Il cadavere sotto la neve - Stuart MacBride

L’ultima cosa che il detective Edward Reekie vorrebbe fare è scortare Mark Bishop nell’ameno paesino di Glenfarach,  immerso nel cuore del Cairngorms National Park, e di ragioni ne avrebbe parecchie: Mark Bishop sta morendo – ed è questo il motivo per cui è stato rilasciato in anticipo – ma è pur sempre stato un pericolosissimo criminale, e la sua compagnia non è tra l’altro tra le più piacevoli, come non è piacevole la compagnia dell’ispettrice Victoria Elizabeth Montgomery-Porter (detta anche Bigtoria), suo capo e decisamente poco portata per cortesia e simpatia.

A tutto questo si deve aggiungere una nevicata di proporzioni epiche, che il detective Reekie deve affrontare con una scassata auto di servizio.

Nonostante tutto l’improbabile terzetto riesce ad arrivare a Glenfarach, che potrebbe sembrare un paesino uscito da un’illustrazione vittoriana se non fosse che è abitato esclusivamente da ex detenuti che – pur avendo scontato la oro pena – per la loro pericolosità non possono essere reinseriti nella società civile: le telecamere sono ovunque, così come la sorveglianza e una vaga atmosfera sinistra. Purtroppo, mentre sembrerebbe che la consegna di Bishop alla responsabilità della locale stazione di polizia si sia conclusa, uno degli “ospiti” viene ucciso: con la nevicata che aumenta e nessuno che può raggiungere Glenfarach, il  detective Reekie e l’Ispettore Bigtoria dovranno mettersi alla ricerca di un assassino in un posto dove tutti sono colpevoli.

Stuart MacBride è un autore che ha pochissimo bisogno di presentazioni: autore di fortunatissime serie, esponente di punta di quello che viene definito Tartan noir, con Il cadavere sotto la neve ci propone un romanzo nerissimo, crudele e irresistibilmente divertente.

Non deve essere facile stupire il lettore, e MacBride lo fa nelle primissime righe in prima persona con la voce di Edward Reekie, che viene sepolto nelle primissime pagine, nientemeno che dal suo capo, ovvero l’ispettrice Victoria Elizabeth Montgomery Porter AKA Bigtoria.

E’ sicuramente un modo per accendere immediatamente l’attenzione del lettore, che resta viva per tutto il romanzo nonostante lo spoiler – vero o meno che sia – del finale, grazie a una storia costruita in un posto dal quale nessuno può andarsene, dove tutti possono essere vittime o colpevoli, sotto una nevicata memorabile che rischia di bloccare tutto. Il ritmo è incalzante, ma l’abilità di MacBride sta anche nel prendersi il tempo per entrare in dettagli trucidi e inserire sprazzi di humour scozzese nerissimo: scozzese, non inglese (sia mai!), perché al cinismo scozzese manca la supponenza inglese sostituita da uno sguardo più ammiccante. I personaggi sono ben caratterizzati, colti nei loro aspetti più umani anche quando hanno compiuto crimini efferati, e MacBride ha un innegabile talento nel cogliere dettagli – dei protagonisti o dell’ambiente che rendono tutto molto reale.

Il cadavere sotto la neve è un romanzo scorrevolissimo, intrigante, nel quale il black humour non stempera ma anzi supporta una costante tensione narrativa. Decisamente consigliato, specie se amate le atmosfere scozzesi.

Stuart MacBride è uno dei più conosciuti  scrittori scozzese, ed è tradotto in tutto il mondo. La Newton Compton ha pubblicato i thriller Il collezionista di bambini (Premio Barry come miglior romanzo d’esordio), cui hanno fatto seguito gli altri romanzi con protagonista Logan McRae. Sono stati pubblicati inoltre Cartoline dall’inferno, Omicidi quasi perfetti e Il giardino dei delitti, che seguono le indagini del detective Ash Henderson, oltre ad Apparenti suicidi, Il ponte dei cadaveri, La teoria dell’assassino e Il cadavere sotto la neve.

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Il cadavere sotto la neve
  • Editore: Newton Compton Editori
  • Autore: Stuart MacBride , Enrico Bucci

Articolo protocollato da Marina Belli

Lettrice accanita, appassionata di rugby e musica, preferisco – salvo rare eccezioni – la compagnia degli animali a quella degli umani. Consumatrice di serie TV crime e Sci Fy, scrittrice fallita di romanzi rosa per eccesso di cinismo e omicidi. Cittadina per necessità, aspiro a una vita semplice in montagna o nelle Highland scozzesi (a condizione che ci sia una buona connessione).

Marina Belli ha scritto 146 articoli: