Recensiamo oggi su ThrillerCafe un libro di Roberto Saporito: Generazione di perplessi, raccolta di racconti uscita di recente per Edizioni della Sera.
Titolo: Generazione di perplessi
Autore: Roberto Saporito
Editore: Edizioni della sera
Anno: 2011
Trama in sintesi:
«Il tema fondamentale di questi racconti è la Morte, uno dei due argomenti inevitabili della narrativa da Omero in poi, insieme all’Amore. Nello scorrere della storia del mondo sono cambiate le modalità di affrontarli, adeguandole alle nuove percezioni dell’esistenza. In questa raccolta dal linguaggio scarno, minimale, scheletrico, v…eloce come una freccia, la Morte è declinata nelle sue forme più attuali e affrontata nei suoi molteplici aspetti, alleggerita da un’ironia mai ingombrante, intrisa di amarezza e disincanto, vissuta a volte come liberatoria, senza tralasciare scorribande nel paradosso, che molto spesso è più umano della normalità.» – Marco Vichi
Credo di avere letto tutti i romanzi di Roberto Saporito e ogni volta, a fine lettura, mi sono reso conto di non aver perso il mio tempo. Forse li ho particolarmente apprezzati perché li ho affrontati in momenti per me significativi o magari perché gli autori ai quali si rifà — anche se con una voce del tutto personale — e le colonne sonore che immancabilmente utilizza rispecchiano molto i miei gusti di lettore e ascoltatore.
Anche questa amara ma al tempo stesso godibilissima raccolta di racconti, pubblicata nella collana Emozioni di carta della giovane e interessante casa editrice romana Edizioni della Sera, di emozioni ne regala dall’inizio alla fine, toccando i temi più svariati e le fobie più inquietanti.
In Lavoro libero, primo titolo del libro, il protagonista stacca la spina in modo drastico dal muro di una comoda routine che lo affligge anziché gratificarlo. Ma l’eccedenza di tempo libero che gli offre la nuova vita lo terrorizza, il cambiamento costantemente cercato, in realtà, non fa che uniformarlo agli altri.
Nel successivo Flusso, uno scrittore indifferente testimone dei fatti del G8 di Genova, si sofferma sul migrare delle idee e delle intuizioni, che da parola e concetto pensati passano alla forma scritta su carta, rivisitando le teorie di Mc Luhan attraverso una prosa allucinata alla Bret Easton Ellis.
Quasi tutti i capitoli hanno un finale sorprendente, molti, uno luttuoso.
In Scrivi un noir il tema trattato, disaminato a fondo da Derek Raymond e da tanti altri autori maledetti, è la presunta indispensabilità di un vissuto al limite della legalità, senza il quale non si potrebbe scrivere in un certo modo, ovvero, sull’importanza di una “vita noir“ propedeutica allo scrivere romanzi noir.
Ma Saporito nei suoi micro-thriller psichici, più che a Raymond strizza l’occhio a Manchette; i racconti che invece esulano da questa categoria hanno un tenore narrativo che ricorda quello di Jonathan Coe, cantore come pochi delle incomprensioni dei rapporti umani e famigliari.
Quasi tutti i piccoli episodi vedono protagonista un io narrante anche se ci sono riuscite incursioni nell’utilizzo della seconda persona.
L’autore di Alba, che ci aveva già abituati a una scrittura intensa ma scorrevole, ancora una volta non delude, intrattenendo e al contempo generando ombre, come quelle dei figuranti di questa raccolta, persone perplesse che non accettano di essere catalogate quali perdenti e che reagiscono con ogni mezzo.
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