Jane Corry, giornalista di successo (collabora con diversi giornali inglesi tra cui «The Times» e «The Daily Telegraph») diventa scrittrice nel 2012 pubblicando con Newton Compton Il segreto della collana di perle che sarà seguito da La donna con l’anello di rubini e poi Il segreto degli orecchini di smeraldo. Con La nuova moglie (Piemme, 2017) ha esordito, con incredibile successo, nell’ambito del thriller psicologico arrivando in vetta alle classifiche inglesi e americane. È del 2018 la sua seconda prova nel campo della suspense Le tre bambine. Ed ora recensisco per voi, amici del Thriller Café, l’ultimo suo thriller tradotto in Italia Finché morte non ci separi (Piemme, 2020).
Vicki Goudman che è una bella donna quarantenne appariscente anche grazie ai suoi bellissimi capelli rosso tiziano deve ricostruire la propria vita in seguito ad un doloroso divorzio. È stata, infatti, tradita e lasciata dal marito David, un ricco imprenditore edile, che le confessa di essersi innamorato della sua segretaria Tanya proprio quando lei scopre di essere affetta da epilessia. Nel ricostruire a 360 gradi la propria vita si inventerà, prendendo spunto da esperienze piacevoli fatte proprio su di lei, anche un nuovo lavoro diventando un’aromaterapeuta perché “Gli olii sono affidabili, costanti a differenza dell’amore”. Ma quando un giorno, nel 2018, due poliziotti le comunicano che l’ex marito David è scomparso nel nulla e che l’attuale moglie Tanya ha dichiarato di averla vista gironzolare nei pressi della loro casa di Londra, pochi giorni prima della scomparsa di David, e il tutto è suffragato da alcune foto scattate da una giovane fotografa stagista presso la Goudman’s Industries la vita di Vicki crolla nuovamente e anche quelle poche certezze che credeva di aver messo insieme, a fatica, nei lunghi anni di analisi/terapia psicologica e di cura dell’epilessia sembrano svaniti nel nulla. Ma cosa può essere successo veramente a David? Il pozzo nero in cui sprofonda Vicki non sembra aver fine quando poi Tanya viene trovata morta nella sua villa londinese, ex casa coniugale anche di Vicki, e a questo punto tutti i sospetti e gli indizi sembrano convergere proprio sulla nostra aromaterapeuta. E come farà a difendersi lei che a causa proprio della sua patologia ha continue crisi epilettiche che la fanno finire in un mondo parallelo e che al termine delle quali non è più la stessa: manifesta vuoti di memoria, confusione, amnesie improvvise e disorientamenti spazio-temporali?
E cosa c’entrano con Vicki e David le storie parallele di Scarlet Darling ed Helen Evan?
Essendo io un’amante dei thriller psicologici ho iniziato a leggere e ad apprezzare la penna della Corry fin da Le tre bambine. Con Finché morte non ci separi (il cui titolo originale è The dead ex) la nostra scrittrice ha superato però, a mio avviso, proprio se stessa consegnandoci un thriller dove alla costruzione perfetta dei personaggi si affiancano trame forti, adrenaliniche, pronte a lasciare il lettore senza fiato. Una vicenda quasi tutta al femminile dove le storie parallele di Vicki, la nostra aromaterapeuta soggetta a crisi di epilessia, e quella di Scarlet, una bambina figlia di una pusher tossicodipendente che in seguito all’arresto della madre andrà in affido a famiglie non troppo “affidabili” si svolgono a distanza di dieci anni una dall’altra e su due piani paralleli che pare non essere destinati a congiungersi mai. E poi c’è Helen, Tanya, Zelda e altre… e ancora altre protagoniste femminili le cui storie sono come le tessere di un puzzle che si ricomporrà goccia dopo goccia, pagina dopo pagina ma la cui tessera finale verrà posizionata solo nelle ultime righe… attenzione però, cari amici, a non saltare la postfazione/nota dell’autrice perché scoprirete che forse la verità è ancora un’altra…
Le atmosfere sono ben calibrate e vanno da quella claustrofobica del carcere alle sensazioni di disagio emotivo di Vicki in balia delle imprevedibili crisi epilettiche, a quelle irose di Scarlet per l’allontanamento dalla madre e infine alla sensazione di pace che si vive nella provincia inglese affacciata sulla costa dove l’odore del mare arriva portato da una piacevole brezza e il tutto è “condito” con due gocce di lavanda la cui profumazione, al termine del libro, mi è addirittura sembrato di sentirmela addosso. I temi forti tanto cari alla Corry anche qui sono presenti tutti e tra questi possiamo ricordare la fragilità e vulnerabilità femminile, la vita carceraria, il bullismo, l’abuso sessuale sui minori, la dipendenza da alcol e stupefacenti… e ci offrono uno spaccato contemporaneo a tinte forti e, soprattutto, evidenziano quanto non possano esserci limiti alla sete di vendetta, anche “al femminile”. In conclusione Finché morte non ci separi ha un intreccio perfetto, lo stile fluido, dinamico e adrenalinico per cui chi ama il genere non può e non deve assolutamente perderselo.
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