Edoardo Montolli oltre che un giornalista d’assalto (suo il libro scheda su IBS)
Un serial killer che uccide ispirandosi in qualche modo alla religione fa un po’ Seven, e quando si batte questi terreni il rischio di smottamenti o addirittura frane è sempre alto. Montolli lo sa eppure ci si avventura lo stesso, imbastendo una storia che per tanti aspetti non ha molto di nuovo. Perché lo fa dunque? Perché il background di descritte parafilie che si annidano nel milanese sono vere e l’autore ben le conosce. A sguazzarci dentro, ci infila così l’alter ego letterario Manuel Montero, un commissario De Nigris con l’immancabile carico di sensi di colpa e un profiler quasi più pervertito dei maniaci acclarati. Personaggi adeguati al tono cupo del libro, ma che forse difettano un poco di spessore. I tre si muovono in una trama che non presenta evidenti forzature e che Montolli traccia rimpallando spesso punto di vista, passato e presente, luoghi e pensieri, scrivendo diretto e a volte anche colpendo duro. Il risultato finale è un romanzo che si fa leggere con rapidità e che in fin dei conti non tradisce quanto promesso: un serial thriller italiano con sfumature molto noir. Ho letto in giro stroncature e giudizi entusiasti, la verità per me sta nel mezzo, e per 4,50€ una chance potete di certo dargliela.
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