La piccola comunità di Svartvattnet, stretta tra le foreste, i laghi e i fiumi del Nord della Svezia, si prepara alla festa di mezz’estate: lì, nella più profonda Svezia rurale, si avverte forte una specie di magia atavica, fatta di piccoli riti propiziatori per la fortuna e la felicità, e la gente si prepara alla più importante festa dell’anno.
Poco lontano dal villaggio, una coppia accampata sulla riva del fiume viene brutalmente assassinata.
Due decenni dopo, negli anni Novanta, il caso ancora irrisolto sembra essere dimenticato da quasi tutti, compresa Annie Raft, che proprio nei giorni del delitto arrivava a Svartvattnet per vivere in una comune alternativa: vedere la figlia Mia baciare lo stesso sconosciuto che in quei giorni aveva visto nei boschi risveglia una inquietudine che le – generalmente tranquilla e razionale – non sa riconoscere.
Pian piano il passato riaffiora, svelando la relazione tra Annie, Johan – il ragazzo di origini sami che si sente estraneo alla sua famiglia svedese e che partirà per un viaggio con una donna misteriosa diretta n Norvegia – e Birger, attivista radicale e che la notte dell’omicidio era fuori a pesca. Annie rischia di diventare il fulcro di una vicenda nella quale si intrecciano vecchi rancori, contrapposizioni tra chi vuole preservare l’ambiente e chi vorrebbe deforestare in nome di un fantomatico progresso, e l’istinto di autoconservazione della comunità che rifiuta chi è diverso.
Ogni lettore ha il suo privatissimo rapporto con i libri: i libri sono passione, divertimento, una pausa dal quotidiano. Talvolta sono un viaggio che porta lontano, verso qualcosa di profondo più intuito che detto, che tocca corde e radici sommerse: certo è necessario sentire come proprie quelle radici – o per lo meno avere una istintiva familiarità con il mondo che rappresentano. Come in questo caso.
“Il buio scese sull’acqua” è un giallo letterario complesso, a tratti difficile, ma assolutamente sontuoso: per questo romanzo di Kerstin Ekman sono stati scomodati paragoni con “Gorky Park” e a “Il senso di Smilla” per la neve, ma probabilmente Ekman si spinge più in là perché – se il primo era un giallo più propriamente detto e il secondo viaggia su canoni più lirici e poetici – questo poderoso romanzo utilizza il giallo per raccontare una comunità e la sua evoluzione nel tempo con uno sguardo quanto più ampio e profondo possibile.
Fin dalle prime pagine del romanzo si avverte un’atmosfera profondamente sbagliata, nell’idilliaco villaggio di Svartvattnet: mentre le vicende dei personaggi si dipanano lentamente – e questa lentezza è una scelta funzionale alla tensione che serpeggerà per tutto il romanzo – è come se sotto la superficie di acque cristalline, nei prati fioriti nei boschi profumati di muschio, ci fosse una forza magnetica e oscura che governa le vicende degli esseri umani. Del resto la Svezia , specie quella profonda, non ha mai dimenticato le proprie radici norrene, pagane e strettamente legate a una natura vissuta come selvaggia.
Nel 2019 uscì il film “Midsommar – il villaggio dei dannati“: il film non ha nulla a che fare con questo romanzo, ma chi ha visto il trailer ricorderà l’atmosfera bucolica, gente si prepara a una festa, colori chiari, i fiori, boschi incantati, ma su tutto incombe una palpabile sensazione di minaccia incombente, la stessa che incombe ne Il buio scese sull’acqua. Nella traduzione inglese il romanzo si intitola “Blackwater“, e le acque in questa parte della Svezia sono davvero molto scure.
Il romanzo probabilmente non è per tutti: bisogna amare il giallo scandinavo, e si deve apprezzare un ritmo che diventa a tratti lento, un’atmosfera tutto sommato fredda. Per gli amanti della letteratura del Nord Europa questo è indubbiamente un giallo che va oltre, che spazia verso riflessioni più profonde: un romanzo di grande qualità e complessità – come l’impeccabile Iperborea ha abituato i propri affezionati lettori – sorretto da una scrittura di ampio respiro e per la quale, doverosamente, bisogna rendere merito all’ottima traduzione di Carmen Giorgetti Cima che riesce nel non facile compito di trasmettere sia la bellezza che l’inquietudine del romanzo.
Kerstin Ekman
Kerstin Ekman è considerata una delle più importanti autrici del Nord Europa. Dopo l’esordio narrativo nel 1959, ha scritto romanzi, saggi e biografie e nel 1978 è stata la terza donna a diventare membro dell’Accademia svedese, che ha lasciato nel 1989. Tradotta in 30 lingue e tra le scrittrici più lette in patria, con “Il buio scese sull’acqua” ha ottenuto il prestigioso Premio August, il secondo della sua carriera. Iperborea ha pubblicato “Essere lupo“, bestseller in Svezia.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.