Kathy Reichs non ha bisogno di presentazioni. Con la sua serie di thriller dove la protagonista è da sempre la dottoressa Temperance Brennan, ha portato l’antropologia forense nei cuori di molti lettori. La trasposizione dei romanzi nella serie televisiva “Bones”, ha ulteriormente aumentato il numero degli estimatori. Leggere “Il codice delle ossa” è, come per le opere precedenti, un’esperienza coinvolgente, appassionante, formativa e ricca di tensione.
Il romanzo comincia con una tempesta che si scatena su Montreal mentre Tempe e Ryan sono sulla barca di un amico per assistere ai fuochi d’artificio. Se loro si salvano dopo qualche difficoltà, non è così fortunato un uomo che sembra caduto in acqua da un ponte dopo essere stato colpito da un fulmine. Di lui non ci sono più tracce, ma i resti che affiorano alcuni giorni dopo fanno pensare allo sfortunato folgorato. Indagando sull’identità del morto parzialmente ripescato, Tempe entra in contatto con una detective di un gruppo di isole caraibiche, che la invita a partire per recarsi proprio ai Caraibi per offrire la sua consulenza su degli scheletri ritrovati. È la partenza di diverse indagini, senza punti in comune, che porteranno la Brennan a vivere giorni intensi, rischiosi, fino a scoprire una verità spaventosa e decisamente molto moderna.
La scrittura della Reichs è dinamica, scorrevole e si ritrova anche un pizzico di ironia nei dialoghi, utile a spezzare l’intensità e il peso di certi argomenti, perfetta per caratterizzare e umanizzare i personaggi e scandire un ritmo rapido negli scambi parlati. La Tempe dei romanzi, quella originale, è diversa da quella del telefilm: più simpatica, empatica e capace di lasciarsi andare al turpiloquio quando la situazione la rende un po’ isterica.
Il modo in cui gli aspetti tecnici delle indagini forensi sono resi, rende le nozioni chiare, facili da seguire e ogni volta viene offerta la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo. Informazioni accurate, precise che vengono dalla grande conoscenza della materia da parte della Reichs che è essa stessa un’antropologa.
Per chi conosce i romanzi dal loro esordio, trovare i personaggi è come incontrare vecchi amici, di cui si sa ogni cosa: passato, relazioni, complicazioni. Io personalmente faccio i salti di gioia a ogni nuovo libro, per me è un ritorno a casa. Ogni opera regala un caso sul quale indagare e qualche novità sui rapporti privati, mostrando l’evoluzione dei protagonisti, coinvolti in mille indagini complesse, senza dimenticare che hanno una vita e che tutto è sempre in divenire, in mutamento, mai fermo; proprio come nella realtà.
Chi invece dovesse cominciare da qui ad addentrarsi nell’universo Brennan, niente paura. Ben presto si sentirà accolto, comprendendo di cosa si parla e nascerà senza dubbio curiosità e passione verso il libro in oggetto e la voglia di scoprire quello che si era perso finora.
In “Il codice delle ossa” il ritmo è vivace dalle prime pagine, ma di certo tutto appare scollegato, tante indagini differenti tra le quali la protagonista si deve destreggiare. Due sono a Montreal, ma il pezzo forte è nei Caraibi precisamente nelle isole Turks e Caicos, è qui che la curiosità e l’azione arrivano al loro apice. Inoltre l’introduzione di due nuovi detective, Ti Musgrove e Monk, amplia il panorama dei personaggi con altre figure caratteristiche, uniche, con le quali magari è difficile andare d’accordo all’inizio, ma scoprendo poi affinità e maturando stima.
“Il codice delle ossa” è molto centrato sull’investigazione, sul lavoro forense della Brennan e le indagini svolte dagli investigatori. Dinamico e avvincente quando i tasselli che parevano pianeti a sé stanti mostrano connessioni e incastri, anche la tensione darà una sferzata alla lettura, mostrando un quadro insospettabile e soprattutto terrificante.
Se l’autrice è bravissima a divulgare gli aspetti scientifici del suo lavoro, l’antropologia forense attraverso la sua protagonista, in quest’ultimo romanzo la troviamo molto attenta sul piano delle nuove tecnologie a servizio delle persone, ma soprattutto dei governi e della polizia. Scoperte bellissime, utili, che dovrebbero aiutare la sicurezza. In un mondo perfetto certo, ma il nostro non è affatto un mondo perfetto, e le storture come i cattivi utilizzi sono dietro l’angolo e allora ecco il thriller, l’adrenalina che corre, il pensiero che va ai nostri dispositivi privati mentre i dubbi si accendono nella mente. Freddezza della scienza unita alle distonie mentali di chi, non contento della sua situazione personale, arriva a incolpare gli altri fino a desiderarne e attuarne la morte.
“Il codice delle ossa”, nella tradizione dei romanzi che lo hanno preceduto, ha il suo picco di intensità alla fine, dove tutto viene spiegato e svelato e la Brennan rischia la vita, perchè lei quel monito di restare in macchina, non l’ha ancora capito, o meglio, continua bellamente a ignorarlo, ma forse qui non è proprio in auto. Vi invito a scoprirlo da soli.
Umanità, tensione e professionalità, sono i tre ingredienti che rendono ogni libro della serie della dottoressa Brennan un viaggio intrigante. La Reichs ha all’attivo diverse pubblicazioni accademiche e con il figlio Brendan, è anche autrice della serie letteraria Virals.
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Articolo protocollato da Tatiana Vanini
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