Lo scorso 7 settembre Einaudi ha dato alle stampe Gelosia, l’ultima fatica del giallista norvegese Jo Nesbo. Si tratta di una raccolta di sette racconti, tradotti da Eva Kampmann, in cui il tema comune è, come preannuncia il titolo, la gelosia.
Il primo, “Londra”, si svolge in un aereo: è la storia di un incontro tra un uomo e una donna vicini di posto durante un volo di linea verso la capitale del Regno Unito. La donna è in lacrime perché, come nel più classico dei clichés, il marito la tradisce con la sua migliore amica. Il suo vicino di posto, uno psicologo, le parla… un incontro che, comunque vadano le cose, cambierà i loro destini.
Il secondo racconto, “Gelosia”, oltre a dare il titolo alla raccolta, è il più corposo dei sette. È ambientato su un’isola greca famosa per essere meta degli arrampicatori ed è la storia di due gemelli – tema ricorrente in Nesbo, visto anche il romanzo precedente a questo, Il fratello – ai quali interessa la stessa donna. Uno dei gemelli scompare misteriosamente e l’altro è ovviamente il primo sospettato. Da Atene arriva, per una consulenza, l'”uomo della gelosia”, un esperto di crimini il cui movente sia proprio questo perverso e sfaccettato sentimento.
Il terzo racconto, La fila, è invece il più breve ed apparentemente slegato rispetto agli altri. Qui troviamo una commessa di un 7-Eleven che decide di vendicarsi di un torto subito in passato sfruttando gli obblighi legati alla pandemia. Se quando andate a fare la spesa avete il vizio di fare i furbetti, beh, fareste meglio a fare attenzione.
E far pulizia è anche il compito che un operatore ecologico norvegese dall’amigdala sensibile e dalla memoria fallata dalle troppe sbronze – il protagonista di “Spazzatura” – si è assunto recentemente… il guaio e che la sua pulizia non riguarda solo i rifiuti da caricare sul camion e smistare… qualche volta ci sono problemi anche con i proprietari dell’immondizia. Meglio non fargli saltare la mosca al naso.
“La confessione”, anche questo un racconto breve, parla di un uomo con la passione per gli snack dolci, passione condivisa con l’ex moglie. Passione così grande che lui continua a mangiarli anche quando la donna ormai non c’è più…
“Odd” invece è la storia di uno scrittore vittima dell’ossessione che il personaggio che si è costruito suscita sugli altri, mentre “L’orecchino”, l’ultimo racconto, parla di un tassista norvegese che ritrova fra i sedili posteriori del taxi un orecchino raro, troppo simile a quelli che ha regalato alla moglie… solo che la donna non entra nel suo taxi da molto tempo.
Tutti i racconti contenuti in questa raccolta hanno in comune un’umiliazione, un desiderio di vendetta, un tradimento – vero o presunto che sia – che scatena la gelosia, una gelosia inarrestabile, incontrollabile, che porta sempre, sempre a conseguenze nefaste. Per capire bene cosa sia la gelosia e come Nesbo la intenda e la racconti in questo libro, ci affidiamo alle parole di Nikos Balli, l’uomo della gelosia del secondo racconto.
“La Grecia è un Paese con un tasso basso di omicidi. Così basso che molti si chiedono come sia possibile, in una nazione in crisi con un alto tasso di disoccupazione, corruzione e disordini sociali. Secondo una risposta umoristica i greci, piuttosto che uccidere qualcuno che odiano, preferiscono lasciarlo vivere in Grecia. Secondo un’altra non abbiamo una criminalità organizzata perché non siamo capaci di organizzare. Però abbiamo il sangue caldo. Abbiamo il delitto passionale. E io sono l’uomo che chiamano quando c’è il sospetto che dietro l’omicidio ci sia il movente della gelosia. Dicono che sento l’odore della gelosia. Ovviamente, non è vero. La gelosia non ha né un odore, né un colore, né un suono particolare. Però ha una storia. E proprio ascoltando quella storia, sia il detto che il taciuto, riesco a stabilire se mi trovo davanti a un animale disperato, ferito. Ascolto e capisco. Capisco perché cerco di sentire me stesso, Nikos Balli. Capisco perché sono anch’io un animale ferito”.
Ora, sebbene non proprio originale, l’idea di provare a catalogare le diverse facce della gelosia non sarebbe poi malvagia, come non è male il fatto di variare ambientazione e lunghezza in ogni racconto… il vero problema di questa raccolta è, a parere di chi scrive, che manca completamente di tensione. Le storie potrebbero anche essere interessanti, ma il loro potenziale non è sfruttato al massimo, non viene mai la curiosità di sapere cosa succederà dopo, non c’è mai quel guizzo, quel brivido di interesse, figurarsi se si può anche lontanamente parlare di adrenalina. Il che riduce questi sette racconti a passatempi in attesa dell’autobus, a letturine veloci da inframmezzare a qualcosa di più strutturato, giusto per pulirsi la mente tra un libro e l’altro… il che è un peccato perché una buona occasione per una buona raccolta di racconti si trasforma in un’occasione mancata, tanto più che a scrivere una roba dimenticabile non è uno sconosciuto, ma uno dei nomi più noti del panorama giallo contemporaneo. Aspettative deluse, dunque… peccato, davvero.
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