Quando pensiamo a Capri le prime cose che ci vengono i mente sono i faraglioni e gli aperitivi in piazza. C’è il sole, il mare e le vacanze. Un’oasi di serenità. In “Giallo Capri”, Luca Ventura mette una barca e nella barca il cadavere di un ragazzo, morto per diverse ferite di coltello. Non c’è altro oltre la vittima: non si sa chi sia, da dove arrivi, come sia finito lì e chi lo ha ucciso. Tocca agli agenti Enrico Rizzi e Antonia Cirillo, dipanare la matassa e, in questa loro prima indagine, scoprire tutte le verità.
“Giallo Capri” è un giallo investigativo puro, classico nell’impostazione e contemporaneo nei temi e nei contenuti. Ambientato in estate, l’indagine si svolge nel mese di agosto, nell’arco di otto giorni, dando un ritmo alla trama dinamico, ma non serrato. Luca Ventura ha così tutto il tempo per descrivere Capri e i suoi scorci, un’isola divisa tra gli stanziali che si conoscono tutti e i turisti, molti, che riempiono vie e spiagge nelle loro festose vacanze. L’indagine è preponderante, ricca di deduzioni, interrogatori, ricerche di indizi e non manca di mostrare i diversi interessi in campo e i ruoli degli inquirenti, nelle persone degli agenti della stazione in loco e i colleghi napoletani che, in quanto sede principale dove si colloca la squadra omicidi, hanno diritto a investigare, mentre gli isolani devono fungere da supporto. Un modo di gestire le cose che a Rizzi sta stretto, perché riscontra nei napoletani delle falle nella gestione dell’investigazione, un non volersi impegnare, che lo porta spesso a sconfinare, andando oltre i suoi compiti, perché vuole la verità e la vuole trovare lui. Se a tratti Rizzi si scontra col commissariato di Napoli, deve anche gestire l’investigatore Lombardi che lì, a Capri, vuole solo arrivare tranquillo alla pensione e soprattutto intima ai sottoposti di non infastidire i vacanzieri. L’idea del “morto di Capri” non gli piace, potrebbe far calare gli accessi dei turisti con danni all’economia locale, e vorrebbe un’indagine sotto traccia, nelle mani di Napoli e buona notte a tutti. Un modo per mostrare quanto gli interessi in campo siano diversi e molteplici, facendo quasi finire in secondo piano l’importanza di assicurare il colpevole alla giustizia. Per fortuna Rizzi, col suo indagare mutevole e quasi fuori dagli schemi è testardo e non molla mai, coadiuvato da Cirillo che al contrario è seria, puntuale, con decisamente più esperienza rispetto al grado che si ritrova e con la voglia di ricavarsi un posticino nel nuovo luogo di lavoro, come di superare la situazione famigliare complessa che l’appesantisce.
Dialoghi ritmati alleggeriscono le parti descrittive dell’opera, riuscendo a essere importanti per il caso con le loro verità, omissioni, diverse interpretazioni e non detti. Rappresentano l’indagine al presente, vissuta momento per momento, perchè i retroscena l’autore li propone in un modo personale e originale, lasciando a un personaggio il compito di scrivere una sorta di memoriale degli eventi che hanno preceduto il delitto, suscitando così curiosità e domande nel lettore. Chi scrive il passato è colpevole o solo un testimone dei fatti? Certo è che i capitoli degli eventi pregressi offrono lo spunto per dare al libro temi sui quali soffermarsi, come l’ecologia e la necessità di fare qualcosa per l’inquinamento dei mari. Non solo. In queste pagine si trovano parti formative interessanti che spiegano e raccontano il fenomeno dell’acidificazione delle acque, permettendo così di rendersi conto di un aspetto spesso sottovalutato o non chiaro nella mente delle persone. Altro tema è quello delle molestie in ambito accademico, che spesso vengono taciute e che sono possibile causa di allontanamento da tirocini o fine di carriere. Messaggi perfettamente inseriti nella narrazione che possono essere moventi per un delitto e che, oltre a informare, servono a movimentare la storia e aumentare la rosa dei sospettati.
I personaggi sono ben caratterizzati. Ne scopriamo i caratteri e quali esperienze, desideri e sogni li hanno portati a essere così. Ventura non manca di raccontare anche degli aspetti della vita privata dei suoi protagonisti, tenendosi però in superficie, in modo da dare delle informazioni utili a comprenderli, ma tenendosi degli assi da giocare in seguito.
Nel finale non manca l’azione, la tensione e il raggiungimento della verità, che rende il libro soddisfacente, dopo una lettura gradevole e intrigante.
E Luca Ventura chi è? Mistero. Perché il nome con cui si firma è uno pseudonimo. Al momento di lui si sa che vive per la maggior parte dell’anno nel golfo di Napoli, dove sta lavorando a un nuovo libro con protagonisti Rizzi e Cirillo.
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