dello stesso.
1984: Paura su Mahattan di Abel Ferrara
C’è parecchio Abel Ferrara in questi anni e Paura su Manhattan si distingue perché questa volta a dare la caccia al “solito” serial killer che preda su giovani donne troviamo un ex pugile e un impresario.
1986: Manhunter – Frammenti di un omicidio di Michael Mann
Il 1986 è un altro annus mirabilis per questo particolare sotto-genere cinematografico, visto che escono tre lavori molto importanti come Henry – Pioggia di sangue, The Hitcher e Manhunter.
Diretto e sceneggiato da Michael Mann (sulla base di Red Dragon di Thomas Harris), Manhunter schiera un Brian Cox particolarmente efficace e inquietante nei panni di Hannibal Lecter, mentre William Petersen interpreta il profiler Will Graham sfornando quella che ancor oggi rimane la sua migliore prova attoriale in una carriera che purtroppo non ha avuto il successo dovuto.
Menzione doverosa per l’umorale fotografia di Dante Spinotti che riesce a caratterizzare psicologicamente molte scene.
1986: Il mostro di Marvin J. Chomsky
Marvin J. Chomsky è uno dei primi a occuparsi del serial killer Ted Bundy in questa pellicola che segue il trasferimento di Bundy da Seattle nello Utah e il lavoro coordinato di varie forze di polizia per riuscire ad arrestarlo.
1986: Henry – Pioggia di sangue di John McNaughton
Vagamente ispirato dalle gesta di Henry Lee Lucas, Henry segna il passaggio di John McNaughton dai documentari alla fiction, ma conserva molta attitudine dal periodo precedente e documenta in modo neutro e lucido gli atti di violenza di Henry (un ottimo Michael Rooker, prima che diventasse eccessivamente gigionesco) e Otis.
Il regista riesce a cogliere l’elemento più disturbante di questa sarabanda assassina, ovvero la completa mancanza di coscienza morale e di empatia da parte del killer. In Italia il film è famoso anche per la famosa scena di Caro Diario nella quale Moretti attacca un critico cinematografico per quel che (in effetti insensato) aveva scritto sul film.
1986: The Hitcher – La lunga strada della paura di Robert Harmon
Non mette d’accordo tutti i critici questo The Hitcher, con un Rutger Hauer nei panni di un serial killer autostoppista che semina panico e morte sulle highway statunitensi.
Eppure la performance dell’attore vale da sola il prezzo del biglietto, e alcune scene sono tutt’ora valide per quanto riguarda tensione ed efficacia.
1987: Stepfater – Il patrigno di Joseph Ruben
Ci sono stati due sequel e un remake, nessuno all’altezza del primo film, firmato da Joseph Ruben e con un Terry O’Quinn fin troppo perfetto nei panni di questo serial killer anomalo, ossessionato dal controllo e dall’idea di famiglia perfetta.
1988: Scommessa con la morte di Buddy Van Horn
Torna l’Harry Callaghan interpretato da Clint Eastwood, questa volta alle prese con uno squilibrato intento a far vittime nel jet set e fra i vip.
1988: Amsterdamned di Dick Maas
Pellicola olandese, e quindi già anomala in questo nostro elenco, Amsterdamned è resa ancora più particolare dalla strana figura di serial killer che, con tanto di muta sub, imperversa per le vie, o meglio, per i canali di Amsterdam.
Da segnalare il finale, con un metodo d’esecuzione tanto brutale quanto particolare.
1989: Seduzione pericolosa di Harold Becker
Al Pacino ed Ellen Barkin sono fra i pochi motivi di interesse di questo poliziesco con caccia al serial killer, che potrebbeessere una donna che mette annunci per cuori solitari.
1989: Il patrigno II di Jeff Burr
Seguito del film di due anni prima, vede il serial killer titolare tornare in azione con la sua missione di ricerca della casa e famiglia perfette.
1991: Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme
Considerato ormai un classico e inserito spesso nelle classifiche dei cento migliori film statunitensi, Il silenzio degli innocenti fa parte del ristretto gotha dei capolavori assoluti del cinema di serial killer.
I vari ingredienti alla base di quest’opera sono già tutti eccellenti, a partire dal romanzo di Thomas Harris fino alle prove di Jodie Foster e Anthony Hopkins, i serial killer sono ben due, entrambi riuscitissimi e il risultato è un film che spazza via la concorrenza vincendo ben cinque premi oscar (con nomination in altri due) e vari altri riconoscimenti.
Un caso più unico che raro all’interno di questo sotto-genere.
1992: Il cameraman e l’assassino di Rémy Belvaux, André Bonzel e Benoît Poelvoorde
Saggio di fine anno di una scuola di cinema, realizzato con budget bassissimo, Il cameraman e l’assassino segue una troupe che riprende gli omicidi di un serial killer.
Sospeso fra commedia nera e scene prive di compromessi, il film è impreziosito dalla prova attoriale di Benoît Poelvoorde, che fra un omicidio e l’altro disquisisce di vari temi, dall’edilizia sociale alle difficoltà tecniche di occultamento cadaveri.
Il cameraman e l’assassino è una piccola gemma che non deve mancare in un ideale elenco di film sui serial killer.
1992: Caccia all’assassino di Eric Till
Eric Till decide di girare un film televisivo sulle gesta di un serial killer realmente esistito, il notissimo John Wayne Gacy, responsabile di decine di omicidi.
1992: Gli occhi del delitto di Bruce Robinson
Un ispettore di polizia si trasferisce da Los Angeles alla piccola città di Eureka, sperando di trovare pace e tranquillità. Si imbatterà invece in un serial killer ossessionato dalle donne non vedenti, e dovrà organizzare una trappola speciale per riuscire ad acciuffare il mostro.
Buon cast con attori del calibro di Andy García, Uma Thurman e Lance Henriksen.
1993: Kalifornia di Dominic Sena
Cult movie seminale, Kalifornia è forte di un quartetto di protagonisti in ottima forma, con David Duchovny nei panni di un dottore in criminologia che vuole girare gli USA insieme alla sua ragazza, Michelle Forbes, in cerca dei luoghi dei delitti più efferati. I due caricheranno a bordo due autostoppisti, interpretati da Brad Pitt e Juliette Lewis, e presto scopriranno che si tratta di criminali privi di scrupoli.
1993: Schramm di Jörg Buttgereit
Altro cult movie spesso discusso e ricordato dagli aficionados, Schramm ha come protagonista il serial killer Lothar Schramm: masochista, preda di allucinazioni, affascinato dalle mutilazioni, lavora come tassista e grazie al suo aspetto mite e timido riesce ad attirare prede a casa sua per poi ucciderle.
1994: Natural Born Killers di Oliver Stone
A distanza di più di un quarto di secolo Natural Born Killers rimane ancora un film molto importante, vuoi per l’estetica pop super-esagerata, vuoi per il sottotesto di critica alla glamourizzazione dei serial killer.
Oliver Stone rivede e adatta una precedente sceneggiatura di Quentin Tarantino, becca un terno al lotto con Juliette Lewis e Woody Harrelson in forma strepitosa e confeziona un viaggio acido, adrenalinico e colorato a fianco di una coppia di serial killer a zonzo per gli USA.
1994: La signora ammazzatutti di John Waters
Spunta di tanto in tanto la commedia anche in un elenco di questo tipo, e La signora ammazzatutti, pur essendo uno dei lavori più accessibili e meno provocatori di John Waters, riesce a essere tutt’ora godibile.
Impazza Kathleen Turner, nelle vesti della casalinga e madre di famiglia che non si ferma di fronte a nulla pur di avere una vita e una famiglia “perfette”. E per tale scopo sarà disposta a compiere ben sette omicidi….
1994: Il guardiano di notte di Ole Bornedal
Diretto dal danese Ole Bornedal, che pochi anni dopo si occuperà anche del remake per il pubblico statunitense, mette in scena il confronto fra un giovane guardiano di un istituto di medicina legale e un serial killer che ama prendere scalpi alle sue vittime.
1995: Se7en di David Fincher
Avendo già inserito questo titolo nella guida al cinema thriller psicologico, vi riporto in questa sede quanto scritto per l’occasione: “Se7en è uno dei thriller psicologici più moraleggianti e cupi presenti in questo elenco e non è il solo film girato da David Fincher a trovare posto, a conferma della grande attenzione che il regista nato a Denver mostra nei confronti di questo genere.
L’arcinota vicenda ruota attorno alle gesta di un killer che uccide punendo i sette peccati capitali, e agli sforzi di due detective impegnati a catturarlo. Ambientato in una città non identificata (anche se molti ambienti appartengono a Los Angeles), un luogo di corruzione e degrado nel quale piove continuamente, Se7en è un disperato capolavoro che trova i suoi punti più alti vuoi nelle morbose coreografie dei delitti, vuoi nelle scenografie, in particolare gli interni dell’antro del killer, vuoi ancora nell’intenso gioco a tre fra degli attori in stato di grazia: Brad Pitt, Morgan Freeman e Kevin Spacey.
Diamo per scontato che chiunque stia leggendo abbia visto almeno una volta questo film che brilla in vari comparti oltre a quelli più prevedibili, su tutti la sceneggiatura di Andrew Kevin Walker, il montaggio di Richard Francis-Bruce e la fotografia di quell’abilissimo alchimista che è Darius Khondji.
Ma tutto il cast tecnico è da nominare, e fra i nomi celebri troviamo anche Howard Shore alle musiche o il mago degli effetti speciali/make up Rob Bottin.
Imperdibile.”
1995: Copycat – Omicidi in serie di Jon Amiel
Una copia di dinvestigatori sta indagando a San Francisco su un possibile serial killer e chiedono aiuto a una psicologa criminale che, a causa di un precedente trauma, è confinata in casa da una potente agorafobia. La donna accetta, diventando quindi uno dei target dell’assassino.
1995: Cittadino X di Chris Gerolmo
Ispirato alle gesta di quello che è probabilmente il più noto serial killer russo, Andrej Romanovič Čikatilo, Il film è solo parzialmente riuscito e genera una strana impressione di dislocazione geografica, impiegando per molti dei ruoli principali attori che di russo hanno ben poco: Stephen Rea, Donald Sutherland e Max Von Sydow.
1997: Funny Games di Michael Haneke
Michael Haneke non è il solo regista a detenere lo strano record di aver girato il remake di un suo stesso film e anche solo in questa guida è accompagnato da altri nomi, come per esempio Ole Bornedan.
Entrambi i Funny Games, per motivi diversi, sono per il sottoscritto estremamente godibili anche se il remake gode di valori produttivi più alti, che si fanno sentire in particolare nella scelta degli attori.
1997: il collezionista di Gary Fleder
Tratto da Kiss the Girls di James Patterson, Il collezionista vede Morgan Freeman nei panni di Alex Cross che, con l’aiuto di Kate McTiernan, interpretata da Ashley Judd, dovrà dare la caccia a casanova, un serial killer che cattura giovani donne, collezionandole in una caverna.
1997: Nightwatch – Il guardiano di notte di Ole Bornedan
Remake del film del 1994, vede il regista tornare dietro la macchina da presa a gestire un cast di maggiore spicco che allinea fra gli altri Ewan McGregor, Patricia Arquette, Josh Brolin, Nick Nolte e Brad Dourif.
1998: Indagine ad alto rischio di James B. Harris
In questa trasposizione cinematografica de Le strade dell’innocenza di James Ellroy troviamo James Woods a interpretare il sergente Lloyd Hopkins, sulle tracce di un serial killer nella Los Angeleles dei primi anni Ottanta.
1999: Il talento di Mr Ripley di Anthony Minghella
Magari distratti sia dalla bravura di Patricia Highsmith per quel che riguarda il romanzo e da quella di Matt Damon nell’interpretare Tom Ripley, perdiamo di vista il fatto che il protagonista di questa vicenda è a tutti gli effetti un serial killer, e Anthony Minghella ha il pregio di esporci con chiarezza il suo “percorso formativo”.
1999: Il collezionista di ossa di Philip Noyce
Tratto da The Bone Collector di Jeffery Deaver, il film di un Philip Noyce che ha ormai passato da qualche anno il picco di carriera schiera Denzel Washington nei panni del geniale Lincoln Rhyme, criminologo confinato su una sedia a rotelle in seguito a un incidente, mentre Angelina Jolie è Amelia Donaghy, sua aiutante sul campo. Entrambi, manco a dirlo, dovranno confrontarsi con un serial killer particolarmente abile e intelligente.
1999: Summer of Sam – Panico a New York di Spike Lee
Spike Lee mostra tutta la sua bravura anche al di fuori dei suoi temi ricorrenti e nel giro di relativamente poco tempo sfornerà sia un ottimo film su un serial killer, il qui presente Summer of Sam, che un altrettanto buono heist movie con Inside Man.
In Summer of Sam assistiamo agli omicidi di David Berkowitz, il noto Figlio di Sam che nel 1977 uccise coppiette e donne sole terrorizzando il Bronx.
1999: In Dreams di Neil Jordan
Neil Jordan è da sempre molto sensibile e attirato da tutti gli stati che sfuggono in qualche modo alla realtà e in questo film ha come protagonista una donna sensitiva che entra in contatto mentale con un serial killer, vedendone gli omicidi passati e futuri.
Purtroppo non sarà creduta da nessuno, nemmeno quando comincerà ad attirare l’interesse dell’assassino.
2000: American Psycho di Mary Harron
Mary Harron e la co-sceneggiatrice Guinevere Turner non solo hanno il coraggio e la capacità di affrontare uno dei testi più importanti di quegli anni, ovvero l’omonimo romanzo di Brett Easton Ellis, ma riescono anche a trattare il materiale incandescente con uno sguardo ironico e femminile che si adatta benissimo all’atroce e disperata vicenda.
Trovano quindi in Christian Bale l’attore ideale per incarnare il serial killer postmoderno, disintegrato e dissociato, Patrick Bateman, e al resto ci pensano molte scene ormai entrate nella storia, dallo scontro fra biglietti da visita alla recensione musicale di Sports di Huey Lewis and the News prima di menare colpi d’ascia.
Sono passati diciannove anni ma la lezione di American Psycho è più attuale e valida che mai.
2000: Cell – La cellula di Tarsem Singh
Per alcuni versi film che sconfina più volte nel fantasy, The Cell è però anche la storia della caccia a un serial killer, con Jennifer Lopez nei panni di una assistente sociale che accetta di entrare nella mente dell’assassino, che giace in coma, per riuscire a scoprire dove sta tenendo prigioniera la sua vittima più recente.
Disastroso per quel che concerne sceneggiatura e recitazione, The Cell è una vera e propria festa per gli occhi, con molte visioni memorabili, che raccomandiamo comunque caldamente.
2001: Hannibal di Ridley Scott
Nonostante un buon sforzo produttivo e un gran cast coinvolto (Anthony Hopkins, Julianne Moore, Gary Oldman, Ray Liotta e anche il nostro Giancarlo Giannini), questo film di Ridley Scott non aggiunge molto alla mitologia “Lecteriana” ma è comunque visione raccomandabile ai completisti della saga.
2001: From Hell dei fratelli Hughes
Il film, conosciuto anche con il titolo de La vera storia di Jack lo squartatore, è ispirato alla graphic novel di Alan Moore anche se non riesce a catturarne intensità e visione.
Johnny Depp vi recita nei panni dell’ispettore Frederick Abberline, alla caccia di uno dei serial killer più famosi di tutti i tempi.
2002: Dahmer di David Jacobson
Privo di alcuni elementi chiave della natura di questo serial killer (il cannibalismo su tutti), il film di David Jacobson alterna scene del passato a momenti presenti, con l’assassino protagonista della vicenda che è interpretato da Jeremy Renner.
2002: Red Dragon di Brett Ratner
Brett Ratner si ficca in una impresa impossibile: creare un sequel all’altezza de Il silenzio degli innocenti girando in sostanza un remake di Manhunter. Se non si tengono conto di questi elementi la pellicola è comunque più sopportabile di altri epsiodi lecteriani e allinea nomi di un certo livello quali Anthony Hopkins, Edward Norton, Ralph Fiennes, Harvey Keitel, Emily Watson e Philip Seymour Hoffman.
2003: Memories of Murder di Joon Ho Bong
Uno dei più grandi successi del cinema coreano e uno dei titoli migliori presenti in questo elenco, Memories of Murder è tratto dal romanzo Come and See Me di Kim Kwang-rim, ispirato alla storia vera del primo serial killer coreano conosciuto, attivo fra il 1986 e il 1991.
2003: Monster di Patty Jenkins
Monster meriterebbe un posto speciale in questa classifica, fosse anche solo per l’indimenticabile e straordinaria interpretazione di Charlize Theron, che veste i panni della serial killer Aileen Wuornos, realmente esistita.
Ma nel lungometraggio di Patty Jenkins c’è molto di più, a partire dal modo molto acuto con il quale la regista ci fa capire come Aileen, pur predando, continuava anche a rimanere costantemente preda e vittima dello sguardo maschile.
E senza dimenticare una delle scene di stupro tutt’ora più difficili da digerire nella storia del cinema.
2004: Suspect Zero di E. Elias Merhige
La vicenda abbastanza generica riguarda la caccia a un serial killer che sembra agire senza particolari moventi e slegato da ogni logica. Nel cast Aaron Eckhart, Ben Kingsley e Carrie-Anne Moss.
2004: Identità violate di D. J. Caruso
Una agente dell’FBI sarà contattata dalle autorità di Montreal per indagare su un serial killer che uccide per poi impossessarsi dell’identità delle vittime. Nel cast Angelina Jolie, Ethan Hawke e Kiefer Sutherland.
2004: La tela dell’assassino di Philip Kaufman
Jessica Shepard, fresca di nomina nella squadra omicidi della polizia di San Francisco, dovrà dare la caccia a un serial killer che uccide degli uomini buttandone i cadaveri a mare e firmando le imprese con una bruciatura di sigaretta sul dorso della mano del cadavere.
2004: Saw – L’Enigmista di James Wan
Inserisco il primo come simbolo della saga tutta, anche se alla fine i serial killer sono più di uno e sia per modus operandi che per motivazioni l’Enigmista si distanzia nettamente dalle figure più tipiche del genere.
2005: The Zodiac di Alexander Bulkley
Uno dei tanti, più o meno anonimi tentativi di narrare le gesta del killer dello Zodiaco, tutti messi definitivamente in ombra dal futuro film di Fincher.
2006: Profumo – Storia di un assassino di Tom Tykwer
Adattamento cinematografico del romanzo Il profumo di Patrick Süskind.
2006: Sweeney Todd di David Moore
Anche in questo caso, uno dei tanti titoli che ricorrono nella storia del cinema e che propongono le atroci gesta del famigerato barbiere che operava nella Londra del diciottesimo secolo, tagliando le gole ai clienti. La produzione targata BBC assicura una certa tenuta al progetto.
2007: Zodiac di David Fincher
David Fincher se ne intende di serial killer e ogni volta che torna sull’argomento perfeziona mira e inquadratura. Questa volta tocca a un assassino seriale realmente esistito, il killer dello Zodiaco, in attività a San Francisco e dintorni verso fine anni Sessanta.
James Vabderbilt organizza e fornisce struttura al materiale proposto nel libro di Robert Graysmith, David Fincher rappresenta al meglio e con il suo consueto rigore le ossessioni dei vari personaggi coinvolti e ci regala una delle scene più ansiogene degli ultimi anni, con una memorabile discesa in uno scantinato che sembra essere anche luogo psichico, oltre che fisico.
2007: 88 minuti di Jon Avnet
Al Pacino è la star di questo film ben al di sotto della sua abituale media qualitativa, nel quale interpreta uno psicologo legale al quale viene detto che gli rimangono 88 minuti da vivere, proprio nel giorno in cui un serial killer che ha contribuito a far catturare sta scontare la sua condanna a morte.
2007: Disturbia di D. J. Caruso
In uno dei film che ha contribuito allo sviluppo della carriera di Shia LeBeouf, un giovane, in un clima che deve molto a Hitchcock, si convince che il suo vicino è un serial killer. Nel cast anche David Morse e Carrie-Anne Moss.
2007: Hannibal Lecter – Le origini del male di Peter Webber
Nella foga di trasporre su grande schermo qualsiasi tipo di materiale riguardante Hannibal Lecter, ecco che Peter Webber pasticcia il già carente materiale di base del romanzo di Thomas Harris e ci offre una pellicola soporifera che vorrebbe gettar luce sull’origine di uno dei serial killer più noti fra quelli di fantasia.
2007: Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street di Tim Burton
Anche Tim Burton arriva a trattare la figura del barbiere-serial killer e comunque, vuoi per suo mestiere, vuoi per livello della produzione, vuoi ancora per le star coinvolte (Johnny Depp, Helena Bonham Carter e Alan Rickman) sforna un prodotto d’intrattenimento dignitoso.
2007: Funny Games di Michael Haneke
Pur rinforzato dalla presenza di star quali Naomi Watts, Tim Roth e Michael Pitt, questo remake di Haneke di un suo film precedente non ha lo stesso impatto, crudele e spiazzante, rispetto all’originale.
2007: Mr Brooks di Bruce A. Evans
Punto di forza di questo film è la performance di Kevin Costner, che veste i panni di un imprenditore di successo che alberga una seconda personalità, molto più spietata e dedita all’assassinio seriale.
2008: The Poughkeepsie Tapes di John Erik Dwodle
Uno dei mockumentary più impressionanti della storia di questo sotto-genere, The Poughkeepsie Tapes tratta del ritrovamento da parte della polizia di molte videocassette, tramite le quali un brutale e sadico serial killer ha documentato i suoi crimini lungo il corso degli anni.
Visione non raccomandabile a tutti per via di alcune scene che rimangono impressionanti anche se viste più volte.
2008: Nella rete del serial killer di Gregory Hoblit
I progressi tecnologici cominciano a riverberare anche in questa nostra guida-elenco e nel mediocre film di Gregory Hoblit seguiamo l’agente dell’FBI Jennifer Marsh mentre cerca di catturare un serial killer che posta dei live feed delle sue vittime in Rete.
2008: The Chaser di Hong-jin Na
Un ex poliziotto si è riciclato come pappone, ma quando alcune sue prostitute cominciano a scomparire senza alcun preavviso l’uomo inizia a pensare ceh ci sia un serial killer dietro questi eventi.
2010: I Saw the Devil di Kim Jee-woon
Molti film sui serial killer e thriller più in generale mettono in scena il rapporto fra criminale e poliziotto, fra mostro ed eroe, ma pochi sanno mischiare con così grande abilità le carte in tavola come I Saw the Devil. Il film di Kim Jee-woon , che adatta una sceneggiatura di Hoon-jung Park, rappresenta nel dettaglio e con ferocia le azioni mostruose di un serial killer ma, ancora di più, quelle di un agente segreto che utilizzerà ogni risorsa a sua disposizione per vendicarsi della moglie.
Lo farà catturando e lasciando più volte libero il serial killer, alzando continuamente il tasso di violenza, fino al finale, e coinvolgendo anche noi spettatori in questo gioco che spesso tocca i limiti del torture porn e. come tanto cinema di questo tipo, indaga anche la tematica del voyeurismo e della responsabilità di chi guarda.
2011: Snowtown di Justin Kurzel
Justin Kurzel azzecca tutto al suo esordio sulla lunga distanza confezionando un film teso e angosciante. Kurzel sceglie innanzitutto un buon materiale di partenza sviluppando da due libri indagine (di Andrew McGarry e Debi Marshall) la sceneggiatura insieme a Shaun Grant e coglie tutti gli elementi più importanti della serie di omicidi perpetrata da John Bunting, Robert Wagner e James Vlassakis fra il 1992 e il 1999 in Australia, in primis la capacità di manipolazione e la “forza” del gruppo.
A ciò aggiungete un cast di buon livello nel quale spicca Daniel Henshall (Babadook, 2014) nel ruolo di John Bunting e avrete uno dei più interessanti serial killer movie del decennio.
2011: Le paludi della morte di Ami Canaan Man
Il film si ispira a fatti realmente accaduti e indaga su una lunga serie di sparizioni e morti di giovani ragazze in una zona paludosa.
Nel cast Sam Worthington, Jeffrey Dean Morgan, Jessica Chastain e Chloë Moretz.
2012: Killer in viaggio di Ben Wheatley
Altra commedia e, provenendo dal britannico Ben Wheatley, potete aspettarvi toni feroci e caustici. Seguiremo Chris, aspirante scrittore che, con la sua fidanzata Tina, parte per un viaggio in Inghilterra che li porta a scoprire di essere particolarmente versati per l’omicidio e di non provare grande rammarico nei confronti dei loro gesti.
2012: Maniac di Franck Khalfoun
Remake del film di Lustig precedentemente trattato, riesce a essere rispettoso dello spirito dell’originale ma anche a inserire la sua particolare visione, più allucinata e dilatata rispeto al film precedente.
A vestire i panni del serial killer questa volta troviamo un efficace Elijah Wood che rimane impresso, fra feroci attacchi di emicrania e gli onnipresenti manichini femminili.
2012: The Raven di John McTeigue
In questo anomalo film su un serial killer, il mostro comincia a colpire a Baltimora ispirandosi al lavoro di Edgar Allan Poe, che dovrà quindi allearsi con un giovane detective per cercare di bloccare l’assassino.
Nel cast John Cusack, Alice Eve e Luke Evans.
2013: Blue Caprice di Alexandre Moors
Il film è ispirato ai fatti realmente accaduti conosciuti come “Il cecchino della Beltway” in occasione dei quali un uomo adulto e un minorenne hanno terrorizzato Maryland, Virginia e Washington per circa tre settimane, sparando con dei fucili a traffico e passanti e finendo con l’uccidere dieci persone.
2016: Tony di Gerard Johnson
Efficace ritratto di un serial killer insospettabile, dimesso, noncurante e quieto, che agisce in un sobborgo degradato di Londra.
2016: I am not a Serial Killer di Billy O’Brien
Sebbene in questa pellicola siano presenti alcuni elementi soprannaturali, l’ho comunque inserita nell’elenco perché non sono troppo invasivi e più che altro non intralciano lo sviluppo principale, che riguarda un adolescente problematico che teme di avere tutto il potenziale per diventare un serial killer.
Fra mom,enti da commedia e altri istanti più feroci, scopriremo insieme al protagonista il suo destino finale. Buona colonna sonora e attori in parte (fra i quali è presente anche Christopher Lloyd) completano il quadro di un piccolo gioiello estremamente godibile.
2017: My Friend Dahmer di Marc Meyers
Titolo atipico in questo elenco, visto che narra sì dell’adolescenza di Jeffrey Lionel Dahmer, che diventerà noto come il cannibale di Milwaukee, ma nel film viene versato ben poco sangue.
Si tratta però a mio avviso di un titolo da vedere perché coglie alla perfezione la costruzione di un serial killer all’interno di un ambiente famigliare nel quale affetto e amore latitano alla grande. Per una desamina più approfondita vi rimando alla mia recensione su La Tela Nera.
2018: La casa di Jack di Lars Von Trier
Il film segue circa dodici anni di vita e omicidi di Jack, un serial killer molto intelligente che descrive tutti gli atti che l’hanno portato a essere quello che è. Con Matt Dillon, Bruno Ganz e Uma Thurman.
2019: The Clovehitch Killer di Duncan Skiles
In questa pellicola un giovane scout si convince che suo padre è in realtà un feroce serial killer e dovrà quindi decidere cosa fare al riguardo.
Il film ruota intorno a due interpreti in grande forma: Charlie Plummer è un giovane attore che farà parlare di sé mentre Dylan McDermott è perfetto nella parte del capo scout serial killer.
2022: The Good Nurse di Tobias Lindholm
Questo film è basato sulla storia vera di Charles Cullen, un infermiere che ha confessato di aver ucciso almeno 29 pazienti (si sospettano fino a 400 vittime). Amy Loughren è un’infermiera che inizia a sospettare che il suo collega e amico Charles Cullen sia responsabile di una serie di morti inspiegabili nell’ospedale dove lavorano. Collaborando con la polizia, la donna mette a rischio la propria carriera e sicurezza per incastrare l’assassino.
2023: To catch a killer – L’uomo che odiava tutti – di Damián Szifron
Diretto da Damián Szifron e interpretato da Shailene Woodley e Ben Mendelsohn, questo thriller è incentrato su un’agente di polizia di Baltimora, Eleanor Falco, che viene reclutata dall’FBI per aiutare a catturare un serial killer responsabile di un massacro di Capodanno.
2024: Longlegs di Osgood Perkins
Nicolas Cage interpreta il ruolo del killer noto come “Longlegs”, con Maika Monroe nei panni dell’agente dell’FBI Lee Harker, che indaga su una serie di omicidi satanici negli anni ’90. Alcuni critici descrivono questo film come il migliore su serial killer dai tempi de “Il silenzio degli innocenti“. Forse è un po’ esagerato, ma l’atmosfera inquietante e la performance ipnotica di Monroe ne fanno un’ottima pellicola.
Conclusioni
Abbiamo quindi concluso questo nostro lungo viaggio fra gli assassini seriali di celluloide, un viaggio iniziato nel lontano 1920 che ci ha portato fino al 2024.
Più avanti nel corso dell’anno è nostra intenzione integrare questo speciale sui film dei serial killer con altri interventi.
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