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I Signori di Whitechapel - Fadi Musa

Cari avventori del Thriller Café, vi presentiamo oggi “I Signori di Whitechapel”, un romanzo di Fadi Musa che ci porta in un viaggio nel cuore della Londra vittoriana. Come intuibile dal titolo, siamo di fronte a un noir storico ambientato a Whitechapel all’epoca dei delitti di Jack Lo Squartatore.

Approfittando proprio dell’incertezza e della paura causata dagli omicidi, i protagonisti, un giovane forestiero e una prostituta, aprono una casa di piacere nel cuore del quartiere e sfidano il potere delle due potenti famiglie criminali che si spartiscono gioco d’azzardo, oppio e prostituzione.

Il confronto che ne deriva si trasforma presto in una guerra criminale destinata ad alterare in modo irreversibile l’equilibrio di Whitechapel e gettare il quartiere in una spirale di violenza e intrighi, amori e tradimenti vissuti in rilievo su una Londra che con le sue contraddizioni e differenze sociali è ben più che una semplice cornice o ambientazione.

Madre italiana e padre palestinese, Fadi Musa porta nella storia la sua esperienza di giornalista, comunicatore digitale e content creator per diverse testate, tra cui Il Sole24Ore, il Financial Times e Skytg24. E accanto alla conoscenza delle regole della scrittura, l’autore sfrutta anche la diretta esperienza di vita nella capitale inglese e la propria vocazione alla mobilità (da Ramallah a Bristol, da Parma a Milano), il tutto mescolando abilmente elementi di storia, mistero e azione che di certo possono rendere “I Signori di Whitechapel” una lettura coinvolgente per gli amanti del genere.

Se volete saperne di più su questo romanzo, vi lasciamo qui sotto un estratto per farvene un’idea.

31 agosto

4.00 AM

Nebbia e tenebra si contendevano i vicoli del quartiere londinese. L’aria era gelida e pungente.
Come i riflettori di un teatro illuminano un attore in mezzo al palco, le fredde luci bianche delle torce della polizia puntavano il corpo esanime di una donna. Lo spettacolo messo in luce era conturbante. La donna giaceva a terra in una pozza di sangue. La gola era recisa tanto profondamente che la testa era rimasta attaccata al resto del corpo solo attraverso un fradicio straccio di pelle. Dal ventre lacerato faceva sinistramente capolino l’intestino, e le sue parti intime avevano generato un secondo fiume di sangue che andava ad unirsi con quello che sgorgava dal collo reciso. Un odore nauseabondo si stava diffondendo nelle vie circostanti.

Miriam era passata di lì per caso, tornando a casa dopo essere stata con uno dei suoi clienti. Aveva visto delle luci e come una 2 falena ne era stata attratta. Quando vide quello spettacolo macabro ebbe un immediato conato, seguito da altri sempre più consistenti. Ripreso il controllo dello stomaco, si accorse che due agenti l’avevano raggiunta.

«Signorina tutto bene?» chiese uno degli agenti.

«Dovete allontanarvi!» ordinò l’altro.

Volse nuovamente lo sguardo verso la donna squarciata e la sua attenzione cadde sul suo volto. Questo, rivolto verso est, guardava verso di lei con occhi spalancati e vitrei. Miriam non li avrebbe mai dimenticati.

«La conosco» disse, con un filo di voce.

«Chi? La vittima?»

«Sì.»

«Aspettate qui.»

Uno degli agenti raggiunse quello che doveva essere il capo della divisione, mentre l’altro rimase con Miriam, visibilmente turbata.

«Che è successo?» chiese all’agente rimasto con lei.

«Non è evidente? Qualcuno si è divertito stasera.»

Il più alto in grado tra gli agenti li raggiunse: era slanciato e tonico, dai lineamenti marcati e l’espressione sicura e decisa. Il sussulto che subì nel vedere il volto di Miriam non era affatto da lui. Lei, d’altro canto, quando lo vide, ebbe come primo impulso quello di abbracciarlo, ma vista l’espressione dell’uomo, desistette e rimase immobile.

«Buonasera! Sono il detective Basil, mi è stato riferito che conoscete la vittima.»

«Conosco molte persone, mio malgrado!» rispose Miriam indispettita.

Il volto di Basil mostrò un altro cenno di disagio.

«Signori, potreste allontanarvi?» chiese Basil ai due agenti.

Basil e Miriam aspettarono di essere soli prima di parlare.

«Solo ieri giacevi nel mio letto ed ora fingi di non conoscermi!»

«Sono in servizio, e quelli sono miei colleghi, anzi sottoposti» disse nervosamente l’uomo.

«E non vuoi far sapere che vai con quelle come me?»

«Hai capito! Allora non sei stupida!» «Vai a farti ……»

«Basta! Una donna è stata appena massacrata.»

Miriam si morse la lingua. Basil aveva ragione.

«È successo da poco?» chiese la donna, spaventata.

«Il corpo è ancora caldo.»

Miriam guardò di nuovo in direzione della vittima distesa sul terreno e pensò che quel corpo, sul quale stavano banchettando le mosche, avrebbe potuto essere il suo.

«La chiamano Polly, ma credo sia un soprannome» disse Miriam.

«Sai se aveva nemici?» chiese Basil.

«Non lo so, non la conoscevo così bene.»

«Aveva una famiglia?»

«Non lo so; probabilmente. Tutti hanno una famiglia.»

«Tu ce l’hai?» chiese Basil, malignamente.

Miriam lo guardò con odio, ma non replicò.

«Scusami, non volevo essere insensibile.»

«Lascia perdere.»

«Torna a casa, domani mattina vieni in centrale a lasciare le tue generalità e la tua deposizione.»

«È proprio necessario?»

«Sì, ma non preoccuparti, è solo la prassi.»

«Va bene.»

«Posso farti scortare fino a casa, se vuoi.»

«Non ce n’è bisogno. I leoni hanno già mangiato per questa notte.»

Basil guardò la giovane ragazza allontanarsi, tirando un sospiro di sollievo. Non poteva certo far sapere ai suoi uomini che frequentava quel genere di compagnie. Miriam non si voltò indietro, non voleva più vedere quel corpo così miseramente violato.

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I signori di Whitechapel
  • Musa, Fadi (Autore)

Articolo protocollato da Simone Della Roggia

Appassionato di gialli e thriller, della buona cucina, e di bassotti (non necessariamente in quest'ordine). Scrittore a tempo perso, ovvero di notte. Passo molto tempo sui treni italiani, lo inganno leggendo.

Simone Della Roggia ha scritto 178 articoli: