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Cari frequentatori del Thriller Café, oggi vi presentiamo un giallo a firma di Antonio Rapacciuolo dal titolo “Il colore dell’anima”. Edito da Damster, questo romanzo si è classificato terzo nel concorso nazionale GialloFestival 2024.

Come sempre iniziamo dalla trama, ambientata a Bologna, dove l’efferato omicidio di una docente accende di rosso sangue l’autunno della città. Paola Marini, la vittima, sembra essere una persona riservata, dedita al lavoro e al volontariato. La scena del delitto non mostra segni di effrazione, mentre tradisce invece la presenza di un amante. Tutto lascia pensare ad un omicidio passionale, ma le circostanze sono ancora da chiarire.

Enrico Bonetti, il marito della vittima, ingaggia Anna Merisi, giovane investigatrice privata, appena rientrata a Bologna dopo esserne fuggita a causa di un evento traumatico. Il titolare delle indagini è Marco Fabbri, ispettore di Polizia, con un matrimonio appena finito alle spalle e un figlio di cui occuparsi. Anna e Marco, due vite allo sbando, si trovano a doversi occupare dell’omicidio di una donna che apparentemente nessuno avrebbe voluto morta, in base alle informazioni raccolte tra colleghi, amici e parenti. Spunta invece una seconda investigatrice privata, Alex Zanotti, incaricata da Paola Marini di scoprire le prove dell’infedeltà di suo marito. Cosa si nasconde dietro un matrimonio apparentemente perfetto, che si rivela invece un torbido gioco di specchi riflessi? A cosa è realmente interessato Bonetti e perché ha ingaggiato Anna? E infine, di cosa è a conoscenza Viola, giovane studentessa della vittima, convinta di avere dei ricordi di una vita passata?

Una difficile indagine che si snoda tra strade nobiliari e vicoli insidiosi, dove una minaccia impalpabile e sfuggente pare essere costantemente in agguato, in una Bologna rosso fuoco che può essere allo stesso tempo ventre materno e labirinto inestricabile. E quando finalmente un sospetto viene individuato, l’uomo in questione si rivela essere tutt’altro rispetto alle apparenze. Anna sarà costretta ad affrontare i demoni del suo passato per svelare i segreti che ognuno nasconde dentro di sé, tra depistaggi, bugie e mezze verità. Ma ci si può salvare dal proprio passato, quando viene a cercarti?

Questa in breve la storia narrata da “Il colore dell’anima”; per meglio approfondire abbiamo chiesto alcune domande all’autore, seguite da un estratto.

Tre domande ad Antonio Rapacciuolo

Com’è nato questo libro?

Sono sempre stato un appassionato di romanzi gialli e thriller, dai grandi classici come Agatha Christie ed Edgar Allan Poe, fino ai contemporanei come Robert Galbraith (l’alter-ego di J.K. Rowling). Inoltre, penso che in qualsiasi genere di romanzo un tocco di suspense nella trama sia importante per tenere avvinto il lettore.

Quindi ho provato a scrivere un mio romanzo, che soddisfacesse i miei gusti di lettore. L’ho fatto attingendo inevitabilmente ai canoni classici, ma allo stesso tempo cercando di apportare qualche innovazione.

Si tratta del mio primo romanzo giallo, lo considero una sorta di esperimento. Il terzo posto conquistato ad un concorso nazionale importante come il “GialloFestival” è stato sicuramente gratificante da questo punto di vista. Spero che possa piacere a tutti quelli che avranno la curiosità di leggerlo.

Qual è la cosa che i lettori potrebbero apprezzare di più nel romanzo?

In un romanzo penso che la trama sia importante, lo è ancora di più in un romanzo giallo, dove un intreccio ben costruito è fondamentale. Bisogna dire e non dire allo stesso tempo, mantenendo la coerenza del tutto fino al plot-twist finale.

Ma, a essere sincero, spero che i lettori di questo libro apprezzino soprattutto la cura che ho cercato di mettere nella caratterizzazione dei personaggi; dopo un po’ le trame si dimenticano, ma ai personaggi ci si affeziona, se risultano credibili e convincenti.

Nei personaggi includo anche la città di Bologna, che fa da ambientazione a questo romanzo; secondo me si presta particolarmente bene ad ospitare trame thriller.

Resterà un’opera singola o ci sarà un seguito?

L’idea è di creare una serie, mantenendo i personaggi principali come collante dei vari episodi. Ho già alcune idee che sto sviluppando per la trama del secondo libro. Dosare i giusti “agganci” fra gli episodi è un mestiere che bisogna imparare.

Estratto

L’uomo percorreva silenzioso via dell’Inferno, in pieno centro di Bologna, non lontano dalle Due Torri. Un tempo quella strada era appartenuta al cosiddetto ghetto ebraico. Si interrogò sull’origine del suo strano nome, ma non conosceva la risposta; forse aveva a che fare con il destino che lo attendeva. Attraversò un angusto passaggio celato da un arco e si ritrovò in piazza San Martino; l’improvviso allargarsi dello spazio intorno a lui gli diede un inconscio senso di conforto.

L’indirizzo di via Oberdan che stava cercando era ormai vicino. Si fermò di fronte al citofono e lesse la scritta riportata sulla targhetta: “Dottoressa Anna Merisi – Investigatrice Privata”. Esitò un attimo, il dito sospeso sul pulsante, chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta. La risposta non arrivò, così si decise a suonare. Il portone si aprì quasi all’istante, l’androne del vecchio palazzo lo inghiottì e la ripida scalinata lo trascinò su fino alla sua destinazione. La porta era già aperta in sua attesa.

«Permesso?», chiese, con un’imbarazzata cortesia.

«Prego, si accomodi», gli rispose la voce di una giovane donna. «E chiuda la porta, per favore».

L’investigatrice era seduta alla scrivania del suo piccolo ufficio. L’uomo che vide entrare nella stanza era sulla quarantina. Alto e ben vestito, aveva il portamento di chi nella vita è abituato a ottenere il meglio che si possa desiderare; eppure, una leggera nota d’incertezza sembrava turbare quell’assieme altrimenti impeccabile.

«Piacere, Anna Merisi», si presentò, alzandosi e porgendogli la mano. «Lei è il Dottor Bonetti, suppongo».

«Sì. Le ho telefonato stamattina», confermò lui, stringendogliela. «Grazie per avermi ricevuto così in fretta».

«Mi è parso di capire che si tratta di una questione molto urgente».

Bonetti non aveva fornito molti dettagli al telefono, dicendo che preferiva parlarne di persona. Però, dalla sua ansia, Anna aveva colto che si trattava di qualcosa di più importante del suo solito lavoro di routine. Era tornata a Bologna da pochi mesi e, da quando aveva aperto l’ufficio di investigazioni, le erano capitati perlopiù casi di persone da rintracciare o di amanti da smascherare. In ogni caso, di clienti ne aveva pochi e riusciva a sbrigare tutto da sola.

«In effetti, sì», rispose, accomodandosi sulla sedia che gli veniva offerta. Lei tornò a sedersi all’altro capo della scrivania, il block-notes già aperto, pronta a prendere appunti.

Bonetti si guardò intorno incerto, l’ufficio non era come l’aveva immaginato; nemmeno la sua interlocutrice, a dire il vero. Lei aspettò senza dare segni di impazienza.

«Insomma, per farla breve…», iniziò esitante, «una settimana fa mia moglie è stata assassinata».

Non aspettava altri clienti per quel giorno. Le giornate si stavano accorciando, ma c’era ancora luce fuori. Lasciò la stanza che usava per il lavoro e si diresse al piano superiore dell’appartamento. Entrò nell’unica stanza presente, che le faceva anche da camera da letto; si cambiò, indossando i pantaloni di una tuta e completando la tenuta sportiva con una canotta e un paio di scarpe da ginnastica. Dal soffitto della camera penzolava un sacco da pugilato, che pareva aspettarla pazientemente. Infilò i suoi vecchi guantoni sdruciti e cominciò a colpire il sacco con pugni e calci, cercando di seguire gli insegnamenti dell’istruttore della palestra che frequentava. Ma, come tutte le volte, era Banner che emergeva dalla sua memoria e le avvelenava i pensieri.

«Questo gioco non fa per te, ragazzina», le diceva calmo l’uomo dalla corporatura massiccia, irridendola con il suo ghigno sarcastico, mentre lei giaceva al suolo, atterrata dal suo avversario. Anna non ne voleva sapere di mollare. Si rialzò e si avventò nuovamente contro Banner, nonostante lui la sopravanzasse di almeno dieci centimetri. I suoi colpi andavano incessantemente dal sacco all’uomo, in una danza furiosa tra presente e passato.

Non riuscì a sconfiggere nessuno dei due. Aveva completamente perso la cognizione del tempo. Era stanca, il sudore le imperlava la fronte e le correva sotto la canotta. Si fermò, ansimando e sbuffando, lo sguardo ancora rivolto al sacco, che restava lì appeso con aria di sfida.

Dove acquistare il libro

“Il colore dell’anima” è disponibile sulle maggiori piattaforme online e nelle librerie servite dalla distribuzione di Damster Edizioni.

L’autore

Antonio Rapacciuolo è nato a Vico Equense, in penisola sorrentina, il primo gennaio del 1972. Si è laureato in Ingegneria Elettronica a Napoli. All’inizio del 2008 si è trasferito a Bologna, dove lavora e vive tuttora con la sua compagna.

Ha da sempre la passione per i libri, sia come lettore che come scrittore. I suoi temi preferiti sono legati allo spazio e al tempo e a tutti i modi possibili e impossibili di attraversarli.

Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo, dal titolo “Dopo la Pioggia”, con la casa editrice “Persiani Editore”. Nel 2020 tale romanzo ha ricevuto una menzione speciale al “BUK Festival” di Modena (Festival della piccola e media editoria). Nel 2024 si è classificato terzo al concorso nazionale “GialloFestival” con il suo secondo romanzo, dal titolo “Il colore dell’anima”.

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Il colore dell'anima
  • Rapacciuolo, Antonio(Autore)

Articolo protocollato da Redazione

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