Osservate il bicchierino di tequila tra le mani della vostra Barlady… A destra… A sinistra… A destra… A sinistra… Contate fino a tre e… Bevetelo tutto d’un fiato! Vi prometto che qui siete al sicuro e nessuno cercherà di ipnotizzarvi. 😀 Scherzi a parte…
Oggi al bancone di Thriller Café parliamo di illusione insieme ai temi polizieschi che tutti adoriamo! Il codice dell’illusionista è il protagonista del mio pensiero di lettura. Si tratta di un thriller mistery di recente uscita per Marsilio, nella collana Farfalle, scritto da Camilla Läckberg (scrittrice che piace molto ai clienti di Thriller Café) e Henrik Fexeus (il famoso mentalista!).
Non vi incanterò con nessuna magia: il libro non mi ha convinta, ma vorrei approfondire con voi qualche impressione, perché alcune suggestioni sono interessanti e si sa, de gustibus, si tratta comunque di un ottimo libro e la trama vi potrebbe incuriosisce.
Sinossi: dopo essere giunta a un punto fermo in un’indagine su un efferato omicidio, la poliziotta Mina Dabiri decide di coinvolgere il mentalista Vincent Walder come consulente. Il caso che getta ombra sulla polizia di Stoccolma è la morte di una giovane donna, uccisa durante un rituale che sembra replicare – con esito letale, – un trucco di magia. A questo episodio ne vengono associati altri grazie all’aiuto di Walder, che mette in luce dei dettagli che alla squadra speciale della polizia erano sfuggiti. Numeri, codici, illusioni: il serial killer sembra voler colpire ancora! Mina e Vincent, ognuno con le proprie piccole/grandi ossessioni e i propri segreti inconfessabili, dovranno identificare il killer prima del numero finale.
Ho scelto di leggere Il codice dell’illusionista dopo aver letto di recente Il gioco della notte della Läckberg, un romanzo breve, intenso, passionale, piccante. Sono sincera: la storia breve così calibrata, dove ogni parola sembrava essere stata scelta con una cura maniacale mi ha conquistata. Non ho letto altro di Camilla Läckberg e forse, passare da quel breve respiro di appena 120 pagine a questa storia di 720, mi ha un po’ spiazzata. Mi aspettavo un ritmo più incalzante e un’evoluzione dell’indagine più originale. Invece nonostante i brevi capitoli che facilitano il corso della storia, i passaggi tendono a essere lenti e non ho percepito mai particolare suspense.
È indubbio che Henrik Fexeus, co-autore e famoso mentalista svedese, abbia portato una ricchezza di dettagli in un tema come quello del mentalismo e dell’illusione. Si possono apprezzare tantissimi dettagli, cenni storici, spiegazioni che è un piacere scoprire tra le pagine.
Uno spazio molto ampio viene dato alla storia personale di ogni personaggio, anche secondario. In tal senso Il codice dell’illusionista non è solo un thriller, è anche il percorso di crescita, cambiamento, risoluzione, di una rosa di personaggi che impariamo a conoscere e a cui ci affianchiamo. Ci poniamo in una situazione di simpatia ed empatia e gli autori riescono bene nel compito di far intrecciare le linee narrative in modo semplice, nonostante i tanti rami che si intrecciano.
A chi lo consiglio? Ai lettori che stanno cercando una lettura di compagnia per dei pomeriggi di fronte al camino, senza troppi voli pindarici, ma con la sicurezza che Il codice dell’illusionista vi insegnerà sicuramente qualcosa di nuovo.
Ai lettori che invece, in questo momento, cercano meno illusione e più magia, suggerisco di sfogliare le prime pagine: sono sicura che capirete subito se il tipo di narrazione vi conquista oppure no.
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