I cani del Pasvik - Olivier Truc

C’era un tempo in cui il fiume Pasvik era solo un fiume della terra Sápmi, la nazione dei Sami: ma oggi quel fiume segna un confine tra Norvegia e Russia, e le rotte secolari delle migrazioni delle renne devono piegarsi ai confini politici.

Il sogno del  pastore Piera Kyrö sarebbe di poter portare la propria mandria al di là del confine russo, ma sa che questo non è possibile: finché un  giorno, per ragioni sconosciute, il branco sconfina, e la polizia delle renne deve intervenire per prevenire quello che può diventare un  grave incidente diplomatico.

Ma com’è potuto accadere? Colpa dei cani, o qualcuno vuole alimentare tensioni e spezzare equilibri? Quali sono gli interessi in ballo?

L’ispettore Klemet Nango riaprirà vecchie ferite, storie di guerra fra nazioni e di confini che hanno privato un popolo della propria terra.

La Polizia delle renne ha saputo certamente conquistarsi un posto importante tra gli appassionati di noir nordico: sarà per quelle ambientazioni estreme ed affascinanti, sarà per quella quotidianità cose diversa dalla nostra anche nelle piccole cose, oppure per quel modo di sentire il legame con la natura così intenso e radicato culturalmente. Ma questo non basta a spiegare la potenza de I cani del Pasvik che, come i precedenti capitoli della serie, è un romanzo intenso nonostante i crimini di cui si parla sarebbero più che altro cold case.

Il punto è che il noir, originariamente ghettizzato soprattutto in atmosfere notturne e urbane, ha varcato da tempo i confini del genere e dei luoghi: in particolare la letteratura nordica, che sicuramente attinge meno – anche per questioni di tipo geografico – alle suggestioni metropolitane, ci ha da tempo abituato ad estendere i propri confini.

Olivier Truc è forse un autore anomalo, dato che è un francese che ambienta i suoi romanzi nella terra dei Sami: ma è a tutti gli effetti un autore da ascrivere tra gli autori di noir nordici, e la sua è un’anomalia che si rivela un vantaggio, perché unisce una profonda conoscenza (e un profondo amore) della cultura Sami, ma sa come parlare anche al pubblico dell’Europa del Sud.

Ne I cani del Pasvik si contrappongono il mondo del pastore Piera Kyrö, che sogna il mondo in cui la nazione Sami non subiva i confini delle geografie politiche, e il mondo “altro” o il “nostro” mondo – nel quale trafficanti, affaristi, politici  agiscono per proprio interesse personale a scapito della collettività e dell’ambiente.

E’ facile parteggiare per il popolo Sami: il loro mondo non è idilliaco, anzi, è un mondo duro e talvolta violento. Ma è un mondo che sentiamo istintivamente più “puro”, più in equilibrio con le leggi naturali: è un mondo in cui uomini e natura rischiano costantemente di essere sopraffatti dalla ragion politica o da quella economica, non necessariamente distinte e non necessariamente legali.

«Quella non è la Russia, quello è il Sápmi, appartiene a noi. I miei nonni ci portavano le loro renne, e non erano né russi né norvegesi né finlandesi, ma solo sami, cittadini del vento e del sole. La loro bandiera era del colore del fiume che scintilla quando i salmoni lo risalgono, il loro passaporto era l’odore dei licheni che li guidava oltre le colline, i loro confini erano tracciati dal volo delle pernici»

Truc ci parla di crimini, ma il vero crimine che avvertiamo – con un misto di rabbia, malinconia e nostalgia – è quello contro un popolo e contro la natura. E in fondo il noir non serve a questo?

Il poliziotto delle renne Klemet Nango ci accompagna in una trama apparentemente semplice dentro un mondo remoto e sconosciuto, ma nel quale i criminali hanno sembianze fin troppo familiari.

Olivier Truc: 1964, giornalista francese, è da molti anni il corrispondente da Stoccolma di Le Monde. Documentarista e romanziere, con la sua serie sulla polizia delle renne, pubblicata in 17 paesi, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. I cani del Pasvik è il quarto romanzo della serie dedicata alla Polizia delle renne, sempre pubblicata da Marsilio Editori.

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Articolo protocollato da Marina Belli

Lettrice accanita, appassionata di rugby e musica, preferisco – salvo rare eccezioni – la compagnia degli animali a quella degli umani. Consumatrice di serie TV crime e Sci Fy, scrittrice fallita di romanzi rosa per eccesso di cinismo e omicidi. Cittadina per necessità, aspiro a una vita semplice in montagna o nelle Highland scozzesi (a condizione che ci sia una buona connessione).

Marina Belli ha scritto 146 articoli:

Libri della serie "Polizia delle renne"

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