Protagonista oggi su Thriller Cafe è Patrick Graham, già noto ai lettori di thriller italiani per i suoi precedenti romanzi, Il vangelo secondo Satana, soprattutto, e L’apocalisse secondo Marie. Oggi sulle nostre pagine recensiamo il suo nuovo libro, sempre edito da Nord: Giuramento di Sangue.
Titolo: Giuramento di Sangue
Autore: Patrick Graham
Editore: Nord
Traduzione: Claudia Lionetti
Trama in sintesi:
Peter Shepard ha poco più di trent’anni, è un brillante avvocato di San Francisco, è un marito innamorato e padre di due adorabili gemelline. Eppure, da qualche tempo, la sua vita è offuscata da incontrollabili, improvvisi attacchi di panico. L’unico antidoto è sedersi su una panchina del Golden Gate Park e aspettare che la tempesta si calmi. Ma è proprio in quel luogo sicuro che, un giorno, le sue paure diventano una spaventosa realtà: lì, infatti, apprende che la moglie e le figlie sono state rapite e brutalmente uccise. Prigioniero della disperazione più nera, Peter viene però costretto a reagire quando, per posta, riceve una fotografia in cui sono evidenziati i volti di cinque ragazzi e di una ragazza, e che porta sul retro la scritta: Riformatorio di Redemption, luglio 1993. Il messaggio è chiarissimo: il passato sta bussando alla sua porta e Peter non può ignorarlo. Perché in quel riformatorio lui ha incontrato per la prima volta la morte e la disperazione, incarnate nel direttore, il reverendo Markus Esterman, determinato a “redimere” i giovani detenuti attraverso una violenza “purificatrice”. È stato per fuggire da quell’inferno in terra che Peter e gli altri cinque ragazzi si erano alleati, stringendo un patto che li avrebbe legati per sempre. E adesso è arrivato il momento di tener fede al giuramento e di pagare il suo prezzo di sangue…
Un thriller, quello scritto da Patrick Graham per Nord “giuramento di sangue”, che si svela presto una trama dall’ordito atipico in cui la suspence prende il lettore fin dalle prime battute. Peter è rimasto a casa e segue dal suo cellulare il viaggio della propria moglie con le figlie in un percorso che le porterà a Las Vegas dalla lontana zia. Peter Shepard è uomo brillante con alle prese improvvise alterazioni di umore che sembrano non avere nessun collegamento con il suo presente. Che cosa accadrà alla moglie e alle piccole durante quel viaggio? E perché il suo passato sembra nascondere qualcosa di terribile? In qualche modo l’infanzia difficile di Peter crea delle fratture che con il tempo tornano a dolere, anche se forse l’autore non è riuscito nel costrutto a creare il giusto collegamento tra gli eventi passati e futuri; spesso il ritorno ad un evento passato è reso fruibile da una circostanza o persona che lo riporta “in vita”, in questo caso invece, il richiamo risulta spesso casuale. La scena che accompagna verso il clou della storia apre un flash back del passato che diverrà a sua volta “una storia” nella storia, modificando così le sensazioni iniziali, tanto da costringere il lettore ad entrare nel passato del protagonista, passato che tuttavia l’uomo non ricorda perché vittima di un ictus che gli ha lasciato un’amnesia latente, sintomo che l’autore non è riuscito a sviluppare dandogli l’importanza che serviva ai fini della storia stessa. Sembra che Graham sia partito da una vicenda e nel mentre gli sia venuta voglia di scriverne un’altra, in quanto le due personalità dello stesso protagonista non sembrano collimare neppure con la scusante temporale utilizzata tra le pagine, che ci fa incontrare il Peter giovane con l’uomo padre di famiglia. Il passato che si andrà a scoprire, rivelerà anni di riformatorio e di soprusi subiti dai propri carcerieri, legami di cameratismo e di sudditanza, quelli che un giovane Peter vive con gli amici del riformatorio, anch’essi vittime delle regole ferree del direttore. Lettura scorrevole che tuttavia perde la sua efficacia nello sviluppo della trama. Un romanzo che avrebbe dovuto essere diviso in due distinti e permettere, all’uno di svilupparsi meglio in quella dimensione narrativa che aveva dato adito all’inizio ad una trama accattivante e congeniale ai fini del noir, e all’altro, di vivere nella sua coralità l’ambientazione più grottesca e spesso riproposta in quei contesti di violenza e carcerazione di una letteratura pulp che si rispetti. Lettura certo ricca di aneddoti crudi tinti di nero come si confà a un vero thriller, originale la comprensione del “legame di sangue” solo nelle ultime pagine e un plauso all’autore, per questo volume forse un po’ acerbo ma che dimostra capacità e fantasia.
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