Appena pubblicato da Bompiani, recensiamo oggi il bel Girl in snow di Danya Kakafka.

La studentessa Lucinda Hayes viene trovata morta. Un trauma per tutta la scuola, ed in particolare per Cameron, un suo compagno di classe che, lo capiamo subito, la amava di un amore struggente e adolescenziale. Quello che è successo a suo padre, invece, possiamo solo intuirlo grazie ai pensieri del figlio e agli sguardi allusivi della gente che si posano su di lui.
Tutti rimproverano Jade per la sua mancanza di empatia. In effetti è una ragazzina introversa, estranea alle mode dei coetanei, molto acuta e sensibile ma sospesa tra l’apatia e un sottile odio inespresso verso chi le sta attorno e il modo “rachitico e superficiale” di esistere che hanno tutti.
Russ, uno dei poliziotti che seguono il caso, osserva il mondo con distacco. Questa distanza, che non è assenza di profondità ma, al contrario, umanità ferita, contraddistingue tutti i personaggi. Lui ripensa sempre al suo unico amico, che si è rivelato una cattiva persona ma che da quando non c’è più gli manca tanto.

Girl in snow è una storia di incroci casuali: Cameron incontra Jade (che un tempo stava con Zap, il ragazzo di Lucinda), Russ ha lavorato in coppia col padre di Cameron; Ivan, il custode che ha trovato il corpo diventando uno dei sospettati, è suo genero. Questi legami sono normali in un paesino come Broomsville, un tranquillo agglomerato di case dove la gente vive bene, tutti conoscono tutti ma non c’è l’aria opprimente ed ottusa di certa provincia americana. Anche in un contesto socialmente più aperto l’adolescenza è però alienante: Jade vive la sua ribellione distaccandosi anche esteriormente dagli altri, Cameron spia le persone dalle finestre delle case.

Lucinda era morta, e il suo ricordo ossessivo lo sferzava in continuazione, come gelide onde d’oceano contro le cosce. Lui non poteva fare altro che andare avanti nell’acqua più profonda. Sempre più profonda, finché la verità gli gorgogliava in bocca, salata, orrenda.

Kukafka indulge sulle vite dei protagonisti piuttosto che sulle indagini,e sa dipingere con grande realismo quei mezzi sentimenti, quel torpore malinconico che vivono i suoi personaggi. Il caso prosegue, ma siamo molto più interessati ai movimenti interiori di Jade, Cameron e Russ, ai loro pensieri, alle loro ambiguità: la ragazza ad esempio, ora che è morta Lucinda, deve confrontarsi col fatto che la odiava fino al punto da desiderare che sparisse.

Questo libro brilla per i suoi memorabili protagonisti, tre figure piene, toccanti: Cameron, con le sue ossessioni, le sue fantasie, le sue fragilità; la notte che Lucinda è morta lui era fuori casa, ma (come spesso gli succede) non ricorda nulla. Vista la sua curiosità per la ragazza, è ovvio che sia uno dei principali sospettati; Jade, in bilico tra la goffaggine e la maturità; Russ, coi suoi rimpianti, il rapporto fragile con la moglie, la sua fedeltà ad un voto del passato che lo tormenterà per sempre.

La prosa eccellente è arricchita da piccoli momenti ricorrenti, come le sceneggiature mentali di Jade su quello che vorrebbe dire ma non può (nel testo sono scritte proprio come dei copioni cinematografici) o le assurde Collezioni di Cameron, raccolte di oggetti che placano il suo disturbo ossessivo.

Gli occhi di Lucinda erano una foresta,e lei chiamava dalle sue profondità, chiedendo aiuto.

Girl in snow è il bellissimo racconto di tre tristezze gemelle, ma parallele, che la morte di una ragazza ha fatto incontrare nell’aggrovigliato mistero dell’esistenza e delle relazioni umane.

 

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Girl in Snow (edizione italiana)
  • Kukafka, Danya (Autore)

Articolo protocollato da Nicola Campostori

Laureato in Scienze dello Spettacolo, vive nella Brianza tossica. Attualmente lo puoi trovare in biblioteca, da entrambe le parti del bancone. Collabora con "Circo e dintorni". Ama il teatro, e Batman. Ha recitato, a volte canta, spesso scrive, quasi sempre legge. Nutre i suoi dubbi, ed infatti crescono bene.

Nicola Campostori ha scritto 76 articoli: