Immaginate di trovarvi al confine tra basso Piemonte e la Liguria di Ponente.
Siete in villeggiatura, è il periodo migliore per godersi un po’ di relax. Dicono sia un posto bellissimo, uno dei tanti tesori della nostra vecchia Italia.
Tutto sembra meraviglioso, un istante cristallizzato fra il cielo pallido d’inverno e il volgere prepotente della primavera. Ebbene, sembra, perché a pochi passi da dove soggiornate si stanno commettendo i delitti più atroci.
Un serial killer è a piede libero, la sua pistola è ancora fumante. Un disegno oscuro lo muove, il bisogno di uccidere non è mai stato così pressante.
È quanto succede nel nuovo libro di Cristina Rava, I Segreti del Professore.
Protagonisti indiscussi di questo noir sono l’ex commissario Bartolomeo Rabaudengo e Ardelia Spinola, l’audace medico legale che non riesce a fare a meno di lasciarsi coinvolgere nell’ennesima indagine.
Sarà proprio lei, amica ed ex fiamma del commissario, a chiamare Rabaudengo per rimetterlo in pista, su una scia di sangue che parte da Alassio e si perde in Alta Langa.
Una giovane scrittrice, un anziano prete e un enigmatico professore custodiscono segreti inconfessabili, segreti per cui si vive e si muore.
Tre fori di proiettili, atti a formare un triangolo scaleno sul petto delle vittime, sono la firma di questo inquietante serial killer.
Chi si cela dietro la sua identità?
Un caso spinoso per Rabaudengo, il nostro segugio piemontese, che non sa quale pista battere. Eppure deve muoversi in fretta, prima che il killer colpisca ancora.
I Segreti del Professore appare fin da subito un noir accattivante, pieno e soddisfacente.
Procedendo nella lettura si è trasportati in una spirale di misteri in cui si intrecciano le vicende dei nostri personaggi.
È un accalcarsi di voci e di storie: potrebbe apparire troppo confusionario ad un occhio poco pratico, ma ognuno riesce a ritagliare il proprio spazio – seppur breve – e sa dare i giusti spunti ai fini della trama.
Certo, il quadro generale è alquanto arzigogolato e potrebbe scoraggiare il lettore medio, questo non va nascosto.
Il romanzo ha un ritmo serrato, che ci porta continuamente a chiederci se ci sia o meno qualcosa di sbagliato in quello a cui, da lettori, stiamo assistendo. Ciò è dovuto all’indiscutibile bravura dell’autrice, al suo quindicesimo libro, cross-over tra la serie del commissario Rabaudengo e quella del medico legale Ardelia Spinola.
Cristina Rava è una vera maestra nello sviscerare temi importanti quali l’amore proibito, negato, tradito, che tutto incrina e sconvolge. Ha un attenzione particolare per ciò che è umano e allo stesso tempo non lo è, per le contraddizioni, i controsenso.
Tratteggia al meglio una storia in cui follia omicida e catarsi si scontrano, giungendo ad una pericolosa conclusione.
Il serial killer, punto focale dell’indagine, incarna in sé questa serie di convinzioni, le quali lo spingono a diventare il paladino incosciente del romanzo.
I personaggi agiscono in un isterico rincorrersi e sfuggirsi, da cui – malgrado non sia una vera e propria pecca – Ardelia Spinola ne esce di poco in ombra.
La sua storia, d’amicizia prima, d’amore poi, con Rabaudengo ci lascia un po’ con l’amaro in bocca per il suo finale, che forse fa presupporre un possibile prosieguo.
Un romanzo da leggere, senza ombra di dubbio, dove i personaggi che abbiamo conosciuto e amato si tendono la mano per un caso mozzafiato.
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Articolo protocollato da Davide Pietrafesa
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