Protagonista oggi al ThrillerCafe Richard Price, scrittore e sceneggiatore premiato con l’Edgar Award per la serie The wire nel 2007. Recensiamo il suo primo romanzo: I Wanderers, cult degli anni 70 e uscito da poco per Giano in una nuova traduzione.
Titolo: I Wanderers
Autore: Richard Price
Editore: Giano
Traduttore: S. Bortolussi
Anno di pubblicazione: 2009
Pagine: 239
Trama in sintesi:
Il diciassettenne Richie Gennaro, Gran Capo dei Wanderers, è rispettato nel Bronx, ma ha delle grane con i “negri” dei Del-Bombers che si stanno alleando coi Pips, e a cui forse si uniranno anche i “cina” dei Wong. E questo è un grosso problema. I Wong sono dei pazzi: ventisette di loro, tutti chiamati uguale e tutti con un drago tatuato. Per bilanciare le fazioni, ai Wanderes bisogna che diano una mano gli altri italiani dei Pharaohs e gli irlandesi dei Rays. E forse neanche basterà. Per sistemare “negri” e “cina” messi assieme ci sarebbe bisogno di quelli di Lester Avenue. Hanno dai ventun anni in su e sono tutti o ex carcerati o affiliati della mafia. Di sicuro odiano i “negri”, ma il fatto è che sfortunatamente odiano anche chiunque altro…
Niente cadaveri, detective, assassini e crimini assortiti. Questo di Price è un libro insolito per i temi di Thriller Café, eppure trova ugualmente spazio su queste pagine perché di un Bronx così vivido, traboccante di violenza gratuita, di teste calde, risse tra bande e botte in famiglia, non si può certo tacere. Un romanzo che dipinge il lato grigio del sogno americano, quello degli italiani soprattutto, dei loro figli inquieti, che iniziano ad affacciarsi alla maturità con tanti dubbi, sporgendosi dalla finestra di un’adolescenza turbolenta segnata da pochi punti fermi: le gang, gli amici, la caccia alle ragazze. La sfilata dei duri a oltranza che devono dimostrare di esserlo, sempre e comunque, agli altri e a se stessi, mentre sotto la facciata grinzosa e temeraria si agitano paure e insicurezze.
Una storia in fondo di innocenza, narrata col linguaggio spiccio delle strade, i migliori dialoghi che forse abbia mai letto, e con la ruvidezza di una gioventù che se sogna lo fa solo in cuor suo, di nascosto per non mostrarsi debole.
Un romanzo che trascende il genere, come solo i grandi libri sanno fare. Che senza moralismi o giudizi di sorta racconta di come è difficile crescere. E come è difficile, in assoluto, la vita.
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