È tornato in libreria il 20 maggio scorso, riedito da HarperCollins Italia, Il canto del nemico di Tony Hillerman, primo capitolo della serie dedicata a Joe Leaphorn.
Ci appare da subito davvero peculiare, questo tenente della polizia navajo, come, d’altronde, peculiare è certamente l’ambientazione del romanzo: la riserva naturale Navajo, una delle poche riserve dei nativi americani ancora esistenti negli Stati Uniti occidentali.
È qui che viene ritrovato, in circostanze singolari ed inquietanti, un cadavere: la bocca piena di sabbia – chiaramente un messaggio di qualche tipo – e, intorno, nessuna traccia o indizio che possa far risalire a chi l’ha ucciso. Tutto appare molto inquietante e qualcosa di oscuro, maligno, ancestrale impregna l’aria, tanto che persino il pragmatico tenente Leaphorn, sempre scettico e refrattario a tenere in conto nelle sue indagini la vecchia cultura india, arriva ad ipotizzare l’intervento di una qualche entità soprannaturale. È strano, ma un’inchiesta che coinvolge uno stregone del luogo sembra confermare l’ipotesi e portare anche l’indagine relativa al cadavere in questa direzione. Chi è la vittima? Cosa le sarà accaduto in realtà? Chi o cosa l’ha uccisa?
Sempre in bilico tra delitto umano o volere divino, fra delitto inspiegabile e crimine efferato, Tony Hillerman, il tenente Leaphorn e i suoi collaboratori ci portano alla scoperta di un mondo quasi dimenticato, inquietante ed affascinante, in cui l’oscuro permea la realtà fino a modificare le percezioni di coloro che la vivono.
Questo primo romanzo dedicato a Leaphorn fu pubblicato per la prima volta in Italia nel 1970 dalla collana Il giallo Mondadori; la serie di Leaphorn costituisce, insieme a quella sul sergente Jim Chee, l’opera più importante di questo profondo conoscitore del Grande Ovest, degli indiani d’America e delle loro riserve.
Nelle sue opere, sempre in bilico tra misticismo e thriller, Tony Hillerman miscelava temi polizieschi, thriller e spiritualismo indiano. Nato a Sacred Heart nel lontano 1925, scrisse thriller di grandissimo successo. È morto ad Albuquerque nel 2008 per insufficienza polmonare.
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